La pioggia
Cantava
al buio d'aia in aia il gallo.
E gracid� nel bosco la
cornacchia:
il sole si mostrava a
finestrelle.
Il sol dor� la nebbia della
macchia,
poi si nascose; e piovve a
catinelle.
Poi tra il cantare delle
raganelle
guizz� sui campi un raggio
lungo e giallo.
Stup�ano i rondinotti
dell'estate
di quel sottile scendere di
spille:
era un brus�o con languide
sorsate
e chiazze larghe e picchi a
mille a mille;
poi singhiozzi, e gocciar rado
di stille:
di stille d'oro in coppe di
cristallo.
(Giovanni
Pascoli,
Myricae, 1891, 1903)
PARAFRASI
Il gallo cantava al buio di aia in aia. La cornacchia gracid� nel bosco:
il sole , che si mostrava a spiragli , rese dorata la nebbia diffusa
nella macchia di bosco, poi si nascose e piovve a catinelle. Poi , in
mezzo ai canti delle raganelle , guizz� sui campi un raggio di sole
lungo e giallo. I rondinotti d'estate si stupivano di quello scendere di
gocce di pioggia sottili come spilli: era un brusio mischiato a deboli
scrosci di pioggia, gi� si formavano larghe pozze d'acqua per terra, e
poi il picchettio delle gocce divenne fitto, le gocce incominciarono ad
interrompersi , come un singhiozzo e infine si fecero rade: sembravano
gocce d'oro in coppe di cristallo.
METRICA La poesia � costituita da endecasillabi ed � una ballata minima
, cos� definita perch� il ritornello, il primo verso, � costituito
appunto da un unico verso. Ciascuna strofa , formata da sei versi , �
divisa in una prima parte, la fronte, e in una seconda, la volta.
Ciascuna fronte � costituita dai primi quattro versi della strofa, in
rima alternata tra di loro. La volta di ogni strofa � invece costituita
dagli ultimi due versi, il primo dei quali in rima baciata con l'ultimo
della fronte, e il secondo in rima con il ritornello.
La poesia descrive un ambiente rurale e per questo contiene vari
vocaboli onomatopeici, che servono a meglio rendere l'atmosfera, come
"gracid�", "cornacchia" (v2), "brusio" (v10), "singhiozzi" (v12).
Stupore fanciullesco,
per questa poesia paradigmatica dello stile di Pascoli. Tutto sembra
accadere in pochi secondi, per una sorta di sovrapposizione di suoni ed
immagini testimoniata dalle ripetizioni di termini ravvicinati:
d'aia in aia,
il sole,
il sol.
Un'alba di pioggia, la luce che nasce dal buio,
il risveglio del mondo. E' come un'orchestra
di luci: attacca il
gallo, lo segue la
cornacchia, mentre il
sole comincia ad
illuminare il palcoscenico. Ma in tutto questo, la
pioggia. Non si tratta di
una pioggia cattiva, bens� di uno
scroscio benevolo,
di un effetto speciale sul concerto d'estate. E'
una festa a cui
brindare con stille d'oro in coppe
di cristallo. Nessuna scenografia artificiale vale la
natura, nessuno schermo o tecnologia potr� mai raggiungerla:
la natura � viva, � feconda.
La seconda parte della poesia � molto significativa in tal senso:
languide sorsate,
singhiozzi. E'
quasi un amplesso, una
continua nascita, che nessuna perfetta ripetizione digitale potr� mai
eguagliare, perch� la vita non � tecnologia,
la vita � un miracolo
di fronte a cui restare a bocca aperta, come un bambino che mira dal
portico un alba baciata da un temporale d'estate.