Il mio
cuore oppresso
con l'alba avverte
il dolore del suo amore e il sogno delle lontananze.
La luce dell'aurora porta
rimpianti a non finire
e tristezza senza occhi
del midollo dell'anima.
Il sepolcro della notte
distende il nero velo
per nascondere col giorno
l'immensa sommit� stellata.
Che far� in questi campi
cogliendo nidi e rami,
circondato dall'aurora
e con un'anima carica di notte!
Che far� se con le chiare luci
i tuoi occhi sono morti
e la mia carne non sentir�
il calore dei tuoi sguardi!
Perch� per sempre ti ho perduta
in quella chiara sera?
Oggi il mio petto � arido
come una stella spenta
Al centro dell�opera vi � il contrasto fra la notte e il
giorno, fra il buio e la luce, fra il sorgere e il calare del sole, sullo sfondo
esistenziale dei sentimenti universali dell'amore, del rimpianto, della
nostalgia, della mancanza.
Nei versi iniziali, l'alba appare come svelatrice, come campanello d'allarme
("avverte") del dolore. Questo si ricongiunge alla tradizione romantica secondo
cui la notte � complice del poeta che riesce a nascondere il suo malessere nella
sua oscurit�. Ma appena sorge il sole, ci si sveglia dal "sogno delle
lontananze" e la mancanza torna forte a tormentare l'animo.
La luce dell'aurora anzich� dare speranza (antica metafora biblica, del
dio-luce-speranza) rivela la cruda realt� delle cose, rende nitido e distinto il
rimpianto.
La notte viene associata all'immagine di sepolcro, che, seppur macabra, riporta
al senso di pace che prova il poeta quando cala il buio e il giorno, se prima
era svelatore, ora diventa colui che nasconde (con la sua luce) le stelle.
Notare altra metafora biblica (sepolcro... distende il velo...) che ricorda la
deposizione di Cristo.
E' interessante il gioco degli opposti e la concezione di assoluto relativismo
che viene trasmessa con questa poesia: la notte che generalmente � inquietante,
diventa un rifugio.
Il giorno che dovrebbe sollevare l'animo, rivela verit� atroci.
La luce che normalmente rivela le cose, i questo poema rivela solo la realt� che
� dolore, ma nasconde un'altra luce, quella delle stelle, che pu� essere vista
solo nel buio, che quindi diventa a sua volta rivelatore.
Nella parte successiva della poesia il poeta dichiara ci� che gi� prima
lasciava intuire: il suo cuore � a suo agio nel buio, e una volta che si trova
alla luce del sole, non sa che fare, perch� la sua anima � comunque carica di
notte. Essere carichi di notte significa essere privi dell'amor perduto, essere
privi di quegli occhi che sono morti con la luce. Di nuovo torna la metafora
della luce come colei che uccide, che pone fine alla speranza, ma soprattutto
che pone fine all'illusione.
E' come se di notte, per il poeta tutto sia possibile. Amare, essere ricambiato,
credere, sperare, sognare, costruire illusioni, fidarsi.
La luce invece porta alla fine delle fantasie, porta a dover fare i conti con la
realt�.
E infatti, in quella "chiara sera" (ossimoro) per sempre ha perduto l'amata.
E il petto � arido come una stella che dovrebbe emanare luce nella notte, ma che
� spenta. Spenta perch� la luce del giorno l'ha uccisa, e spenta perch� le
speranze d'amore del poeta sono finite.