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Fichte, Johann Gottlieb (Rammenau, Sassonia 1762 - Berlino 1814), filosofo tedesco, propugnatore di una teoria idealistica della realt� e dell'atto morale. Fichte studi� teologia a Jena e a Lipsia; il suo Saggio di una critica di ogni rivelazione (1792 gli permise di ottenere la cattedra di filosofia a Jena nel 1793.
L�infinit� dell�Io
Per Kant l�Io � finito perch� limitato dalla cosa in s� ed � il principio
formale del conoscere.
Per Fichte l�Io � infinito poich� tutto esiste nell�Io e per l�Io ed � il
principio formale e materiale a cui si deve la realt� stessa.
Fichte � il filosofo dell�infinit� dell�Io, della sua assoluta attivit� e
spontaneit�, quindi della sua assoluta libert�.
La Dottrina della scienza e i suoi 3 principi.
Fichte vuole costruire un sistema grazie al quale la filosofia divenga un sapere
assoluto e perfetto. Il concetto della Dottrina della scienza � quello di una
scienza della scienza, cio� di un sapere che metta in luce il principio su cui
si fonda la validit� di ogni scienza e che si fondi sullo stesso principio.
Il principio � l�Io o l�autocoscienza. Noi possiamo dire che una cosa esiste
solo rapportandola alla nostra coscienza, cio� facendone un essere-per-noi. La
coscienza � tale solo in quanto coscienza di s� medesima, cio� autocoscienza.
L�essere per noi (l�oggetto) � possibile soltanto sotto la condizione della
coscienza (del soggetto) e questa soltanto sotto la condizione
dell�autocoscienza.
La coscienza � il fondamento dell�essere, l�autocoscienza � il fondamento della
coscienza.
3 momenti fondamentali:
1. legge d�identit�: (A=A) la filosofia tradizionale aveva lo considerato come
base del sapere. Tale legge non rappresenta il primo principio della scienza,
poich� implica un principio ulteriore che � l�Io. Tale legge presuppone che se A
� dato, deve essere formalmente uguale a s� stesso. Essa assume ipoteticamente
la presenza di A. L�esistenza di A dipende dall�Io che la pone, poich� senza
l�identit� dell�Io (Io=Io) l�identit� logica (A=A) non si giustifica.
Il rapporto di identit� � posto dall�Io, ma l�Io non lo pu� porre se non si pone
esistente: l�esistenza dell�Io � necessaria. Il principio del sapere � l�Io, che
si pone da s�, si autocrea (Io = attivit� autocreatrice e infinita);
2. l�Io pone il Non-Io: l�Io oppone a se stesso qualcosa che � un Non-Io
(oggetto, mondo, natura). Il Non-Io � posto dall�Io ed � nell�Io;
3. l�Io, avendo posto il Non-Io, si trova limitato da esso. Con questo principio
perveniamo alla situazione concreta del mondo, nel quale abbiamo un molteplicit�
di io finito che sono limitati da non-io finiti. Fichte usa l�aggettivo
�divisibile� per denominare il molteplice e il finito: �L�Io oppone nell�Io
all�io divisibile un non-io divisibile�.
Chiarificazioni
Questi 3 principi sono i capisaldi della dottrina di Fichte perch� stabiliscono:
- l�esistenza di un Io infinito, attivit� libera e creatrice;
- l�esistenza di un io finito (perch� limitato dal non-no), cio� di un soggetto
empirico;
- la realt� di un Non-Io, cio� dell�oggetto (mondo o natura), che si oppone
all�io finito ma � compreso nell�Io infinito, dal quale � posto.
Note:
� i 3 principi non vanno interpretati in modo cronologico, ma logico;
� l�Io risulta finito e infinito al tempo stesso: finito perch� limitato dal
Non-Io, infinito perch� esiste solo in relazione all�Io e dentro l�Io;
� l�Io infinito o puro non � diverso dall�insieme degli io finiti nei quali si
realizza;
� l�Io infinito � al meta ideale. Gli io finiti sono l�Io infinito in quanto
tendono a esserlo. Per l�uomo l�infinito � una missione; l�uomo � uno sforzo
infinito verso al libert�, cio� una lotta inesauribile contro il limite (natura
esterna ed interna);
� la missione non si conclude mai poich� se l�Io, la cui essenza � lo sforzo
(Streben) riuscisse ad eliminare tutti i suoi ostacoli, cesserebbe di esistere
(la vita � lotta ed opposizione). La perfezione sta nello sforzo infinito di
autoperfezionamento.
