L'Italia era
appena costituita in unit� e i problemi esistenti diventavano pi� acuti.� La questione sociale dei rapporti fra
patronato e masse lavoratrici era complicata.
dalle differenze sociali ed economiche fra Nord e Sud (la "questione
meridionale");
dalla scarsa partecipazione della plebe rurale al Risorgimento che
aveva sentito come un fatto borghese, estraneo ai suoi interessi;
dalla riluttanza delle masse contadine alla nuova struttura
politico�sociale (il "brigantaggio" dell'Italia meridionale);
dalle difficolt� di bilancio;
dalla tendenza delle classi egemoni e dei gruppi industriali a
costituire, a spese delle masse meridionali e contadine, l'accumulazione
del capitale per fondare l'industria italiana.
DEFINIZIONE
E' un movimento letterario e artistico italiano
che ispirandosi al Naturalismo francese e al Positivismo teorizza una rigorosa
fedelt� alla realt� effettiva (al �vero�) delle situazioni, dei fatti, degli
ambienti, dei personaggi e una corrispondenza con il sentire e il parlare dei
soggetti che vengono rappresentati.
Richiamandosi al naturalismo francese delle opere di Emile Zola,
ma anche ad Alessandro Manzoni e alla scapigliatura, il movimento tende a
descrivere la vita della gente umile, dei reietti dalla societ� che si
affannano nella lotta per la sopravvivenza, contro la fatalit� del
destino.
�QUANDO
Si sviluppa negli anni successivi all'Unit� e prosegue fino al
primo decennio del Novecento, raggiungendo la piena maturit� nell'ultimo
trentennio dell'Ottocento (Verga , Capuana, Serao, De Roberto,Di
Giacomo,Deledda,Lorenzini,Giocosa,De Amicis ).
LE CARATTERISTICHE
Accettazione delle leggi scientifiche che regolano la vita
associata e i comportamenti: lo scrittore cerca di scoprire le leggi che
regolano la societ� umana, muovendo dalle forme sociali pi� basse verso
quelle pi� alte, come fa lo scienziato in laboratorio quando cerca di
scoprire le leggi fisiche che stanno dietro ad un fenomeno.
attenzione alla realt� nella dimensione del quotidiano: lo
scrittore predilige una narrazione realistica e scientifica degli ambienti
e dei soggetti della narrazione;
piuttosto che raccontare emozioni, lo scrittore presenta la
situazione quotidiana come una indagine scientifica, ricercando le cause
del suo evolversi, che sono sempre naturali e determinate (determinismo o
darwinismo sociale); anche la vita interiore dell'uomo, spiegabile in
termini psico�fisiologici, pu� essere oggetto di uno studio scientifico o
sociale:
... l'oggetto sono i "documenti
umani", cio� fatti veri, storici; e l'analisi di tali documenti dev'essere
condotta con "scrupolo scientifico" ... (G. Verga)
l'artista deve ispirarsi unicamente al vero cio� desumere la
materia della propria opera da avvenimenti realmente accaduti e
preferibilmente contemporanei, limitandosi a ricostruirli obiettivamente
ovvero rispecchiando la realt� in tutti i suoi aspetti e a tutti i livelli
sociali.
necessit� di una riproduzione obbiettiva ed integrale della
realt�, secondo quel canone dell'impressionalit� che � l'applicazione in
letteratura del principio scientifico della non interferenza
dell'osservatore sugli oggetti osservati (deriva dal Positivismo);
a causa delle diversit� regionali rappresentate dagli scrittori
anche il modo di scrivere cambia nel verismo dando spazio ai dialetti,
eliminando tutte le forme di raffinatezza retorica e accademica e
introducendo la mimesi linguistica.
LE REGOLE
L'artista deve ispirarsi unicamente al vero, cio� deve desumere la
materia della propria opera da avvenimenti realmente accaduti e
preferibilmente contemporanei, limitandosi a ricostruirli obiettivamente
rispecchiando la realt� in tutti i suoi aspetti e a tutti i livelli
sociali; � la teoria verghiana dell'impersonalit�: il narratore entra
pienamente nei suoi personaggi per raccontare documenti umani.
Il narratore � colui che raccoglie il fremito delle passioni,
delle sofferenze e lo rivela, impassibile, senza biasimi o esaltazioni,
mettendosi in parte per lasciar parlare l'evidenza dei fatti, la logica
delle cose: teoria verghiana dell'impersonalit�.
L'autore deve mettersi nella pelle dei suoi personaggi, vedere le
cose con i loro occhi ed esprimerle con le loro parole. In tal modo la sua
mano �rimarr� assolutamente invisibile� nell'opera. Il lettore avr� cos�
l'impressione non di sentire un racconto di fatti, ma di assistere a fatti
che si svolgono sotto i suoi occhi.
Il narratore, nel far parlare i suoi personaggi, usa il loro
linguaggio: uno stile stringato, una sintassi semplice e disadorna, una
lingua paesana e viva, continuamente intercalata da espressioni
popolaresche e proverbiali che mettono in luce l'oggettivit� della
narrazione (senza intrusioni autobiografiche).
