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Ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo
Il poeta frequenta Genova quando la Pallavicini, bellissima donna, cade mentre cavalca sulla riva pietrosa del mare. Lo scrittore allora dedica alla nobildonna ferita una poesia, in segno di augurio. Il tema principale dell�ode � la bellezza: un miracolo che di tanto in tanto appare sulla terra. Ecco allora la volont� di inserirla in un mito tale da renderla immortale.
L�ode � formata da diciotto strofe di sei settenari, il secondo e il quarto sdruccioli e gli ultimi due a rima baciata.
La poesia � divisa in tre parti: nelle prime sei strofe vengono rievocati momenti gioiosi della vita della dama prima dell�incidente( Dalle tue labbra uscivano espressioni armoniose e dagli occhi ridenti di Venere trasparivano i litigi e le riappacificazioni, le attese fiduciose, le lacrime ed i baci );
segue una strofa di raccordo in
cui viene deplorata la scelta della marchesa di dedicarsi a un�attivit� virile
come il cavallo(Deh!
Perch� hai rivolto le tue belle forme e la docilit� del tuo ingegno ad
occupazioni virili? Perch�, sconsiderata, non hai seguito l�arte delle Aonie (le
Muse nell�Aonia), ma ti sei avventurata tra gli sgraziati giochi di Marte?); viene poi descritto, fino alla tredicesima strofa, l�incidente (Il cavallo, indifferente allo scalpore e
all�improvvisa agitazione interiore, gi� si slancia dal lido, immerso nell�acqua
fino alla pancia � gi� nuota e le acque insaziabili, dimentiche che da loro
nacque una Dea (Venere), si gonfiano; ma il dio del mare (Nettuno), ancora
addolorato per l�ingiusta morte di Ippolito, si alz� dal suo letto nel Tirreno,
percorse le profonde vie del mare e, con un gesto onnipotente, respinse il
furioso cavallo. L�animale, impuntandosi, indietreggi� dalle onde, orribile a
vedersi, si alz� sulle zampe e, scuotendo l�arcione, ti trascin� malconcia sulla
spiaggia pietrosa.
Perisca quel
villano che per primo os� mettere l�agile corpo di una donna in balia di un
infido cavallo da corsa e, con il suo consiglio, colpevolmente apr� la strada ad
un nuovo pericolo per la Bellezza!),
e nella conclusione il poeta augura alla donna la guarigione e il ritorno
all�antica bellezza. L�ode � impreziosita da riferimenti mitologici e da una
lingua tendente al sublime, intessuta di figure retoriche e di scelte lessicali
particolarmente ricercate.
Foscolo scrive cos� un'"augurale consolatoria" per la contessa che, cadendo, aveva subito una deturpazione della sua bellezza. Ne nasce un componimento che si trasferisce in una specie di Eden dove le donne si trasformano in dee e dove il mito di Adone, come simbolo della caducit� della bellezza individuale e quello di Artemide, simbolo della caducit� della bellezza universale, innalzano l'ode ad un pi� alto significato. Il Foscolo non celebra in questa ode solamente una donna, ma la bellezza come espressione di un mondo armonioso nel quale potersi rifugiare, dove la bellezza femminile viene contemplata con trepidazione perch� non � un bene intangibile ma continuamente minacciato.