�La morte di Clorinda�, Gerusalemme
liberata, Tasso(Parafrasi)
Tancredi
vuole lanciare sfida a Clorinda: un uomo che sia all� altezza di
confrontarsi con il suo valore. Ella continua a girare intorno
alla cima di Gerusalemme per trovare la porta d�ingresso . Egli
la segue impetuoso, per cui, molto prima di averla raggiunta,
succede che faccia suonare l� armatura in malomodo, tanto da far
si che ella si volti e gridi: �O tu cosa vuoi che corri cos�
tanto?�. Egli risponde: �E guerra e morte�. �Guerra e morte
avrai� rispose �io non rifiuto di dartele, se le cerchi�, e
ferma aspetta. Tancredi, visto il suo nemico a piedi, scese
dal suo destriero. E una volta impugnata entrambi la spada
acuminata, accesero l�ira ed aguzzarono l� orgoglio; e si
assalgono come due tori gelosi ed ardenti di ira. Non danno
colpi finti, pieni o scarsi: l� oscurit� e l� impeto impediscono
un corretto uso delle regole di scherma. Senti le spade urtarsi
orribilmente a met� lama, e il piede non si sposta dalla sua
orma; il piede � sempre fermo e la mano sempre in movimento, non
cade un colpo invano n� affonda una punta a vuoto. La vergogna
dei colpi ricevuti, porta alla vendetta e la vendetta a sua
volta riaccende la vergogna ; quindi colpiscono continuamente e
frettolosamente. Di ora in ora la distanza fra loro diminuisce e
i loro corpi si mescolano, si una il corpo a corpo, e la spada
non serve pi�: si colpiscono con i pomi e con le else, violenti
e spietati, si scontrano con gli elmi e con gli scudi. Per tre
volte il cavaliere stringe la donna con le sue robuste braccia,
ed altrettante volte la donna si scioglie da quelle prese
tenaci, presa di un fiero nemico e non di un amante. Tornano
alle spade, ormai tinte di rosso ; stanchi e ansimanti, entrambi
si distaccano e dopo tanta fatica prendono fiato. Si guardano a
vicenda, e appoggiano il loro corpo sanguinante sull�elsa della
spada . Gi� il bagliore dell� ultima stella sparisce e si vedono
i primi raggi di sole. Tancredi vede che il suo nemico � molto
insanguinato, e che lui non � tanto ferito. Ne gode e diventa
superbo. Oh nostra folle mente che ogni soffio di fortuna fa
insuperbire! Misero, di cosa godi? Oh quanto saranno dolorosi il
trionfo e il vanto! I suoi occhi pagheranno (se resteranno in
vita) ogni goccia di quel sangue con un mare di pianto. Cos�
tacendo e guardandosi, questi due guerrieri sanguinanti smisero
(di combattere) per un p�. Alla fine Tancredi ruppe il silenzio
e disse, per far dire all� altro il suo nome:�La nostra
Disgrazia � che qui si impieghi tanto valore cio�, dove non
esistono testimoni, quindi per un� impresa che rimarr� sommersa
nell� oblio, ti prego (se ha senso pregare durante una
battaglia) di rivelarmi il tuo nome e il tuo grado affinch� io
sappia, vinto o vincitore, chi onorare in caso di morte o di
vittoria�. Rispose lei ferocemente:�inutilmente chiedi ci� che
non � mia abitudine rivelare. Ma chiunque io sia, tu hai davanti
uno di quei due che hanno incendiato la grande torre�. Tancredi
a quel tono bruci� di sdegno e disse: � L� hai detto nel momento
sbagliato� quindi riprese �quello che hai detto e quello che non
mi hai detto mi spronano in ugual misura alle vendetta, o
barbaro scortese�. Torn� l� ira nei cuori, e li trasporta,
bench� indeboliti dalla guerra. Oh efferata lotta, dove le
regole sono bandite e la forza � gi� morta, dove invece (della
forza), combattono i furori di entrambi. Oh che profonde e
sanguinanti ferite fanno l� una e l� altra spada; e se la vita
non se ne va � perche� la rabbia la tiene attaccata al petto.
Come nell� Egeo profondo bench� cessino l� Aquilone o il Noto,
che prima l� hanno tutto sconvolto e scosso, non si calma, ma
conserva il fragore e il moto delle onde ancora agitate e
gonfie, cos� sebbene venga a loro meno, per il sangue versato,
quel vigore che mosse le braccia, sembrano ancora piene di
impeto, e vanno sospinti da quello ad aggiungere ferite a
ferite.Ma ecco ormai che l�ora segnata dal fato � arrivata, la
vita di Clorinda deve giungere alla sua fine. Spinge egli
(Tancredi) la spada di punta nel suo bel seno che si immerge nel
sangue che avido beve; e l� armatura ricamata d� oro si riempie
di sangue il quale teneva strette le mammelle in un caldo fiume.