La lingua e lo stile devono essere aderenti ai personaggi, agli
ambienti, attingendo possibilmente alle risorse dei dialetti regionali. Il
linguaggio � liberato da ogni raffinatezza teorica e accademica.
Al riguardo si parla di mimesi linguistica dell'autore
(mimetizzazione = nascondersi nell'ambiente circostante in modo da
risultare non�visibile).
Capuana respinge la subordinazione della letteratura a scopi
estrinsechi quale la dimostrazione "sperimentale" di tesi
scientifiche e l'impegno politico e sociale. La "scientificit�"
non deve consistere nel trasformare la narrazione in esperimento per
dimostrare le tesi scientifiche, ma nella tecnica con cui lo scrittore
rappresenta, che � simile al metodo dell'osservazione scientifica. La
scientificit� insomma si manifesta solo nella forma artistica, nella maniera
con cui l'artista crea le sue figure e organizza i suoi materiali
espressivi.
Secondo Verga, la rappresentazione artistica deve possedere
"l'efficacia dell'esser stato", deve conferire al racconto
l'impronta di cosa realmente avvenuta; per far questo deve riportare
"documenti umani". Neppure basta che ci� che viene raccontato
sia reale e documentato, deve anche essere raccontato in modo da porre il
lettore faccia a faccia col fatto nudo e schietto, in modo che non abbia
l'impressione di vederlo attraverso la "lente dello scrittore".
Per questo lo scrittore deve "eclissarsi", cio� non deve
comparire nel narrato con le sue reazioni soggettive e con le sue
riflessioni.
I TEMI E I SOGGETTI
Lo scrittore verista:
si occupa di situazioni quotidiane reali, vissute cio� nella
scottante realt� nazionale: le plebi meridionali, il lavoro minorile,
l'emigrazione;
cerca il vero attraverso l'analisi delle classi subalterne, per�
la verit� non porta al progresso ma svela una condanna a morte;
predilige gli ambienti delle plebi rurali perch� non ancora
contaminate dai pregiudizi della convenzione sociale;
predilige gli ambienti regionali e gli strati sociali
piccolo�borghesi;
gli ambienti sociali sono in maggioranza cittadine di provincia,
di campagna, miniere o ambienti di piccola e media borghesia e di
aristocratici decaduti.
Il verismo italiano ebbe una forte caratterizzazione regionale e,
poich� le realt� regionali italiane erano profondamente diversicate,
diversi furono pure i temi e gli ambienti rappresentati dai veristi.
Al nord, la maggiore articolazione della compagine sociale,
con l'affermarsi, accanto ai ceti elitari, di una media e piccola
borghesia costituita da professionisti e da ceti impiegatizi legati
all'apparato industriale, porta all'ampliamento della "base
sociale" della letteratura, cio� al numero degli autori e dei
lettori, parallelamente a nuove a variet� letterarie, dal romanzo di
consumo al romanzo di appendice. La nuova cultura positivista, i nuovi usi
e modelli di comportamento legati alla rivoluzione tecnologica, spostano
l'attenzione su nuovi tipi umani e su nuovi problemi: protagonista dei
romanzi e del teatro, accanto al contadino e al pescatore, � l'impiegato
(De Marchi). Nuovi eroi, come � stato osservato, sono l'industriale, lo
scienziato, il medico e il maestro (De Amicis). I nuovi temi sono quelli
della famiglia, fondamentale cellula della societ� e quelli dell'adulterio
e della prostituzione.
Al sud, il verismo, non essendovi un proletariato urbano o
i bassifondi di una capitale tentacolare da "studiare", si
interess� all'umile vita dei contadini e dei pastori con le loro passioni
elementari. Ad un mondo �pressoch� vergine e ignoto, il mondo del
meridione e delle isole, delle plebi contadine e artigiane, chiuse nella
loro opaca renitenza alle forme e agli statuti della civilt� moderna,
affioranti per cos� dire dal buio di una civilt� arcaica, stranamente
sopravvissuta dietro le barriere di una secolare solitudine�. Questa fu
infine la vocazione del verismo italiano, e nel ritrarre la vita dei
contadini e delle plebi il verismo ottenne i suoi migliori risultati. Non
a caso gli scrittori pi� rappresentativi della corrente, da Verga a
Capuana, da De Roberto alla Deledda, furono meridionali o isolani.
LE OPERE pi� SIGNIFICATIVE
Il romanzo Giacinta di Luigi Capuana pu� essere considerato
una delle opere pi� rappresentative del Verismo. Narra di un caso di suicidio
che viene studiato, dall'autore, con una fermezza scientifica se non
addirittura clinica. Altro colosso del verismo � I Malavoglia di Giovanni Verga,
opera che tratta la lotta, ai livelli pi� bassi della scala sociale siciliana,
per i bisogni primari della vita quando comincia a farsi viva nell'anima delle
persone la voglia di benessere. L'ambiente umano � umile, culturalmente lontano
dal narratore che lo descrive senza interventi personali cosicch� possa
risultare assolutamente veritiero.