IMPARARE E DISIMPARARE: LA COAZIONE A RIPETERE
Un moderno computer di bordo indica all'auto quale strada percorrere, la più breve e la più comoda, per raggiungere l'agognata meta evitando in questo modo tutti i caotici rischi di un traffico impazzito o di strade interrotte. Se l'auto però percorre tutti i giorni la stessa strada non vi è alcuna necessità di servirsi del computer di bordo poichè una volta memorizzata la si percorre in modo automatico, quasi senza prestare alcuna attenzione. Proviamo ad immaginare la nostra mente come se fosse un computer all'interno del quale abbiamo immagazzinato di tutto, in particolare abbiamo tracciato degli schemi o modelli che, lasciando un'impronta indelebile, influenzano successivamente il pensare e l'agire. A volte gli accadimenti della vita fanno sì che questi schemi incrostati o stratificati sulla pelle o sulla corteccia cerebrale siano risvegliati provocando il primitivo ed incomprensibile stato emotivo, piacevole o spiacevole, ad esso collegato. Non sempre però per il loro risveglio sono necessari fattori esterni, credo invece che il più delle volte ci sia in noi una strana coazione a ripetere unicamente per il semplice dominio e controllo mentale sulle nostre schematiche conservatrici pulsioni. Una barzelletta udita per la seconda volta non fa quasi più effetto, un film visto più volte non suscita lo stesso interesse, il piatto preferito mangiato di continuo non dà lo stesso piacere. Perché allora se è la novità la condizione del godimento, la monotonia della coazione a ripetere prende il sopravvento? Perché arriviamo al punto di essere così autolesivi immobilizzandoci in ruminazioni, rituali e ripetizioni? Esistono periodi cruciali della nostra vita durante i quali quanto s'impara risulterà in seguito più difficile da disimparare e questo accade quanto prima, nel corso dell'esistenza, sarà appreso. Sarà ancora più difficile disimparare allorquando ciò che si apprende è legato ad un'eccessiva quantità di carico emotivo ed è ripetuto continuamente. Proviamo ad immaginare un tatuaggio impresso sulla pelle con le moderne tecniche in maniera indelebile, ci accompagnerà tutta la vita e con enorme difficoltà potrà essere modificato. Noi però non vogliamo modificarlo, ci piace troppo e stranamente continua a piacerci anche dopo tanto tempo. Con il passar del tempo quindi ci costruiamo dei robusti schemi mentali che, accompagnandoci ed indirizzandoci nel percorso vitale, fanno sì che noi seguiamo l'impressa ed indelebile traccia attraverso la "coazione a ripetere", cioè la continua spinta a seguire la traccia mentale appresa ed impressa. Il punto focale quindi non sono tanto le azioni, i comportamenti, i pensieri e la loro ripetizione con il piacere o dispiacere personale o collettivo che producono, bensì gli schemi mentali. Consapevolmente su di essi bisogna agire anche se disimparare richiede uno sforzo maggiore dell'imparare, è difficile avere fra le mani un cassino che in un attimo cancelli quello che abbiamo scritto sulla lavagna. D'altra parte gli schemi impressi sollecitano reazioni automatiche che funzionano da controllo sulla realtà circostante sfuggendo al controllo della ragione e della consapevolezza. Siamo soliti pensare che questi schemi siano acquisiti attraverso contatti o esperienze vissute diverse per ognuno di noi, in realtà gli schemi vitali sono arcaici, appartengono al passato, ai nostri antenati. Infatti ci spaventiamo nelle e per le stesse situazioni in cui si spaventavano quelli prima di noi. Sarebbe bello riscrivere la propria storia e, sono sicuro, a stento ci riconosceremmo nel leggerla apparendo interpretata da un attore che non ci somiglia per niente, quasi un estraneo.