umanesimo

La cultura del Quattrocento � tutta all'insegna dell'umanesimo: il termine deriva da studia humanitatis, cio� lo studio dei testi letterari e filosofici antichi, e contiene in s� l'idea che gli studi classici coincidano col perfezionamento morale dell'uomo. Gli umanisti si sento protagonisti di un'era di rinascita della civilt�, dopo le barbarie dell'et� di mezzo, il medioevo: l'uso quasi esclusivo del latino, un latino riportato ai modelli classici e depurato dai barbarismi medievali, � il segno del loro ideale ricongiungersi all'antichit�.

E' una cultura pervasa di ottimismo: in forte polemica con l'ascetismo medievale si esalta la dignit� dell'uomo, il valore della vita terrena, dell'attivit� umana che domina la natura, dell'impegno civile. In campo religioso, si propone un cristianesimo aperto e tollerante, conciliato con l'eredit� della filosofia antica, in particolare con il platonismo, che domina nella seconda met� del secolo. Dal punto di vista sociale gli umanisti sono quasi tutti segretari di corti ecclesiastiche o laiche, o del comune fiorentino, finch� questo sopravvive; la dipendenza dai principi li pone in una situazione ambigua, oscillante tra il servilismo, l'idealizzazione dei signori e scatti di protesta.

Decadenza e Rinascenza degli umanisti

La deplorazione per la decadenza dei propri tempi � frequente nei primi umanisti: che si tratti della rovina dei monumenti della Roma antica o dell'ignoranza della filosofia antica, � comune il sentimento di essere separati dalla vera civilt�, espressa dal mondo antico, dopo un lungo periodo di imbarbarimento. Ma in questo sentimento � gi� presente l'idea di una rinascita in atto, manifestata dall'entusiasmo con cui si riscoprono e si studiano i testi antichi, in parte, dimenticati. La dialettica di decadenza e rinascenza costituisce il primo embrione di una nuova consapevolezza storica, che nel celebre opuscolo di Valla sulla donazione di Costantino si esprime in una critica attenta e sicura dei documenti antichi.