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TIZIANA
Tiziana raggiunse la porta di casa quasi senza toccare terra. Aveva fatto
le scale trattenendo il respiro. Ludovico l�aveva scaricata davanti al portone
dell�abitazione, in Viale Italia, ed era ripartito lasciando sull�asfalto
met� battistrada delle ruote della sua auto. Da quando erano saliti in
macchina, alle sei del pomeriggio, e fino al ritorno ad Avellino, dopo aver
girovagato tra Contrada, Forino e la Valle del Lauro, avevano trascorso tutto il
tempo a discutere sul significato del loro stare insieme. Alla fine Ludovico se
n�era uscito dicendo che aveva bisogno di una pausa di riflessione.
- E chi ci crede pi� alle pause di riflessione? - gli aveva risposto
Tiziana. - Sai come si dice? Le pause di riflessione hanno sempre un nome e un
cognome! La verit� � che non vuoi saperne pi� di me, - ed era scesa di corsa
dall�auto sbattendo la portiera.
Una volta dentro casa, Tiziana si abbandon� con le spalle alla porta e
lentamente la rinchiuse. La stanza d�ingresso era avvolta dalla solita
penombra creata dalla luce della cucina, lasciata di proposito accesa dai
genitori quando lei faceva tardi in discoteca o perch� si tratteneva a parlare
gi� in macchina con Ludovico, come sempre pi� spesso accadeva negli ultimi
tempi.
Piangeva e aveva voglia di gridare per la rabbia pi� che per il
dispiacere, ma la stima e il rispetto che nutriva verso i suoi vecchi le
smorzavano i singhiozzi in gola. Entrando in cucina, trov� la tavola per met�
imbandita: le posate avvolte nel tovagliolo di carta, la bottiglia d�acqua
minerale, il bicchiere e due piatti, uno accoglieva un�insalata di radicchio,
l�altro, ricoperto da un piatto capovolto, teneva al caldo una pietanza di
carne o di pesce. Come ogni sera, la madre le aveva conservato qualcosa da
mangiare, caso mai fosse rientrata senza aver toccato cibo. Sollev� il piatto
capovolto e apparve una cotoletta con contorno di patatine fritte. Stava a
digiuno, ma non aveva fame. Lasci� ricadere il piatto sulla cotoletta e si
guard� intorno come alla ricerca di qualcosa che neppure lei sapeva. Ogni cosa
stava al suo posto. La madre, prima di andare a letto, curava che tutto fosse in
ordine: le piaceva svegliarsi e iniziare la giornata senza dover per prima cosa
riassettare la cucina e lavare i piatti della sera precedente. In questa sua
panoramica not�, sul ripiano ad angolo della cucina, la bottiglia di vino che
era servita per la cena di suo padre. Era piena a met�. Aveva consumato per
prima il vino sopravanzato dalla sera precedente, pens� Tiziana, il padre a
pranzo non beveva. Era un rosso che proveniva dai vigneti che circondano il
borgo di Taurasi. Il padre acquistava il vino direttamente da un piccolo
produttore del posto, e poi, a met� marzo, con l�aiuto della moglie,
provvedeva ad imbottigliarlo.
Tiziana di solito non beveva. Ogni tanto, dietro le insistenze del padre,
assaggiava un mezzo bicchiere di vino, non di pi�. Quella sera per� Tiziana
vedeva ogni cosa sotto una luce totalmente diversa. Si sent� stranamente
attratta da quella bottiglia per met� trasparente e per met� opaca. Con passo
deciso, si diresse verso il mobile ad angolo della cucina, si impossess� della
bottiglia e, reggendola con entrambe le mani, ritorn� sui suoi passi. Sorpresa
lei stessa dal suo comportamento, per un po� rigir� tra le mani quel panciuto
recipiente di vetro: aveva il tappo di sughero calcato a met� e conservava
ancora l�etichetta originaria sulla quale si leggeva, scolorito dal tempo, il
nome di un noto spumante. Poi, facendo pressione con le dita, stapp� la
bottiglia e ne vers� parte del contenuto nel bicchiere. Nel poggiarla sul
tavolo, valut� quanto vino ancora conteneva: un altro buon calice, stim�.
Senza sedersi, dapprima prese a bere a piccoli sorsi, ma giunta alla met�, vuot�
il bicchiere senza pi� staccare le labbra dal vetro. Prima di riporre il
bicchiere, si ferm� ad osservare le impronte che le sue labbra avevano lasciato
sul bordo, a testimonianza dei precedenti baci.
Spesse volte Tiziana aveva sentito il padre, un vecchio professore in
pensione, dopo un lauto pranzo abbondantemente innaffiato, fare l�elogio del
vino.