Ella gi� si sente morire, e il piede diventa privo di forze e
vacillante. Prosegue Tancredi per la vittoria, e minaccioso,
incalza e preme sulla trafitta vergine. Ella, mentre cadeva,
disse con voce afflitta le sue ultime parole; parole a lei
suggerite da una nuova ispirazione,ispirazione di fede, di
carit�, di speranza: virt� che ora Dio le infonde, e se in vita
fu ribelle, la vuole, quando morta, come sua ancella. � Amico,
hai vinto: io ti perdono� perdonami anche tu; non il mio corpo
(uccisione), che oramai non teme pi� nulla, ma la mia anima. Tu!
Prega per lei, e dona a me il battesimo cos� che ogni mia colpa
venga lavata.� In queste parole languide, risuona un non so che
di debole e dolce, che scende al cuore e ogni rabbia spegne, e
invita e obbliga gli occhi a piangere. Poco lontano da l� in una
valle della montagna, sorgeva mormorando un piccolo ruscello.
Egli vi accorse e riemp� l� elmo di acqua,torn� serio al suo
grande e pio dovere. Sent� tremare la mano, mentre liberava la
fronte non ancora riconosciuta dall� elmo. La vide, la
riconobbe, e rest� immobile senza parole. Ah cosa vide! Ah chi
riconobbe! Non mor� subito, ma raccolse tutte le sue forze e le
mise in guardia il cuore, e cercando di non affannarsi, si volt�
per dare la vita con l� acqua a che venne ucciso con la spada.
Mentre egli pronunciava le sacre formule, lei trasfigur� di
gioia e sorrise; e mentre moriva lieta sembrava dire: �si apre
il cielo; io vado in pace�. Il bianco volto aveva preso un bel
pallore come bianchi gigli misti a viole, e gli occhi fissavano
il cielo, e il cielo e il sole, sembravano rivolti per piet�
verso di lei; e la mano nuda e fredda, alzandosi verso il
cavaliere come se fossero parole gli d� segno di pace. In questo
modo muore la bella donna, e sembra che dorma. Non appena egli
vede uscir l� anima gentile, lascia andare quelle energie che
aveva raccolto; e il controllo di s� cede al dolore gi�
diventato incontenibile e irragionevole, che entra nel cuore e
gli riempie di morte i sensi e il volto, essendo in lui la vita
ridotta ad un ben piccolo spazio.
Riassunto �La morte di Clorinda�
GERUSALEMME LIBERATA XII da ottava 56 a ottava 71
Ottava 56: (presente una anadiplosi nel primo verso con
vendetta)
Ogni colpo ricevuto dai cavalieri fa accrescere in loro sdegno e
vendetta, quindi pi� colpi ricevono e pi� ne ridanno. Pi� tempo
passa e pi� il duello diventa confuso e serrato, non si usa pi�
la spada, ma i pomi (else di spade) e le regole della cavalleria
non vengono rispettate pi�. (combattono senza spade e queste
dimenticanze rendono pi� vivo e passionale il combattimento)
Ottava 57: (quinto verso c�� una metonimia, con ferro che indica
la spada)
Tancredi stringe tre volte la donna con le braccia, ma lei si
libera tutte le tre volte, ma questi erano nodi da nemici e non
da amanti. Riprendono la spada e indietreggiano per avere un
attimo di respiro.
Ottava 58: (in questa ottava c�� una pausa)
I due combattenti guardano le proprie ferite. Il sole sorge, �
l�alba. Tancredi nota che il nemico perde molto pi� sangue di
lui. Per questo fatto diventa superbo e felice.
(Negli ultimi due versi interviene Tasso) Oh nostra pazza mente
che ogni minimo soffio di fortuna fai insuperbire. (Il poeta
riflette sul destino di tragedia che sta per colpire Tancredi)
Ottava 59: (Nei primi sei versi di questa ottava Tasso continua
dall�ottava precedente il suo intervento, ma negli ultimi due
versi l�attenzione si rivolge di nuovo verso Tancredi e
Clorinda)
Misero, cosa gioisci? Il tuo vanto e i tuoi trionfi saranno
infelici. I tuoi occhi se resti in vita (qui Tasso non svela se
Tancredi sopravviver� al combattimento), pagheranno un mare di
pianto.
Cos� i due guerrieri stando zitti e osservandosi sospendono il
combattimento per un p�. Tancredi rompe il silenzio chiedendogli
(le) il suo nome.
Ottava 60: (in questa ottava parla solo Tancredi)
E� certo una sfortuna per noi dar prova di tanto coraggio qui,
lontano dalla vista di tutti. Ma poich� una sorte avversa (la
presenza della fortuna � sempre molto frequente in Tasso) ci
neghi sia la gloria sia i testimoni capaci di apprezzare il
nostro valore, ti prego di dirmi come ti chiami, a chi la mia
morte dia onore o a chi dia gloria alla mia vittoria.
