PSICOLOGIA : PERCHE' L'AMORE FA SOFFRIRE ?

PSICOLOGIA :   PERCHE' L'AMORE FA SOFFRIRE

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                                                       di PSICHIATRA  GIORGIO BRUNO

 

PERCHE' L'AMORE FA SOFFRIRE ?


 

Perché l'Amore fa soffrire?

 

Ci troviamo di fronte ad un bel paradosso, l'Amore che tutto trasforma governa (in bene) assume in determinate situazioni sembianze tali da assomigliare tanto al suo opposto, l'Odio che tutto trasforma e governa (in male) e per giunta fa soffrire. Bene, ciò detto cominciamo col dire che in ogni rapporto, in ogni relazione tra persone vi sono delle "leggi", dei "comandamenti", delle"esigenze" (ancora valide?) che esprimono l'antico rapporto tra Dio e il suo popolo e degli uomini fra di loro, una libera (nel senso che non deriva da imposizioni provenienti dall'esterno) alleanza d'amore basata sull'osservanza di "dieci parole". Insomma "il cuore della Legge è l'amore" che accompagna i nostri passi e i nostri incontri e dunque ogni parola o azione dell'uomo dovrebbe esserne ispirata. Ascoltiamo però cosa dice l'evangelista Marco: "Gesù rispose: Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini". Già, sembra che vi siano due tradizioni, quella di Dio e quella dell'uomo, sembra che nella nostra mente risuonino due voci, quella di Dio e quella dell'uomo, sembra che vi sia una linea immaginaria che divide la Persona in due parti, l'una diversa dall'altra, l'una opposta all'altra, l'una che ascolta la parola di Dio e l'altra quella dell'uomo. Ora però si potrebbe pensare che, una volta istituita "la sacra alleanza" con Dio, la persona dovrebbe perciò essere invasa dall'Amore e tutte le sue parole e tutti i suoi comportamenti dovrebbero essere dettati dall'amore che esce copioso dalla bocca, dalle mani e dai piedi, insomma da tutto il suo corpo, sfociando alla fine nell'amore per se stesso e per il prossimo.

Poniamoci allora questa domanda: Se io vivo con amore e per amore nel senso che l'amore permea ogni cosa, l'interno e l'esterno, perché soffro se amo? Perché l'Amore, il troppo Amore fa soffrire? Sarebbe facile rispondere che si soffre solo in quanto si trasgredisce la "tradizione degli antichi e quella di Dio", a volte separatamente e a volte entrambe, a volte con consapevolezza e a volte senza, comunque si trasgredisce e "si tradisce" l'Amore stesso. Ma se io amo, se sono posseduto dall'amore, come posso tradire? Un bel dilemma, ma anche qui sarebbe facile rispondere che effettivamente una persona che "ama" non può tradire e, quando però tradisce, determina e diffonde sofferenza in se stesso e nell'altro, perciò allora dovrebbe riflettere (e non poco) sul significato dell'Amore, cioè che cosa vuol dire per la stessa Persona "Amare se stesso e gli altri". Accade però che improvvisamente, senza un perché e per come, l'Amore cambi direzione, oggetto e soggetto, comunque continua a nutrirsi dello steso cibo di prima, di un cibo che fa vivere con quella stessa gioia un tempo conosciuta e giunta al suo cuore. L'unicità dell'Amore sta tutta nel “credere” nell'Amore e ad occhi chiusi vederlo in ogni angolo del mondo, farlo sentire ad ogni persona del mondo senza condizionamenti o preclusioni o convincimento di possesso che annienta e distrugge, farlo vivere nel proprio interno per poi farlo splendere nell'altro. L'unicità dell'Amore corrisponde all'Unicità dell'oggetto e del soggetto, all'Uno (Amore) che in quanto tale dona alla vita un significato ricco di sensi, un significato che non sta scritto da nessuna parte ma che si avverte anche a distanza e s'illumina al minimo contatto, un significato che nessun altro potrà mai donare e che fa splendere il giorno come la notte. Ora ditemi voi come è possibile il viscido sorgere della sofferenza in colui che è ricco d'Amore? Precedentemente abbiamo affermato che l'Amore non può mai tradire ma, ciò dicendo, ci riferiamo all'Amore “Vero” cioè a quell'amore che non può assolutamente, proprio in nome della Verità, permettere l'insorgenza di sensi di colpa o del peccato che gravitano nella coscienza spargendo spine irritanti in tutto il corpo e dunque la sofferenza individuale e collettiva. Allora se vi è sofferenza nell'Amore vuol dire che non si ha ben chiaro che cosa significa amare “se stessi” e pertanto quanto più ci si allontana dalla “vera concezione” dell'Amore tanto più si fa strada quell'odiosa aggressività che è poi tanto ma tanto lontana da quella gioia e serenità che si professa di desiderare tanto per se e per gli altri. In Amore però si può anche soffrire ma è quella benevole sofferenza per l'altro che stenta ad arrivare a quel gradino più alto dove può vedere un orizzonte più roseo, dove senti pulsare il cuore, il tuo e quello di tanti altri.

 


 

 

 


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