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DORA MARKUS� Eugenio MontaleDORA MARKUS
I
Fu dove il ponte di legno mette a Porto Corsini sul mare alto e rari uomini, quasi immoti, affondano o salpano le reti. Con un segno della mano additavi all'altra sponda invisibile la tua patria vera. Poi seguimmo il canale fino alla darsena della citt�, lucida di fuliggine, nella bassura dove s'affondava una primavera inerte, senza memoria.
E qui dove un'antica vita si screzia in una dolce ansiet� d'Oriente, le tue parole iridavano come le scaglie della triglia moribonda.
La tua irrequietudine mi fa pensare agli uccelli di passo che urtano ai fari nelle sere tempestose: � una tempesta anche la tua dolcezza, turbina e non appare. E i suoi riposi sono anche pi� rari. Non so come stremata tu resisti in quel lago d'indifferenza ch'� il tuo cuore; forse ti salva un amuleto che tu tieni vicino alla matita delle labbra, al piumino, alla lima: un topo bianco d'avorio; e cos� esisti!
II
Ormai nella tua Carinzia di mirti fioriti e di stagni, china sul bordo sorvegli la carpa che timida abbocca o segui sui tigli, tra gl'irti pinnacoli le accensioni del vespro e nell'acque un avvampo di tende da scali e pensioni.
La sera che si protende sull'umida conca non porta col palpito dei motori che gemiti d'oche e un interno di nivee maioliche dice allo specchio annerito che ti vide diversa una storia di errori imperturbati e la incide dove la spugna non giunge.
La tua leggenda, Dora! Ma � scritta gi� in quegli sguardi di uomini che hanno fedine altere e deboli in grandi ritratti d'oro e ritorna ad ogni accordo che esprime l'armonica guasta nell'ora che abbuia, sempre pi� tardi.
� scritta l�. Il sempreverde alloro per la cucina resiste, la voce non muta, Ravenna � lontana, distilla veleno una fede feroce. Che vuole da te? Non si cede voce, leggenda o destino. Ma � tardi, sempre pi� tardi.
Testo inserito nella prima sezione delle
Occasioni.E' una poesia estremamente complessa, le cui due parti sono
state scritte ad anni di distanza nel 1926 e nel 1939. Il filo
conduttore che unisce la prima e la seconda parte � il fatto che Dora
Markus era ebrea ed austriaca (della Carinzia), e come tale fu
perseguitata dai nazisti.L� affascinante ebrea austriaca,� ritratta in
due differenti momenti sullo sfondo di due diversi ambienti: prima a
Ravenna , dove Dora,creatura dolce e irrequieta,sogna con nostalgia la
patria lontana(la corinzia,nell�Austria meridionale); poi nel quadro
sereno ed idillico della sua regione, dove la donna ,non pi� giovane,
custodisce i propri ricordi, condannata ad un destino di felicit�. STILE Composta da versi liberi, tra cui prevalgono endecasillabi e settenari per quanto riguarda la prima parte (vv. 1-28), novenari ed ottonari per la seconda (vv. 29-61). Stile elaborato e caratterizzato dal frequente ricorso ad espressioni letterarie marcate e neologismi di spiccato valore metaforico .Si nota qualche espressione ossimorica " � una tempesta anche la tua dolcezza".
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