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L’Avemaria di Bobbio
Un caso singolarissimo era accaduto a Marco Saverio Bobbio, notaio a
Richieri tra i più stimati. Studioso di filosofia, ateo, non era più
credente come da bambino,quando ogni mattina andava a messa con la mamma.
Bobbio aveva in bocca più di un dente guasto. Parecchi anni si trovava a
villeggiare con la famiglia a due miglia da Richieri. Andava alla mattina a
lavorare in paese e alla sera tornava a casa, ma la domenica voleva passarla
tutta in vacanza. Così invitò tutti i parenti e mentre le donne parlavano, i
bambini giocavano; gli uomini giocavano a bocce. Giunta ora di mangiare a
Bobbio venne un fortissimo mal di denti, che decise di ritirarsi in camera
sua. Dopo un’oretta decise di andare in paese da un dentista. Per strada
vedendo il tabernacolo della SS. Vergine delle Grazie disse la preghiera Ave
Maria come se rifosse ridestato in lui il bambino di una volta, e il mal di
denti gli passò; così tornò a casa. Adesso chiuso in camera sua ripensava al
fatto sorridendo quando leggendo Montaigne gli venne un forte mal di denti.
Provò a continuare a leggere e a non pensarci ma non ce la faceva così
decise di andare dal dentista. Per strada provò di nuovo a pregare dicendo
l’Avemaria in latino, ma nulla cambiò. Quando arrivò dal dentista il mal di
denti gli era passato ma decise comunque di farsi togliere tutti i denti.
La novella presenta il motivo del subcosciente in cui sono sopiti pensieri e affetti che una volta furono i nostri e che all’improvviso si ridestano, mostrando ancor vivo in noi un altro essere insospettato. Il subcosciente di Pirandello fa zampillare improvvisamente in noi l’autenticità del nostro essere, che noi però spesso respingiamo per restare attaccati alle forme che la vita ci obbliga ad assumere.