PARAFRASI
Zefiro ritorna e riporta il bel tempo
e fiori ed erbe, suo dolce seguito,
ed il garrire delle rondini ( Progne ) ed il canto dell'usignolo
( Filomena )
e primavera limpida e dai vividi colori.
Sembra sorridere la campagna e il cielo si rasserena:
Giove si rallegra di vedere la luce di Venere pi� luminosa
l'aria, le acque e la terra sono attraversate dall'amore
ogni essere vivente si dispone ad amare
Per me infelice ritornano i pi� dolorosi
tormenti, che dal profondo del cuore muove
colei che al cielo se ne port� le chiavi;
il canto degli uccelli, il fiorire dei piani,
i delicati gesti di belle e decorose donne
sono (per me) un'arida realt�, come fiere crudeli e selvagge.
SINTESI
Il sonetto si regge sull'antitesi del ritorno alla primavera ( stagione della vita e della gioia ) che porta con s� serenit� ed amore, che pervadono tutta la natura e l'isolamento mesto e doloroso del poeta. Da tale serenit� � escluso chi vive l'abbandono dovuto alla morte della donna amata; anzi la gioia che attraversa la natura accentua dolorosamente il contrasto. Il tema del mancato rispecchiamento nella bellezza del paesaggio e della corrispondente chiusura nell'intimit� pensosa e mesta diventer� un topos della lirica di ispirazione petrarchesca.
Un'altra caratteristica della composizione � data dalle personificazioni - di ascendenza classica - di forze della natura, operate attraverso i miti classici di Progne e Filomena, di Giove e di Venere, dea dell'amore.
FIGURE RETORICHE
Anastrofe - (d'amor piena , d'amor si riconsiglia);
Enjambement - vv. 7 - 8;
Endiade - (fere aspre e selvagge);
Perifrasi - vv.11 ;
Personificazione - vv.5 ;
polisindeto della e .
Zefiro torna, e 'l bel tempo rimena,
e i fiori e l'erbe, sua dolce famiglia,
et garrir Progne et pianger Filomena,
e primavera candida e vermiglia.
Ridono i prati, e 'l ciel si rasserena;
Giove s'allegra di mirar sua figlia;
l'aria e l'acqua e la terra � d'amor piena;
ogni animal d'amar si riconsiglia.
Ma per me, lasso, tornano i pi� gravi
sospiri, che del cor profondo tragge
quella ch'al ciel se ne port� le chiavi;
e cantar augelletti, e fiorir piagge,
e 'n belle donne oneste atti soavi
sono un deserto, e fere aspre e selvagge.