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LA MIA SERA | |
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Giovanni Pascoli, "La mia sera"
Il giorno fu pieno di lampi;
La poesia , tratta dai canti di Castelvecchio,� composta da 5 strofe, le quali terminano tutte con la parola �sera�, a loro volta le 5 strofe sono costituite da 8 versi di cui 7 novenari e l�ultime sono senari.
Il giorno fu preso dai lampi(per l'imperversare della tempesta), ma ora appariranno le stelle, le stelle silenziose.
Nei campi
si ascolta un breve gracidio di rane. le stelle in un cielo cos� tenero e vitale.
Presso le
allegre ranelle un ruscello d� un suono monotono.
non rimane
che un dolce singhiozzo nell� umida sera perch� la tempesta � passata.
rasserenato per la fine della bufera. color porpora e d'oro per i riflessi del sole cadente ;
o
stanchezza, riposa!
la sera
sta per terminare.
nei nidi
non potettero averla intera, e nemmeno io. che mi riconducono all'infanzia: ascoltavo mia madre...poi nulla...sul far della sera.
Commento Pascoli immagina una sera di un�estate dopo un
temporale e parla delle silenziose stelle e i campi, nei quali si
sentono le rane, mentre arriva la pace della sera. Le stelle si fanno
vedere come fiori Il Poeta cos� raggiunge la serenit�, risentendo il canto della madre mente culla i figlioletti. Incontrare la mamma, i propri fratellini, significa per il Poeta, appagare una esigenza fortemente sentita.
Figure La poesia � composta da 5 strofe di sette novenari e un senario, che termina sempre con la rima tematica �sera�, che rappresenta la parola-chiave della lirica. Le rime sono alternate. Schema: ABABCDCd. I versi 19 e 34 sono ipermetri.
Nella
poesia l�autore tende ad Umanizzare la natura �singhiozza monotono un
rivo�, trasmettendo sensazioni al lettore. Altre figure retoriche presenti nella poesia sono: metafore (�... tacite stelle...�), la sineddoche (�...i nidi...�), ossimori (�..fulmini fragili...�) e la metonimia (�..stanco dolore...�). CONFRONTI: La poesia del Pascoli svolge lo stesso motivo della Quiete dopo la tempesta del Leopardi, ma, mentre questa termina con la meditazione del poeta sulla natura del piacere che � "figlio d'affanno�, si prova cio� solo quando � cessato il dolore . La mia sera del Pascoli, invece, termina con una notazione autobiografica, con la rievocazione, cio�, dell'infanzia e della madre, che cullava dolcemente il poeta: � una conclusione, quindi, tutta individuale e personale. TUTTE LE FIGURE RETORICHE : -Onomatopee (dolci) come �breve gre gre di ranelle�oppure �singhiozza monotono un rivo�o �Don...Don. E mi dicono dormi! Mi cantano Dormi! Sussurrano Dormi! Bisbigliano Dormi� e infine �voci di tenebra azzurra� ;
- sinestesia (l�insieme di due sensi; vista e udito) �voci di tenebra azzurra� - ossimoro(tenebra azzurra) - metafora(indicano le voci della morte). - Presenti allitterazioni (es. vv.13-16);
- metafore (�... tacite stelle...�);
- la sineddoche (�...i nidi...�);
- ossimori (�..fulmini fragili...�) ;
- metonimia (�..stanco dolore...�);
- Anafora (dormi�dormi�dormi);
- Metonimia (la garrula cena), garrule sono le rondini ;
- Metonimia (la fame del povero giorno),non � il giorno che ha provato fame ma gli uccelli; |