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VALENTINA SCOPRE IL MARE
Dal momento in cui era salita in macchina erano trascorse tre ore e mezza. Questo era il tempo che aveva impiegato per giungere a Minori da Roma. Era partita subito dopo pranzo ed il sole era stato inclemente. Per fortuna l�auto aveva l�aria condizionata. In albergo le avevano detto che Renato non era in camera. Anche lei aveva preso una stanza singola e, dopo aver sistemato il suo bagaglio, era uscita.
Quando Renato vide Valentina sul viale del
lungomare di fronte all�albergo, dove stava passeggiando in attesa che si
facesse ora di cena, sbianc� dalla collera:
- Desideravo stare solo. Ti avevo pregata di
non venire!
Lei tent� di spiegargli, ma lui non gliene
diede il tempo. Senza aggiungere nessun altra parola, si diresse quasi di corsa
verso l�albergo, gett� le sue poche cose nella valigia, sal� in macchina e and�
via.
Valentina non prov� neppure a seguirlo.
Lentamente si incammin� verso il pontile. Percorrendolo, sentiva sotto di s� il
liquido rumore delle onde contro i robusti piloni di cemento. Una motonave
carica di turisti proveniente da Salerno stava attraccando: lasci� un solo
passeggero e ne imbarc� una decina prima di ripartire per Amalfi. Il mare era
cos� calmo che il solco lasciato dalla motonave sembrava rimanervi impresso.
Valentina si ferm� ad osservare l�imbarcazione che si allontanava fino a quando
non la vide scomparire dietro il promontorio del Carusiello, poi raggiunse
l�albergo e si rifugi� nella sua camera. Era indecisa se restare per la notte o
lasciare subito Minori e far ritorno a Roma.
Quindici giorni prima Renato le aveva detto
che se ne sarebbe andato a trascorrere un breve periodo al mare da solo.
L�anno precedente in quello stesso albergo c�era stata anche lei con lui. Questa
volta le aveva annunciato che ci sarebbe andato senza di lei. Quando glielo
aveva detto, era stata male per tre giorni: vomitava tutto ci� che ingurgitava.
Da alcuni mesi le cose non funzionavano bene tra di loro. Quando stavano
insieme, lo sguardo di Renato era sempre distratto verso cose lontane. Gli unici
momenti in cui Valentina aveva la certezza che Renato fosse veramente con lei
erano quelli in cui facevano l�amore. Ma fare l�amore non era la cosa pi�
importante, pensava Valentina. Anche se avessero fatto l�amore cento volte al
giorno, non per questo potevano considerarsi una coppia. Non si trattava di
avere qualcuno con cui fare l�amore, si trattava di avere vicino uno che
pensasse a lei.
Valentina aveva avuto diversi uomini, ma
adesso che si stava avvicinando ai quarant�anni si accorgeva che nessuno di loro
sapeva pi� nulla di lei, come del resto lei non sapeva pi� nulla di loro. Si
chiedeva che fosse vissuta a fare in quegli anni, visto che non aveva lasciato
la bench� minima traccia in nessuno di quelli che le erano stati accanto. Cosa
era rimasto della sua vita? Cosa valeva la pena di salvare?
Gli ultimi tre anni, per�, erano stati
davvero felici. Li aveva vissuti assieme a Renato. Intensamente. Di qualche anno
pi� giovane di lei, Renato aveva i suoi stessi interessi culturali. Lo aveva
conosciuto nella palestra che entrambi frequentavano dopo il lavoro. Insieme
avevano girato l�Italia, e qualche volta si erano recati anche all�estero, per
visitare musei e mostre d�arte. Fino a pochi mesi prima, ella sapeva con
certezza che Renato pensava a lei, che lei era sempre presente nella sua mente,
che viveva in lui. Perch� soltanto questo per lei era vera vita: vivere nel
pensiero dell�altro. Adesso, senza una spiegazione plausibile, tutto stava
finendo anche con lui. O era gi� finito.
Alternando momenti di riso e scoppi di
pianto, vagava per la stanza dell�albergo aprendo e chiudendo sportelli e
cassetti, come se stesse cercando qualcosa che non riusciva a trovare. Ad un
certo punto si ricord� delle pastiglie di tranquillanti che da un po� di tempo
assumeva con regolarit�. Frug� nella borsa ma non riusc� a trovarle. �Ho
lasciato la scatola del Tavor sul comodino di casa!� esclam�. Dopo alcuni attimi
di smarrimento, concluse che era meglio cos�: doveva pure abituarsi a farne a
meno.
Decise di rimanere a Minori per quella
notte. �Adesso devo sforzarmi di non pensare, di restare calma,� - si disse.
L�indomani mattina avrebbe fatto il punto della situazione.
Si era da poco distesa sul letto e stava
ascoltando il telegiornale quando squill� il telefono. Era la direzione
dell�albergo. La cena era pronta. Si inform� sul menu e ordin� del pesce spada
come secondo, pregando per� che la cena le venisse portata in camera.
Quando bussarono alla porta, spense il
televisore, si ricompose alla meglio e and� ad aprire. Il ragazzo dell�albergo
lasci� il vassoio con le pietanze sul piccolo tavolo e discretamente and� via.
Gli appariva strano che qualcuno degli ospiti chiedesse la cena in camera,
soprattutto in estate, quando era possibile pranzare in giardino al fresco del
pergolato.
