CECCO ANGIOLIERI


HOME PAGE    DIDATTICA SCUOLA    POESIE 200-900    COMMENTI POESIE FAMOSE    LETTERATURA

 


TRE COSE SOLAMENTE

 
 
Tre cose solamente mi so �n grado,
le quali posso non ben men fornire:
ci� � la donna, la taverna e �l dado;
queste mi fanno �l cuor lieto sentire1.

Ma s� me le conven usar di rado,
ch� la mie borsa mi mett�al mentire;
e quando mi sovvien, tutto mi sbrado,
ch�i� perdo per moneta �l mie disire2.

E dico: � Dato li sia d�una lancia! �
Ci� a mi� padre, che mi tien s� magro,
che tornare� senza logro di Francia3.

Trarl�un denai� di man ser�a pi� agro,
la man di pasqua che si d� la mancia,
che far pigliar la gru ad un bozzagro4.

Tre cose� sentire: Tre cose soltanto mi sono gradite (mi so �n grado; �so� usato per la terza persona plurale, � un tratto tipico del dialetto senese-aretino), delle quali posso a mala pena (non ben) soddisfare me stesso (men fornire); cio� il sesso (la donna), il bere (la taverna) e il gioco (�l dado, metonimia); queste mi fanno rallegrare (lieto sentire) il cuore.

Ma s� desire: Eppure (Ma s�) mi � necessario (conven) permettermele (usar) raramente, perch� la mia povert� (la mie borsa, metonimia; la forma �mie� per �mio� � un tratto tipico senese-aretino) contraddice i miei desideri (mi mett�al mentire, cio� mi smentisce, mi costringe a privarmene); e quando ci penso (mi sovvien) tutto sbraito (mi sbrado: il verbo � simile al provenzale braidar; il pronome �mi� ha la funzione di dativo etico) perch� (ch�) io perdo per <mancanza di> denaro (per moneta) l�oggetto del mio desiderio (�l mie desire, metonimia).

 E dico� di Francia: E dico: � Possa essere trafitto da una lancia (Dato li sia d�una lancia; il pronome personale �li� � prolettico rispetto al �padre� del verso successivo)! � Questo (Ci�) <lo dico> di mio padre, che mi fa patire la fame tanto (mi tien s� magro) che potrei tornare <a piedi> dalla Francia senza dimagrimento (logro). Si tratta di un�iperbole: Cecco � cos� rifinito dalla fame che nemmeno un lunghissimo viaggio potrebbe smagrirlo di pi�. Ma l�interpretazione del v. 11 � controversa. Il sostantivo �logro� potrebbe indicare un attrezzo (il termine, nella forma �logoro�, � presente in Dante, Inferno, XVII, 128) su cui si collocava il cibo per attirare i falchi durante l�addestramento alla caccia; un addestramento in preparazione del quale essi venivano lasciati senza mangiare. Il verso significherebbe in questo caso che Cecco, per fame, sarebbe pronto a tornare da molto lontano anche senza bisogno di un�esca che lo attirasse: si tratterebbe di una metafora. L�interpretazione appare laboriosa, ma potrebbe essere suffragata dal fatto che il tema della caccia � presente nella terzina successiva.

 Trarl�un denai�� bozzagro: Sarebbe pi� difficile (agro) togliergli (Trarl�) di mano un denaro (denai: � precisamente la dodicesima parte del soldo), <perfino> la mattina (la man) di un giorno di festa (pasqua, qui usato in senso generico), quando (che) si � soliti elargire la mancia, di quanto sia difficile far catturare (pigliar) la gru a una poiana (bozzagro, uccello inadatto alla caccia).


Livello metrico
Sonetto con rime alternate sia nelle quartine che nelle terzine. Lo schema � ABAB, ABAB; CDC, DCD.

Livello lessicale, sintattico e stilistico
Il sonetto presenta diversi tratti morfologici tipici del dialetto senese, come la forma di terza persona plurale �so� (v. 1) e il possessivo �mie� (vv. 6, 8); la scelta lessicale � orientata verso parole dai suoni aspri e che presentino forti scontri consonantici (come �logro�, v. 11), collocate spesso anche in rima (�sbrado�, v. 7; �bozzagro�, v. 14). Gi� sul piano del suono, dunque, la poesia di Cecco si pone programmaticamente agli antipodi dei canoni stilnovistici. Evidente, nell�ultima terzina, il ricorso al lessico tecnico della caccia; � discusso se a quest�ambito vada ricondotto anche il termine �logro� del v. 11. Tra le figure retoriche prevale la metonimia (cfr. note e ), ma � presente anche la similitudine (seconda terzina). Come in genere avviene nella poesia di Cecco, grande rilevanza assume l�iperbole (dominante in entrambe le terzine).
La struttura sintattica � abbastanza semplice. Nelle quartine non si va oltre il primo grado di subordinazione: ogni proposizione (con l�eccezione del v. 7) tende a occupare un intero verso; solo nella prima terzina si raggiunge il secondo grado di subordinazione.