La struttura dialettica dell�Io
L�Io ha una struttura triadica e dialettica, articolata nei 3 momenti della
tesi-antitesi-sintesi e incentrata sul concetto di una �sintesi degli opposti�.
�...la natura del nostro animo � tale che ogni dire esige un contraddire...come
limite fecondo...�
La sintesi � la riaffermazione rafforzata dell�affermazione.
La dottrina morale
La conoscenza presuppone l�esistenza di un io finito a cui si oppone un non-io
finito, ma non spiega il perch�. Il motivo � pratico: l�Io pone il non-io ed
esiste come attivit� conoscente solo per poter agire: �Agiamo eprch� conosciamo,
ma conosciamo perch� siamo destinati ad agire�. Fichte sostiene il primato della
ragion pratica sulla ragion teoretica → Idealismo etico, che si sintetizza nella tesi secondo cui: noi
esistiamo per agire e il mondo esiste come teatro della nostra azione.
Il carattere morale dell�agire consiste nel fatto che esso assume la forma del
�dovere�, cio� un imperativo volto a far trionfare lo spirito sulla materia,
mediante la sottomissione degli impulsi alla ragione.
L�Io ha bisogno del Non-Io perch� per realizzare s� stesso, l�Io, che � libert�,
deve agire moralmente. Ma, come aveva detto Kant, non c�� attivit� morale senza
sforzo, e non c�� sforzo dove non c�� un ostacolo. Tale ostacolo � la materia,
il non-io. Il non-io � indispensabile perch� l�Io si realizzi come attivit�
morale, tramite un processo di autoliberazione dell�Io dai proprio ostacoli.
Processo tramite cui l�Io mira a farsi infinito.
La missione sociale dell�uomo e del dotto
Il dovere morale pu� essere realizzato dall�io finito solo insieme agli altri io
finiti, poich� la sollecitazione al dovere pu� venire solo da esseri al di fuori
di s� a cui riconosco lo stesso scopo della mia esistenza: la libert�. Cos� ogni
io finito � costretto a porre dei limiti alla sua libert� e ad agire in modo che
l�umanit� risulti sempre pi� libera.
Per realizzare questo scopo si richiede una mobilitazione di coloro che ne
possiedono consapevolezza: i dotti. Gli intellettuali non devono essere
individui isolati, ma devono essere persone pubbliche con responsabilit�
sociali: devono condurre gli uomini alla coscienza dei loro bisogni e istruirli
sui mezzi adatti per soddisfarli.
Il dotto deve essere l�uomo moralmente migliore del suo tempo. Il fine � il
perfezionamento morale di tutto l�uomo.
Lo Stato-nazione e la celebrazione della missione civilizzatrice della
Germania
La filosofia di Fichte si evolve in senso nazionalistico nei �Discorsi alla
nazione tedesca�.
Il tema fondamentale � l�educazione. Fichte ritiene che il mondo moderno
richieda una nuova azione pedagogica al servizio della maggioranza del popolo e
che trasformi la struttura psichica e fisica dell�uomo.
Sostiene che solo il popolo tedesco risulta adatto a promuovere la �nuova
educazione� in virt� della lingua: i tedeschi sono gli unici ad aver mantenuto
la loro lingua; i tedeschi sono l�incarnazione del popolo �primitivo� rimasto
integro e puro → considerati il popolo
per eccellenza.
I tedeschi sono gli unici ad avere una patria, nel senso pi� alto del termine, e
a costituire un�unit� organica che si identifica con la realt� profonda della
nazione.
La Germania, patria di Lutero e Kant, risulta la nazione eletta a realizzare
2l�umanit� fra gli uomini�, divenendo forza trainante per gli altri popoli. Se
fallisse, l�umanit� perirebbe.
� Il primato che Fichte assegna ai tedeschi � di tipo spirituale e culturale (e
non politico-militare);
� L�interesse ultimo del popolo tedesco � l�umanit� intera;
� Il fine sono i valori etici della ragione e della libert�. Divent� il
testo-chiave del nazismo del Terzo Reich.
Dal Web :
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