Ottava 61:
Lei non le dice il suo nome, ma gli dice che lei � una delle due
persone che accese la grande torre. Sentendo questo fatto
Tancredi arde di sdegno. Poi gli (le) dice: �quanto hai detto e
quanto hai taciuto mi spingono allo stesso modo, barbaro di
scortese (pagano, rimanda all�amore cortese) alla vendetta �.
Ottava 62:
Torna l�ira e li trasporta, ma i due sono molto deboli per
combattere. Ormai nel combattimento la forza fisica � assente,
si scontra la rabbia furiosa di entrambi. Sono ferite molto
grandi quelle che si fanno e combattono in modo molto feroce.
Ottava 63: (In questa ottava interviene nuovamente Tasso in
tutti i versi)
Come il mar Egeo, bench� il vento del nord o quello del sud
abbiano finito di spirare, non si calma del tutto, ma mantiene
ancora le onde grosse e agitate, cos� i due guerrieri anche se
hanno perso il vigore per il molto sangue versato continuano a
scontrarsi in un crescendo di dolore e di morte.
Ottava 64:
Ormai � giunta l�ora fatale di Clorinda che � destinata morire.
Tancredi spinge la spada nel bel seno e la veste ornata di fini
ricami d�oro che le stringeva il corpo si tinge del rosso del
suo sangue. La donna si sente morire, le gambe, indebolite,
vacillano.
Ottava 65: (In questa ottava si nota che la Gerusalemme Liberata
� collocata nel clima della Controriforma)
Egli prosegue la vittoria trafiggendo la donna. Lei ,mentre
cade, pronuncia con voce afflitta le sue ultime parole, parole
che le sono dettate da un nuovo spirito, uno spirito di fede,
carit�, speranza. E� Dio a infondere questa virt�, perch� vuole
che la donna, dopo essere stata ribelle alla sua legge per tutta
la vita, diventi sua fedele, in punto di morte.
Ottava 66: (anche in questa ottava si nota il clima della
Controriforma come in quella precedente)
�Amico, hai vinto: io ti perdono,�perdona anche tu me, non il
mio corpo, che ormai non tiene pi� nulla, ma la mia anima. Ors�,
prega per lei, e battezzami, perch� tutte le mie colpe siano
levate�. In queste parole fioche risuona qualcosa di soave, che
scende nel cuore di Tancredi, placando la sua ira e invitandolo,
anzi, costringendolo a piangere.
Ottava 67: (negli ultimi due versi abbiamo un asindeto unito al
polisindeto e al enjambement che sospende l�azione e costringe
noi lettori a soffermarci sulla mancanza di vitalit� dell� eroe)
Vicino c�era un piccolo ruscello che veniva gi� dalla montagna.
Tancredi corre verso il ruscello e riempie il suo elmo d�acqua e
dopo ritorna per compiere il pietoso e nobile compito. Si sente
tremare la mano mentre slaccia l�elmo e scopre il volto ancora
sconosciuto. La vede, la riconosce, e rimane muto e immobile.
Ahim�, chi ha vinto! E chi ha riconosciuto!
Ottava 68:
Se non � morto subito, � perch� in quell�istante aveva riunito
tutte le forze per proteggere il suo cuore. Inizia a dare la
vita con l�acqua del battesimo a colei che aveva ucciso con la
spada. Mentre lui pronuncia le formule del rito, la donna si
trasfigura per la gioia e sorride e, avvicinandosi a una morte
che per lei era fonte di vita e di serenit�, sembrava che
dicesse: �Si apre il cielo, io vado in pace�.
Ottava 69: (in questa ottava viene descritta la morte di
Clorinda)
Il suo volto � cosparso di un bel pallore, simile a gigli
mescolati alle viole. Tiene lo sguardo fisso al cielo, e il
cielo e il sole sembrano rivolgersi verso di lei per piet�. Non
potendo parlare, alza la mano nuda e fredda verso il cavaliere,
per fargli una promessa di pace. Nel fare questo gesto la bella
donna muore, ma sembra stia dormendo.
Ottava 70:
Come vede svanire l�animo gentile e celestiale, gli viene meno
tutto il suo vigore; abbandona interamente il controllo del suo
animo al dolore, ormai divenuto acuto e folle, che penetra nel
cuore e rinchiusa la vita in quella sede ristretta, fa in modo
che il corpo ed il volto assumano i segni della morte. Gi� il
vivo languisce simile al morto nel pallore, nel mutismo,
nell�immobilit� e nelle ferite.
Ottava 71: (anche in questa ottava � presenta la fortuna che
porta i Franchi)
Vengono i Franchi e la portano via. Lui � morto dal dolore, la
sua anima vuole seguire Clorinda.
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