Livello tematico
La struttura del sonetto � semplicissima: all�inizio (prima quartina) vengono elencati gli oggetti del desiderio del poeta; ma gi� il v. 2 anticipa la difficolt� che egli incontra a raggiungerli. La seconda quartina attribuisce la frustrazione del desiderio alla mancanza di denaro; le terzine individuano poi il colpevole di tale mancanza nel padre. All�inizio delle terzine, il tema del risentimento verso il padre � introdotto da una violenta esclamazione, che sfoga l�aggressivit� contro di lui ancor prima di nominarlo. I versi successivi consentono poi di identificare questo personaggio e razionalizzano l�aggressivit� (con un passaggio dalla paratassi all�ipotassi che attenua gradualmente la violenza verbale dell�esclamazione; vv. 10-11) attribuendo all�odiato genitore la colpa di un�avarizia senza pari.
Sia la povert� del poeta che l�avarizia del padre sono comunque � come sempre accade nei sonetti di Cecco � raffigurate iperbolicamente. Del resto va ricordato che l�ostilit� padri-figli ha precisi precedenti nella tradizione letteraria greco-latina: nella commedia di Plauto, ad esempio, i padri sono generalmente avari, e vietano ai figli proprio quegli stessi piaceri cui Cecco qui si richiama.
Il sonetto capovolge programmaticamente i valori della societ� e della cultura ufficiale del tempo. L�amore viene degradato alla sua dimensione puramente sensuale; viene accostato ai vizi del gioco e del vino; ma viene � soprattutto � prosaicamente collegato con il denaro; un tema, questo, che risulta dominante nel sonetto. La dimensione economica, nella societ� comunale, assumeva come si sa un ruolo fondamentale: senza la ripresa della circolazione monetaria non si sarebbe realizzata quell�ascesa della borghesia comunale che � all�origine � fra l�altro � della fioritura poetica dello Stilnovo. Tuttavia, anche negli interpreti pi� coscienti della nuova cultura borghese � per esempio in Guido Guinizzelli � il tema del denaro � completamente nascosto: l�ascesa della borghesia viene esaltata rimuovendo, attraverso un processo di sublimazione, ogni riferimento alle sue basi materiali e appropriandosi � con i dovuti adattamenti � dei tratti tipici della cultura cortese-cavalleresca . Che il tema del denaro venisse trattato con estrema cautela non pu� naturalmente sorprendere: si pensi solo alla inconciliabilit� � o, perlomeno, all�estrema difficolt� di conciliazione � dell�etica mercantile con quella cristiana. E si pensi allo scandalo destato da quanti, come san Francesco, hanno messo in rilievo proprio tale inconciliabilit�.
La poesia di Cecco mette dunque il tema del denaro in primo piano, infrangendo il tab� e obbedendo ai dettami della letteratura �carnevalesca�, la quale tende a presentare un mondo alla rovescia, a capovolgere i valori ufficialmente accettati. I vizi (�la donna, la taverna e �l dado�) appaiono dunque come le uniche cose desiderabili (� un tema, questo, che ha dei precedenti nella tradizione in lingua latina, anch�essa di ispirazione �carnevalesca�, dei goliardi1). La povert� perde i suoi tratti di virt� cristiana e si presenta unicamente come sofferenza, privazione e causa di risentimento.
Non si deve naturalmente dimenticare che la poesia di Cecco � il risultato di un gioco letterario, che trova nell�iperbole la sua principale cifra stilistica. E tuttavia, il presentare un mondo capovolto rispetto a quello raffigurato dalla letteratura �seria� pu� significare, in certi casi, fare una poesia pi� vicina alla realt�.  PER CONTINUARE A LEGGERE IL COMMENTO CLICCA QUI




Classifica di siti - Iscrivete il vostro!

Informativa Privacy Cookie Policy
- � POESIA E NARRATIVA -