La condizione umana in Leopardi e Schopenhauer


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TESINA INTERDISCIPLINARE

 

La condizione umana in Leopardi e Schopenhauer

SCHOPENHAUER E LEOPARDI: CONFRONTO DIRETTO

Schopenhauer

Per Schopenhaucr affermare che l'essere � la manifestazione di una volont� infinita equivale a dire che la vita � dolore. Infatti volete significa desiderare, e il desiderate porta ad uno stato di tensione, per la mancanza di ci� che vorremmo avere. Il desiderio risulta quindi per definizione, assenza, vuoto ossia dolore.

"Ogni volere proviene da un bisogno, cio� da una privazione, cio� da una sofferenza. La sofferenza vi mette un temine; ma per un desiderio che tiene soddisfatto, ce ne sono dieci almeno che debbono essere contrariati; per di pi�, ogni forma di desiderio sembra non aver mai fine, e le esigenze tendono all'infinito, la soddisfazione � breve e amaramente misurata. Ma l'appagamento finale non � poi che apparente: ogni desiderio soddisfatto cede subito il posto ad un nuovo desiderio: il primo � una disillusione riconosciuta, il secondo una disillusione non ancora riconosciuta"

Anche per Leopardi ogni essere � stimolato per natura da un continuo desiderio di piacere. Questo desiderio incessante potrebbe essere appagato solo da un piacere infinito. Ma i piaceri che ci offre la realt� sono insufficienti a soddisfare la nostra natura che ci spinge a volete sempre di pi� senza mai trovare soddisfazione.

"La Natura non ci ha solamente dato il desiderio della felicit�, ma il bisogno; vero bisogno come quel di cibarsi. Perch� chi non possiede la felicit� � infelice come chi non ha di che cibarsi, patisce la fame. Or questo bisogno ella ci ha dato senza la possibilit� di soddisfarlo". (Zibaldone, 1831)

L' infelicit� umana deriva appunto dall' insuperabile distanza tra l' infinit� del desiderio e la finitezza della realt�. Nella seconda fase del suo pensiero, l'infelicit� dell' uomo non dipende da questa o quella situazione storica ma dalla contraddizione tra ci� che egli percepisce come il suo fine personale, il piacere, il graduale deperimento, annullamento e riciclaggio a cui la Natura lo destina insieme a tutte le altre parti dell' universo.

"Non gli uomini solamente, ma il genere umano fu e sar� sempre infelice di necessit�. Non il genere umano solamente ma tutti gli animali. Non gli animali soltanto ma tutti gli esseri a loro modo. Non l'individuo ma la specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi. (Zibaldone, 1826)

"Forse in qual orma, in quale
stato che sia, dentro covile o cuna,
� funesto a chi nasce il d� natale"
(Canto notturno di un pastore errante dell' Asia,1830)

LA CONCEZIONE DEL PIACERE DEI DUE INTELLETTUALI

Entrambi gli studiosi considerano il piacere come una momentanea cessazione del dolore:

Per Schopenhauer la soddisfazione di un desiderio (il piacere) o ne suscita altri o fa precipitare l'uomo in una situazione altrettanto:negativa che � la noia

"Dunque la vita oscilla come un pendolo fra il dolore e la noia, suoi due costitutivi essenziali. Donde lo stranissimo fatto, che gli uomini, dopo ricacciati nell'inferno di dolori e supplizi, non trovarono che restasse, per il cielo, nient'altro all'infuori della noia" (Il mondo come volont� e rappresentazione, 1818)

Per Leopardi ogni parvenza di felicit� � un inganno:
"O natura cortese,
son questi i doni tuoi,
questi i diletti sono
che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
� diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
spontaneo sorge: e di piacer quel tanto
che per mostro e miracolo talvolta
nasce d'affanno, � gran guadagno" (La quiete dopo la tempesta, 1829)

Per entrambi l'uomo insegue il piacere infinito ma non lo raggiunge mai: "Di tal natura sono gli sforzi e i desideri umani che ci fanno brillare innanzi la loro realizzazione come fosse il fine ultimo della volont�, ma non appena vengono soddisfatti cambiano fisionomia[..] Vengono sempre messi da parte come illusioni svanite" (Il mondo come volont� e rappresentazione, 1818)

