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PER VAL D'ARNO di GIOSUE CARDUCCI
PER VAL D�ARNO
N� vi
riveggo mai, toscani colli,
Colli toscani ove il mio canto nacque
Sotto i limpidi soli e tra le molli
4Ombre de� lauri a� mormorii de l�acque,
Che dal lago del cor non mi rampolli
Il pianto. Ogni memoria altra si tacque
Da quando in te, che pi� ridi e t�estolli,
8Colle funesto, il fratel mio si giacque.
Oh che dolce sperar gi� ne sostenne!
Come da quella et� che non rinverde
11Volammo a l�avvenir con franche penne!
Tra ignavi studi il tempo or mi si perde
Nel dispetto e l�oblio, ma lui ventenne
14Copre la negra terra e l�erba verde.
Questi versi rivelano nel carducci un appassionato amatore della nativa terra toscana e del paesaggio italico. Vi si sente anche l'uomo che avrebbe voluto vivere una vita ricca di forti ed eroiche azioni.E tutto ci� troviamo espresso in quattordici versi con una forza di rappresentazione che fanno presentire il grande poeta..Predomina nel sonetto la ricordanza, soavemente accorata di cari esseri perduti e per sempre lontani.
Non avviene mai che io vi riveda, o colli a me tanto cari, senza che il pianto mi salga su nel cuore.Ogni altra memoria tacque in me da quando mio fratello fu sepolto alla tua ombra, colle funesto. Quanto avevamo sognato e sperato insieme! Come insieme negli anni giovanili avevamo vagheggiato un avvenire benigno, precorrendolo col desiderio! Tra ignavi studi io ora trascorro il mio tempo; e la nera tera copre la sua giovane vita,troppo �resto stroncata, e il silenzio immenso lo avvolge.
Metro : sonetto con rime ABAB-CDC-DCD