CHI SONO?
Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
5 "follia".
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
10 "malinconia".
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c'� che una nota
nella tastiera dell'anima mia:
15 "nostalgia".
Son dunque... che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
20 Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.
METRO: Versi liberi, con prevalenza di senari, (8 versi su 20) e poi ternari, novenari, endecasillabi.
Chi sono?� fa parte della terza raccolta poetica del giovane Palazzeschi, �Poemi� che esce a Firenze nel 1909.
Questa poesia un autoritratto ironico e divertente del
poeta che si interroga sulla sua identit� ma anche sul ruolo della poesia.
Tramontata la figura del poeta vate come guida della societ�, una poesia sublime
rischierebbe di diventare ridicola. L�unica via resta quella dello scherzo, del
divertimento e della follia.
Gi� il titolo, attraverso la domanda "Chi sono?" mette a fuoco il cuore del
problema: la ricerca di un'identit�.
Al v.5 la penna che non sa scrivere altro che la parola "follia" indica che
l'unica cosa che il poeta sa fare � la trasgressione della norma, intesa come
assenza di un criterio universalmente valido.
Al v. 10 la tavolozza che ha il solo colore della malinconia esprime l'assenza
della tradizionale tonalit� di certa poesia che viene programmaticamente
rigettata da Palazzeschi.
All'ultimo verso c'� l'unica definizione che il poeta riesce a dare di se
stesso: un saltimbanco. Come un saltimbanco, infatti, cio� come un acrobata che
vende la sua arte nelle pubbliche piazze, cos� il poeta dichiara di vendere la
propria arte. E anzi, per farsi notare, � costretto a mostrare di s� l'intimit�
pi� profonda ingrandendola con una lente perch� la gente riesca a vederla.