- In diversi luoghi della terra e in varie epoche,
- esclamava con tono solenne, - svariati alimenti sono stati soprannominati �cibo degli dei�: il
cioccolato, la pappa reale, il tartufo, il fungo porcino. Nessuno per� pi� del
vino merita quest�appellativo. Cos�� dunque che rende questa bevanda adatta
al palato degli dei? Perch� molte persone pensano di non poter vivere senza la
fragranza di questo liquido color della notte o color del giorno, che madre
terra fa sgorgare da una pianta storta e nodosa? Non certo la sua rarit�: la
coltivazione della vite � diffusa in ogni regione del mondo. La causa quindi va
ricercata altrove. E dove, se non nelle sue qualit�? Qual altro alimento, cibo
o bevanda che sia, possiede come il
vino la capacit� di provocare stati di cognizione ultraterrena, di indurre una
sensazione di benessere abitualmente aliena ai nostri affanni quotidiani, di
spingere a compiere gesta sovrumane? Il vino � il re delle bevande, ed ha
l�amicizia per scettro e l�amore per corona!
E dopo una breve pausa per rinfrescarsi la gola, riprendeva con pi�
vigore:
- La vite produce tre tipi di vino: il primo � quello del piacere, il
secondo quello dell�ebbrezza, il terzo quello del disgusto: la saggezza di un
uomo consiste nel non assaggiare mai il terzo. Pianta di allegria, un calice del
tuo frutto aggiunge il suo bacio al bacio dell�amore, dispone al canto, rende
pi� gradevole la conversazione, ripara le ferite dell�anima, favorisce di
sera l�abbandono nelle braccia di Morfeo! Davvero triste sarebbe colui che mai
oltrepassasse il confine della sobriet� per comprendere com�� il mondo visto
dall�altra parte! L�inebriarsi, in alcune societ� del passato, era un modo
per entrare in comunione con la divinit� e per permettere alle persone di
rivelarsi agli altri e a se stesse. Non � un paradosso affermare che
l�eccesso di una generosa bevuta, praticato con moderazione, ossia non tutte
le sere, abbia un effetto catartico. Ecco perch� ti amo, o vino: sei sincero ed
agisci secondo il mio intento! Alle volte t�ho sorseggiato per trovare delle
soluzioni alle mie domande, e le tue risposte sono state veritiere; altre volte
t�ho bevuto a lunghi sorsi per godere dei tuoi servigi, e gli effetti sono
stati quelli desiderati: nei momenti di gioia, hai accresciuto la mia euforia, nei momenti di sconforto, hai mitigato il mio
dolore.
I ricordi, ma forse ancor pi� gli effetti del vino che incominciavano a
farsi sentire infusero coraggio a Tiziana e le fecero tornare il sorriso sulle
labbra. Restando sempre in piedi, ma reggendosi con la mano sinistra premuta sul
tavolo, afferr� di nuovo la bottiglia e la vuot� nel bicchiere, riempiendolo
fino all�orlo. Poggi� anche l�altra mano sul tavolo e rimase per po� a
fissare il liquido purpureo ancora tremante nel calice.
- A volte nella vita l�attraversamento del nulla � necessario, -
esclam�, - e cosa pi� di una coppa ricolma di vino pu� favorire questa
traversata? � e, mimando un brindisi, port� il bicchiere alle labbra e bevve
tutto d�un fiato.
L�effetto fu immediato e sublimante. Con la stessa rapidit� con cui il
liquido vellutato discese all�interno del suo corpo i fumi dell�alcool
salirono verso la testa, trovando le porte gi� socchiuse dal passaggio del
primo bicchiere. Il suo stato d�animo cambi� colore, e Tiziana per un attimo
assapor� lo splendore terrestre della vita, prima che le sue gambe
incominciassero a diventare malferme. Quel poco di raziocinio che ancora le
restava le sugger� che la cosa migliore per lei era guadagnare la camera da
letto. Lambendo il muro, si avvi� verso la porta che conduceva al corridoio.
Nel breve tempo che impieg� per raggiungere l�ingresso della stanza da letto,
lo stato di ebbrezza si accrebbe e la confusione di Tiziana aument�. Una volta
in camera, si lasci� cadere sul letto, ma lo manc�. Si risvegli� il mattino
dopo, distesa sul pavimento, una spalla dolente e la testa intontita per i
brindisi solitari della notte precedente, ma non si rammaric� di questo, n�
tanto meno per Ludovico. Fece una doccia, si rivest�, riordin� i pensieri con
un bollente caff� amaro, e, prima di avviarsi verso l�ufficio, salut� la
madre con un abbraccio pi� affettuoso del solito.
- Forse stasera far� tardi, - la inform�, mentre attraversava la porta
d�ingresso.