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POESIE A TEMA

POESIE SULLA SCUOLA


POESIE SULLA SCUOLA

Per una scuola che assomigli al mondo
di Bruno Tognolini

Nel mondo ci sono le terre ed i cieli
Non sono divisi in scaffali
Nel mondo ci sono le fiabe e le arti
Non sono divise in reparti
Nel mondo c�� un nido, che � la tua classe
Uscendo non trovi le casse
Nel mondo ci sono maestri un po� maghi
Ci sono, non solo se paghi
Nel mondo il sapere che vuoi si conquista
Nel supermercato si acquista
E allora rispondi con una parola
Com�� che la vuoi la tua scuola?




A scuola
di di Lina Schwarz 

le han comprato la cartella
e comincia a far la spola:
scuola e casa, casa e scuola.
Senza andar troppo lontano,
va imparando piano, piano,
con la buona volont�,
mille cose che non sa!






La partenza per la scuola
di di Lina Schwarz

Arrivederci! me ne vado a scuola
a studiare; lo vedi, ho la cartella!
Che! ti dispiace ch�io ti lasci sola?
Non vuoi restar senza la tua sorella?�
Oh! sul tuo naso c�� una lacrimona;
non pianger, via, ritorner�, sii buona!
La mia bambola vuoi? la lascio a te;
tienla di conto, sai! (Povera me!�)






Primo giorno di scuola

 
Ecco vedi il tempo vola
ed ancora siamo a scuola.
Apri il libro ed il quaderno
prendi il foglio ed il pennello.
Dipingi i giorni di allegri colori,
di grida vivaci i nuovi rumori.
D'imparare si ben lieto
studia tutto l'alfabeto,
con i numeri e la storia
la poesia tutta a memoria.
Lo studio poi sar� giocoso
se avrai sempre un bel sorriso!
(Rosalba)





Una scuola grande come il mondo

Gianni Rodari
C�� una scuola grande come il mondo.
Ci insegnano maestri e professori,
avvocati, muratori,
televisori, giornali,
cartelli stradali,
il sole, i temporali, le stelle.
Ci sono lezioni facili
e lezioni difficili,
brutte, belle e cos� cos�
Si impara a parlare, a giocare,
a dormire, a svegliarsi,
a voler bene e perfino
ad arrabbiarsi.
Ci sono esami tutti i momenti,
ma non ci sono ripetenti:
nessuno puo� fermarsi a dieci anni,
a quindici, a venti,
e riposare un pochino.
Di imparare non si finisce mai,
e quel che non si sa
� sempre pi� importante
di quel che si sa gi�.
Questa scuola � il mondo intero
quanto � grosso:
apri gli occhi e anche tu sarai promosso!





Poesia di Marino Moretti
Compagni di banco

Oh, Poggiolini! Lo rivedo ancora
con quel suo mite sguardo di fanciulla,
e lo risento chiedermi un nonnulla
con una voce che... non so... m'accora.
Che cosa vuoi? Son pronto a darti tutto:
un pennino, un quaderno, un taccuino,
purch� tu venga per un po' vicino
al cuore che ti cerca dappertutto.
Oh non venirmi accanto come sei
ora: avvocato, chimico, tenente,
ch� cercheresti invano nella mente
il mio ricordo dandomi del lei!
lo non voglio saper, fratello, come
passaron gli anni sopra la tua vita:
voglio l'occhiata timida e smarrita
che rispondeva, un giorno, al tuo cognome.
Voglio che tu mi renda per un'ora
la parte del mio cuor che tu non sai
di posseder, da tanto tempo ormai!
e noi saremo i due compagni ancora!
Noi siederemo ad uno stesso banco
riordinando i libri a quando a quando,
e rileggendo un compito, e guardando
sul tavolino un grande foglio bianco...
Il registro, a cui tutti eran diretti,
quando c'interrogavano, gli sguardi;
io lo sapevo a mente... Leonardi,
Massari, Mauri, M�ngoli, Moretti...
Il registro coi voti piccolini
nelle caselle dietro i nomi grandi,
tu lo sapevi a mente... Nolli, Orlandi, 
Ostiglia, Paggi, Poggi, Poggiolini...
Dio, che tristezza ricordare questi
nomi d'ignoti a cui demmo del tu!
nomi che non si scorderanno pi�,
perch� in fila cos�, perch� modesti!
O Poggiolini, che fai tu, che pensi?
Forse tu vivi in una tua casina
odorata di latte e di cedrina,
e sguardi e baci ai figli tuoi dispensi! 
Forse la sera giuochi la partita
fino alle dieci e mezzo (anche pi� in l�!)
con la moglie, la suocera... e chiss�,
forse con Poggi o M�ngoli! ...La vita!
lo nulla. Quello che fu mio lo persi
strada facendo, quasi inavvertitamente;
e adesso, se ho un foglio e una matita,
faccio - indovina un po' - faccio dei versi! 




Poesia di Renzo Pezzani
La scuola

Chi mai l�ha costruita, un po� appartata
all�altre case, come una chiesuola,
e poi che l�ebbe tutta intonacata
le ha scritto in fronte la parola �Scuola�?
E chi le ha messo al collo per monile
una campana senza campanile?
Chi disegn� per lei quei due giardini
con pochi fiori e giovani alberelli
difesi dall�insulto dei monelli
da fascetti di brocche, irti di spini? 
Chi semin� con tanto amor le zolle?
Perch�, bambino, costruir la volle?
Non per un bimbo, ma per quanti sono
nel mondo, suona quella campana;
e la scuola ti sembra cos� bella,
e quell�aiuola un rifiorente dono,
perch� col giardiniere e il muratore,
vi mise mano, ogni d�, anche l�amore.




Poesia di Renzo Pezzani
A scuola

Come il mulino odora di farina,
e la chiesa d�incenso e cera fina,
sa di gesso la scuola.
E� il buon odor che lascia ogni parola
scritta sulla lavagna,
come un fioretto in mezzo alla campagna.
Tutto qui dentro � bello e sa di buono.
La campanella manda un dolce suono,
e a una parete c�� una croce appesa�
pare d�essere in chiesa:
s�entra senza cappello,
si parla a voce bassa,
si risponde all�appello�
Oh, nella scuola il tempo come passa!
S�apre il libro, si legge e la signora
spiega, per chi non sa, or questo or quello
come in un gioco: un gioco cos� bello
che quando di fa l�ora
d�uscir, vorremmo che durasse ancora.
Come il mulino odora di farina
e la chiesa d�incenso e cera fina,
la casa prende odor dal pane nostro
e la scuola dal gesso e dall�inchiostro. 





Poesia di Livio Ruber
La scuola

Ha riaperto la scuola i suoi battenti;
l�insegnante sorride con amore:
ben sa che degli alunni c�� nel cuore
il rimpianto pei bei divertimenti.
Monti, campagna, mare� che concerti
d�urla felici! Che giocondo ardore!
In piena libert� correvan l�ore;
e adesso invece tutti fermi e attenti!
Consolatevi ei dice, il tempo vola:
verranno un�altra vola le vacanze;
ma ora, ricordate, siete a scuola.
E nello studio certo troverete
la gioia che ha dolcissime fragranze,
se trarre buon profitto voi saprete!



 

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