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POESIE DI EUGENIO MONTALE 2
Non recidere, forbice, quel volto (Montale) Non recidere, forbice, quel volto Non recidere, forbice, quel volto, solo nella memoria che si sfolla, non far del grande suo viso in ascolto la mia nebbia di sempre. Un freddo cala... Duro il colpo svetta. E l'acacia ferita da s� scrolla il guscio di cicala nella prima belletta di Novembre. Cigola la carrucola del pozzo Cigola la carrucola del pozzo, l'acqua sale alla luce e vi si fonde. Trema un ricordo nel ricolmo secchio, nel puro cerchio un'immagine ride. Accosto il volto a evanescenti labbri: si deforma il passato, si fa vecchio, appartiene ad un altro... Ah che gi� stride la ruota, ti ridona all'atro fondo, visione, una distanza ci divide. Meriggiare pallido e assorto Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d' orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch' ora si rompono ed ora s' intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com' � tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. Spesso il male di vivere ho incontrato "Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato� Bene non seppi, fuori che il prodigio che schiude la divina indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco levato." I LIMONI Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall' azzurro: pi� chiaro si ascolta il susurro dei rami amici nell' aria che quasi non si muove, e i sensi di quest' odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed � l' odore dei limoni. Vedi, in questi silenzi in cui le cose s' abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l' anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verit� Lo sguardo fruga d' intorno, la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno pi� languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana qualche disturbata Divinit� Ma l' illusione manca e ci riporta il tempo nelle citt� rumorose dove l' azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s' affolta il tedio dell' inverno sulle case, la luce si fa avara - amara l' anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d' oro della solarit�. LA CASA DEI DOGANIERI Tu non ricordi la casa dei doganieri sul rialzo a strapiombo sulla scogliera: desolata t' attende dalla sera in cui v' entr� lo sciame dei tuoi pensieri e vi sost� irrequieto. Libeccio sferza da anni le vecchie mura e il suono del tuo riso non � pi� lieto: la bussola va impazzita all' avventura e il calcolo dei dadi pi� non torna. Tu non ricordi; altro tempo frastorna la tua memoria; un filo s' addipana. Ne tengo ancora un capo; ma s' allontana la casa e in cima al tetto la banderuola affumicata gira senza piet�. Ne tengo un capo; ma tu resti sola n� qui respiri nell' oscurit�. Oh l' orizzonte in fuga, dove s' accende rara la luce della petroliera! Il varco � qui? ( Ripullula il frangente ancora sulla balza che scoscende ...). Tu non ricordi la casa di questa mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.PER COMMENTI CLICCA APPROFONDIMENTI LETTERARI
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