Rimasta sola, Valentina guard� le pietanze
con aria preoccupata. Temeva di sentirsi male subito dopo aver mangiato. Prima
di sedersi al tavolo, si avvicin� alla tenda del balcone e la scost�. Il balcone
dava sul lungomare e le ante erano spalancate. Da fuori giungeva la voce della
risacca e Valentina si sent� improvvisamente attratta da quella grande voce. La
serata era ancora calda. Si era alla met� di settembre e l�estate sembrava non
finire mai quell�anno. Si affacci� e si ferm� a lungo incantata a guardare il
mare. A riva, un tremolio d�ombra e luci creato dai lampioni del lungomare
rendeva viva la superficie dell�acqua; al largo, l�oscurit� era rotta di tanto
in tanto dalle luci dei vaporetti di linea e di qualche veloce motoscafo.
Le venne voglia di fare il bagno. Un
desiderio irrefrenabile di immergersi nell�acqua del mare la percorse tutta.
And� verso il cassetto dove aveva riposto i costumi che aveva portati con s�
sperando di fare il bagno all�indomani assieme a Renato. Scart� il costume a due
pezzi e prese quello ad un sol pezzo di colore azzurro scuro. Spense la luce, si
spogli� ed indoss� il costume al lieve chiarore che entrava dal balcone. Si
specchi� nell�armadio. Il costume aderente, l�abbronzatura uniforme, di sole e
di lampada, la penombra della stanza, le fecero apprezzare le sue forme,
guardare il suo corpo con soddisfazione. �Trentotto anni ben portati,� - pens�.
Indoss� una camiciola celeste molto lunga,
butt� l�asciugamano grande nella borsa da mare, calz� i sandali e si diresse
verso la porta. Percorse buona parte del lungomare fino a portarsi all�altro
lato del pontile, all�altezza del tratto di spiaggia a ridosso delle rocce. Si
tolse i sandali e attravers� a piedi nudi la spiaggia. La sabbia era morbida e
calda. A mano a mano che scendeva verso la battigia, i pilastri in cemento del
pontile diventavano sempre pi� alti, e pi� forte si faceva lo sciabordio delle
onde contro la costa rocciosa che orlava il mare.
Rimase per un attimo a guardare il lento
regolare continuo movimento delle onde a riva, poi pos� la borsa ed i sandali ad
un paio di metri dalla sabbia umida e si liber� della camiciola facendola
scivolare lungo i fianchi ai suoi piedi. Si stava avviando verso l�acqua quando
un pensiero pi� forte la colse: si sarebbe immersa senza niente addosso, avrebbe
fatto il bagno nuda, nuda come l�acqua.
Fece scivolare le spalline del costume lungo
i due lati del corpo fino al bacino, poi pieg� una gamba e la liber� del
costume, e la stessa cosa fece con l�altra. Lasci� cadere il costume sulla
camiciola e entr� in acqua.
Sentiva sotto i piedi il fondo sabbioso
aprirsi per il peso del suo corpo, e a questa sensazione un leggero brivido le
attravers� la schiena. L�acqua era calda. Sapeva che, d�estate, l�acqua del mare
di notte sembra pi� calda che di giorno, ma erano oramai diversi anni che non
faceva il bagno nell�oscurit�, e cos� le sensazioni che provava le apparivano
come nuove, come vissute per la prima volta.
Quando l�acqua le giunse all�altezza delle
anche, pieg� le ginocchia e l�acqua l�abbracci� tutta fino al giro del collo.
Pens� di restare cos� per un po�, soltanto con la testa fuori dall�acqua, e poi
risalire: non voleva bagnarsi i capelli. Ma cambi� ben presto idea: troppo
grande era la sensazione di benessere e di felicit� che, stando immersa
nell�acqua, entrava nel suo corpo. Si diede un piccolo slancio e prese a
nuotare, prima lentamente, poi con pi� vigore. L�acqua, scorrendo intorno al suo
corpo allungato, lo avvolge, lo accarezza in ogni punto, penetra in ogni piega,
anche la pi� recondita.
Mentre scivola nell�acqua, il mare
l�abbraccia, la bacia tutta e la culla. Nessuna ombra scende nel suo animo a
turbare la felicit� di quell�abbraccio. �Non esiste al mondo persona o cosa che
sa abbracciare cos� come sa fare l�acqua del mare,� - pens� Valentina. - �Tocca
con amore il tuo corpo, te ne fa intendere la forma, ti fa sentire viva.�
Quella sera Valentina scopr� di nuovo il
mare. Lo vide in una luce diversa da come l�aveva visto fino a quel giorno; e
s�accorse di non averlo mai conosciuto prima. Illuminata dalla luna, la
superficie del mare sembrava immobile. Nuotando, l�acqua diventava chiara al suo
passaggio e si frangeva ad ogni sua bracciata in tante bollicine che, ricadendo,
mandavano mille suoni che le apparivano come dolci parole d�amore.
L�immagine del mare a poco a poco si univa
in lei al concetto d�amore. Nuotava oramai felice ad ampie bracciate e si
sentiva appagata come mai in vita sua: stava tra le braccia di un amante, il pi�
ribelle degli amanti, che tuttavia sarebbe rimasto sempre con lei, sarebbe stato
suo per sempre.