Narra Omero nell'Iliade di Ulisse e del famoso stratagemma del Cavallo di Troia
che permise agli Achei, nascosti nel suo ventre, di espugnare dopo lunghissimi
anni la città di Troia e porre così fine alla guerra sorta nel nome di Elena.
Già, il Cavallo di Troia. Prendo a spunto quanto descritto in questo poema (del
Cavallo appunto) per dire che anche in noi, nel ventre del cavallo/a che siamo
tutti noi e che libero nitrisce, s'imbizzarrisce, galoppa, va al trotto e beato
pascola sui prati in fiore, "esistono in forma archetipale due cavalli", uno
bianco e uno nero, che si contrappongono fra loro, che si azzuffano anche per
prevalere l'uno sull'altro, che spingono, pressano e a volte entrambi sono
insopportabili, perciò viene la voglia di uscire dall'involucro del ventre ove
sono contenuti e vivere senza esserne schiavi. Potremmo paragonare questi due
cavalli agli emisferi cerebrali, il destro e il sinistro, che hanno però in
questo caso funzioni e centri complementari e diversi
allo stesso tempo ma nel discorso che andiamo a fare sarebbe più opportuno e
comprensibile nominare questi due cavalli in altro modo, il "creativo
spumeggiante" quello bianco e il "programmatore silenzioso" quello nero. Come
per gli emisferi cerebrali anche qua ci troviamo di fronte a due cavalli nella
sostanza quasi "estranei" tanto sono diversi.
Il "cavallo programmatore silenzioso" è quello "ordinario" nel senso che svolge
alla perfezione il compitino che gli è stato assegnato e installato sin dalla
nascita attraverso un codice genetico e "tutte quelle informazioni che gli
arrivano dall'ambiente dal periodo della gestazione in poi". Perché poi al
programmatore abbiamo aggiunto "silenzioso"?
In realtà il cavallo programmatore "soggiorna e abita nella mente ordinaria" nel
senso che difficilmente va fuori binario e come un treno rispetta a pieno gli
orari di partenza e fermata nelle stazioni. A volte può anche essere in ritardo
e perciò accelera pure, "è rapido, scattante, nervoso, frizzante, frenetico ma
silenziosamente impiegato a fare ciò che lui sa fare da tempi infiniti e remoti,
a fare in altre parole ciò che gli è stato scritto e insegnato". Insomma per
comprendere meglio questo cavallo possiamo dire che è quel cavallo che sa che
"il fuoco brucia, che le persone sono buone e cattive, che il buio, l'oscurità
può spaventare e perciò è meglio camminare per strade illuminate, che l'inverno
è freddo e l'estate calda, che una rondine non fa primavera e tante ma tante
altre cose". Lo potremmo forse anche definire "sapientone" perché sa tutto lui o
meglio è convinto che tutto lo scibile umano è racchiuso nella sua persona, in
ogni modo questo aspetto del cavallo pr
ogrammatore è molto importante perché la saggezza finisce per "salvargli la
vita molte volte e non farlo cadere nei guai seri che la vita gli pone davanti
in ogni ora del giorno e della notte". A volte questo cavallo suscita, a
guardarlo bene, anche tanta rabbia perché frega sul tempo tutti gli altri
cavalli programmatori, è così "veloce" che taglia sempre per primo il traguardo
e perciò finisce col vincere sempre lui. Fermiamoci un momento prima di
descrivere il cavallo bianco - creativo spumeggiante per fare alcune
considerazioni del pensare e dell'agire di questo cavallo/a nella relazione
amorosa. Comprendete bene che per questo cavallo l'amore (ma il concetto si
potrebbe estendere alla felicità, all'odio.) è tutto un programma nel senso che
il/la partner deve essere proprio quello/a stabilita dal suo programma, che la
data del matrimonio è quella decisa e non bisogna andare oltre, che il pensare e
l'agire all'interno della relazione amorosa non sono soggetti a nessuna v
ariazione o modifica e guai se ciò dovesse capitare, insomma questo cavallo/a
non accetta di buon grado la possibilità che una persona sia plastica e in più
modi modellabile (non importa se in bene o in male ma per il cavallo/a sempre in
male)) nel corso degli anni relazionabili.
Veniamo ora al cavallo/a bianco o come l'abbiamo chiamato il "creatore
spumeggiante". Dovete sapere che per il cavallo/a bianco non vi è nulla di
"prestabilito" ma tutto è in continuo, rapido cambiamento e i problemi che si
presentano non hanno nulla "d'inatteso o sorprendente" ma sono visti con quella
creatività e fantasia tipica di questi cavalli. Rispetto al precedente cavallo
(veloce) questo cavallo è "lento" e perciò dà l'apparenza di uno che ha la testa
tra le nuvole, di un semplicione che crede tutto ciò che gli è detto, di uno
"sprovveduto" che se ne può fare, volendo, quello che si vuole, insomma "un
filosofo che elabora inutili concetti di possibilità mai sperimentate e quindi
pericolosissime" o un "poeta che si perde in un romanticismo fuori del tempo".
Forse non è un cavallo vincente come il precedente ma è un cavallo che
"s'allena" ogni ora del giorno a tirare fuori del pozzo "quelle potenzialità"
incredibili che possiede e che in fondo fanno sì che ogni giorno s
ia un giorno nuovo e che vi sia sempre qualcosa da scoprire oltre che
inventare. Può sembrare strano ma è un cavallo "temuto" dall'altro cavallo (il
nero) perché una sua vittoria porterebbe l'individuo tra le braccia della
felicità (e il sistema programmato in ogni cosa ne risentirebbe) e allo stesso
tempo "invidiato" perché il cavallo bianco ha nelle relazioni amorose quel
successo spumeggiante che manca al cavallo nero. Ora ciò detto, possiamo
affermare che il cavallo/a bianco - creativo spumeggiante vive nelle relazioni
amorose quel senso di "libertà" immergendolo nel mistero della vita che poi è il
suo mistero e perciò affascina in quantità e soprattutto in qualità i cavalli e
le cavalle che gli girano intorno. Insomma in amore ha certamente più successo e
in questo vive e fa vivere.
Ora possiamo dire che l'amore è una "miscela esplosiva" creata dall'unione di
questi due cavalli, l'uno costantemente fedele nel tempo e l'altro costantemente
infedele (non vi spaventate perché qui s'intende costantemente creativo e dunque
nuovo) che convergono in un solo cavallo/a che possiede la consapevolezza di
indirizzare questa miscela esplosiva.