"La felicit� � possibile a chi la desidera perch� il desiderio � senza limiti necessariamente, perch� la felicit� assoluta � indefinita e non ha limiti [..] e la felicit� ed il piacere � sempre futuro, [..] esiste solo nel desiderio del vivente e nella speranza o aspettativa che ne segue" (Zibaldone, 1821)

Per il poeta le illusioni proprie solo della giovinezza, costituiscono l'unico momento felice dell'uomo, perch� la felicit� non pu� consistere che nell'attesa e nel sogno, o nella loro :ricordanza:

"Questo di sette � il pi� gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier far� ritorno.
Garzoncello scherzoso,
cotesta et� fiorita
� come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio: stato soave,
stagion lieta � cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave. (Il sabato del villaggio, 1829)
Secondo il filosofo pu� dirsi fortunato chi, nonostante le delusioni, coltiva ancora qualche desiderio, perch� pu� ancora illudersi; chi non ha pi� alcun desiderio precipita nella noia, cio� in una condizione ancora pi� infelice

"Fortunato abbastanza colui, al quale resti ancora da accarezzare qualche desiderio, qualche aspirazione. potr� continuare a lungo il gioco del perpetuo passaggio dal desiderio all'appagamento, dall' appagamento il nuovo desiderio [..]; ma se non altro non cadr� in quella paralizzante stasi che � sorgente di stagnante e terribile noia, di desideri vaghi, senza oggetto preciso, e di languore mortale" (Il mondo come volont� e rappresentazione, 1818)

Come per Schopenhauer, anche per Leopardi la noia � il peggiore dei mali in quanto piena consapevolezza dell'uomo (il pi� sofferente degli esseri) della sua infelicit�

"Ed io godo ancor poco,
o greggia mia, n� di ci� sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
-Dimmi: perch� giacendo
a bell'agio, ozioso,
s'appaga ogni animale; me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?-"
(Canto notturno di un pastore errante dell' Asia,1830)

CONCLUSIONI

Le affinit� tra Leopardi e Schopenbaucr sono state analizzate anche in un saggio, ad opera del critico De Sanctis, il quale, dopo essersi avvicinato apertamente e con passione al Leopardi, spiega come le proposte di Schopenhauer si rivelino aride e incostruttive mentre, all'opposto, quelle del poeta siano fera perch� producono l'effetto contrario a quello che si propongono.

"Non crede al progresso, e te lo fa desiderare, non crede alla libert� e te la fa amare. Chiama illusioni l'amore, la gloria, la virt� e te ne accende in petto un desiderio inesausto. E non puoi lasciarlo che non ti senta migliore"

L' unico atto di libert� che sia possibile all' uomo � la soppressione della volont� di vivere, praticabile solo tramite l'ascesi. Questa consiste nella "astensione dal piacevole e la ricerca dello spiacevole, l'espiazione e la macerazione spontaneamente scelta, per la continuata mortificazione della volont�. "

Cos� mentre in Schopenhauer lo sbocco logico del suo pessimismo consiste nella fuga dalla vita e nel quietismo dell'asceta, in Leopardi l'esito dei suo pessimismo d� all'uomo un messaggio positivo:

"Nobil natura � quella
che a sollevar s'ardisce
gli occhi mortali incontra
al comun fato, e che con franca lingua,
nulla al ver detraendo,
confessa il mal che ci fu dato in sorte,
e il basso stato e frale;
quella che grande e forte
mostra s� nel soffrir, n� gli odi e l'ire
fraterne, ancor pi� gravi
d'ogni altro danno, accresce
alle miserie sue, l'uomo incolpando
del suo dolor, ma d� la colpa a quella
che veramente � rea, che de' mortali
madre � di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
congiunta esser pensando,
siccome � il vero, ed ordinata in pria
l'umana compagnia,
tutti fra s� confederati estima
gli uomini, e tutti abbraccia
con vero amor, porgendo
valida e pronta ed aspettando aita
negli alterni perigli e nelle angosce
della guerra comune. (La Ginestra, 1836)
A differenza dei pensatore tedesco dunque,, la filosofia "dolorosa ma vera" del Leopardi trasmette un messaggio di fraternit� per tutti gli uomini e comunica l'esigenza di costruire un mondo fondato sull'amore e sulla solidariet�, non a caso tra i titoli delle opere che aveva in mente di scrivere e non pot� compiere si trova la "Lettera a un giovane del XX secolo."


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