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CON PIU' M'ALLUNGO,PIU' M'E' PROSSIMANA | |
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"Con pi� m'allungo, pi� m'� prossimana
la fazzon dolce de la donna mia, che m'aucide sovente e mi risana e m'ave miso in tal forsenaria, che 'n parte ch'eo dimor' in terra strana, me par visibil ch'eo con ella sia, e un 'or credo tal speranza vana ed altra mi ritorno en la follia. Cos� como guid� i Magi la stella, guidame sua fazzon gendome avante, che mi par e incarnat'ella. Per� vivo gioioso e benistante, ch� certo senza ci� crudele e fella morte m'auciderea immantenante". |
Il poeta afferma che � lontano dalla sua amata , ma l'amore lo porta ad una tal follia da vederla vicino a lui in carne ed ossa.Lei per lui � come la stella che guid� i Magi e lo guida facendolo felice.Senza di lei morirebbe.
PARAFRASI :
Quanto pi� m'allontano io pi� sento vicino il dolce viso della mia donna, che mi fa morire e dopo mi d� gioia facendomi andare in uno stato di follia,che, mentre sto in terra straniera, mi pare che io stia con lei; e in momento credo tale speranza vana e in un altro ricado nella follia di averla vicina.Cos�, come la stella guida i Magi , mi guida il suo viso andandomi avanti ch'ella mi pare in carne e ossa.Per� vivo gioioso e felice in quanto senza ci� una morte crudele e malvagia mi ucciderebbe subito.
Livello metricoRetorica:
Similtudine al v.9 , Endiadi al v.13 .
Stile
Nel testo sono comunque presenti espressioni popolari fiorentine : prossimana , fazzon, forsenaria e gendome.
Temi
Nel sonetto risuonano motivi della tradizione cortese: la donna � vista come una guida .Appaiono tuttavia i richiami alla realt� terrena, alla fisicit� femminile della donna protagonista del sonetto: il suo viso porta il poeta ad uno stato di euforia in modo da vedere la sua donna davanti a lui in carne e ossa.