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LA SCAPIGLIATURA MILANESE | |
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SCAPIGLIATURA MILANESE
La Scapigliatura è un movimento, se così si può chiamare, di un gruppo di artisti milanesi alla fine del XIX secolo, a cui più tardi vengono accostati alcuni prosatori piemontesi. Il movimento degli Scapigliati esprime il disagio e la difficoltà in cui si muove la cultura italiana negli anni successivi all’Unità. In questo periodo appare forte tra gli scrittori quel desiderio di superare l’immagine dell’intellettuale isolato nel proprio mondo e di partecipare attivamente alla vita sociale. Questi giovani scontenti, che furono detti “scapigliati”, erano per molti aspetti simili ai “bohémiens” parigini degli anni trenta, rivolsero la loro accesa protesta anzitutto contro i costumi borghesi della vita civile. Essi condussero una vita sregolata per dare scandalo . per sfuggire alle regole di una buona condotta civile , per richiamare gli sguardi sulla possibilità di superare i vecchi canoni della vita e dell’arte ormai privi di qualsiasi reale validità .Gli scapigliati erano legati da amicizia e da somiglianza di vita e di costume: abiti trasandati, riunioni sguaiate, chiome e barbe lunghe, alcolismo, fino a fenomeni di follia e suicidio. La loro protesta non ebbe, comunque, la forza di enunciare con chiarezza un programma di rinnovamento. Tuttavia dobbiamo riconoscere che intuirono l’esigenza di dare all’arte una maggiore aderenza alla realtà quotidiana , ma anche di approfondire i problemi esistenziali al di là di ogni tradizionale conformismo. Fra gli “scapigliati” ricordiamo Giuseppe Rovani, capo riconosciuto del movimento, Emilio Praga, autore di varie raccolte di versi (“Tavolozza”, “Penombre”, “Fiabe e leggende”, “Trasparenze”), Arrigo Boito, famoso librettista di opere liriche .
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