Ulisse di U. Saba
Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
Saba riprende il tema già affrontato da Tennyson: infatti il suo
Ulisse è un uomo che non riesce a fermarsi, desideroso di conoscenza, che
ha passato la sua giovinezza viaggiando. Infatti l’eroe preferisce il mare infinito
che promette avventura alla tranquillità del porto illuminato in cui si rifugia chi è
bramoso di pace e tranquillità. Egli decide di vivere la vita in entrambi i suoi aspetti
di amore e di dolore, rischiando per soddisfare la sua dignità di uomo e ricercando una
meta più alta.
La poesia è
articolata in 13 versi in endecasillabi sciolti, ma notiamo subito la presenza
di alcune consonanze, indubbiamente la figura metrica che più colpisce nel
componimento è l’enjambement. Già dal secondo verso, dà alla poesia un ritmo
spezzato, quasi affannoso che permette al lettore di immergersi nelle figure
descritte dal poeta, quasi, però, con un senso di paura mista a stupore. Il
ritmo spezzato viene reso poi più fluido dalla forma fissa dei versi nel
componimento.
Il poeta, con questa composizione metrica, cerca di riportare agli occhi del
lettore la difficoltà del viaggio, la bellezza del tempo che svela ostacoli
insormontabili (qui rappresentati attraverso gli “Isolotti a fior d’onda”).
PARAFRASI
Nella mia giovinezza ho navigato lungo le coste della Dalmazia. Emergevano
isolotti a fior d'onda, dove solo raramente qualche uccello sostava, per
cacciare prede marine, coperti d'alghe, scivolosi, belli come smeraldi al sole.
Quando l'alta marea e la notte li nascondevano, vele controvento cambiavano
rotta, per fuggirne il pericolo. Oggi il mio regno è il mare. Il porto avvende
per altri le sue luci; mi spinge ancora al largo, il coraggioso spirito, e
l'amore per la vita che apporta anche dolore.
ANALISI
"Ulisse" di Umberto Saba è tratta da "Mediterranee" e parla del percorso
compiuto dall'autore durante la propria vita. Egli, proprio come l'eroe greco
Ulisse (che è richiamato nel titolo, che infatti ha una grande importanza), ha
dovuto superare molti ostacoli, ma dentro di se ha ancora il desiderio di
conoscere. Infatti il suo viaggio non è ancora terminato, come si capisce dai
versi 11 e 12 (me al largo/ sospinge ancora il non domato spirito).