Parini, �Il Messaggio�
(Strofe 4-8)
Ed ecco ed ecco sorgere
Le delicate forme
Sovra il bel fianco; e mobili
Scender con lucid'orme,
Che mal pu� la dovizia
Dell'ondeggiante al pi� veste coprir.
Ecco spiegarsi e l'omero
E le braccia orgogliose,
Cui di rugiada nudrono
Freschi ligustri e rose,
E il bruno sottilissimo
Crine, che sovra lor volando va:
E quasi molle cumulo
Crescer di neve alpina
La man, che ne le floride
Dita lieve declina,
Cara de' baci invidia,
Che riverenza contener poi sa.
Ben puoi ben puoi tu, rigido
Di bel pudor costume,
Che vano ami dell'avide
Luci render l'acume,
Altre involar delizie,
Immenso intorno a lor volgendo vel:
Ma non celar la grazia,
N� il vezzo che circonda
Il volto, affatto simile
A quel de la gioconda
Ebe, che nobil premio
Al magnanimo Alcide � data in ciel;�
Il Messaggio � una lirica che fa parte
delle Odi, opera che il Parini non pubblic� mai. Mentre le prime
Odi hanno carattere illuministico, morale ed umanitario, le
ultime sembrano avere la funzione di portare all�uomo un
messaggio di dignit�, di affetto a di bellezza. � proprio
quest�ultimo il tema del Messaggio, un tema neoclassico; cos�
quest�ode pu� essere considerata un inno alla bellezza femminile
che viene sentita dal poeta sia come consolazione alla sua
vecchiaia, sia come simbolo di una superiore armonia umana,
dolce dono della vita che riempie lietamente l�esistenza.
Secondo il gusto classicistico, la lirica �
scritta molto minuziosamente, con lento procedere dei versi,
soprattutto nella parte in cui vengono descritte le dolci forme
della donna.
Protagonista, ed ispiratrice, di
quest�opera � Nice, giovane donna che diventa il simbolo di
bellezza e giovinezza eterna.
L�ode comincia quando �l�inclita� Nice
manda un servo a chiedere �novelle� sull�infermit� del poeta che
lo costringe �al letto infelice�; infatti egli sente subito il
cuore che gli si anima nel petto udendo quel bel nome (bello per
l�immagine che quel nome evoca nell�animo del Parini). Con brevi
periodi descrive le sue sensazioni: il sangue scorre pi�
velocemente nelle vene, viene invaso da un calore penetrante,
arrossisce, perde la parola ed invano tenta di rispondere
qualcosa di sensato.
Ora �soletto�, viene invaso da uno
straordinario diletto, accompagnato dall�immagine di lei che
stupisce l�autore per la sua bellezza.
Cos� nei successivi CINQUANTATRE (!!!)
versi il Parini si abbandona in una contemplazione molto
minuziosa della bellissima donna apparsa nella sua fantasia,
attento a non tralasciare alcun dettaglio rendendo i versi molto
descrittivi.
Le forme della donna si presentano una dopo
l�altra (�mobil scender con lucid�orme�), una pi� bella
dell�altra, tanto che l�ampia veste non riesce a celarle
completamente. L�immagine diventa sempre pi� nitida; si passa
dalle braccia ai capelli alle mani, paragonate a fiori, che
ispirano al poeta il desiderio di baciarle. Proseguendo nella
descrizione troviamo riferimenti mitologici quasi a significare
la natura divina della donna. Continua cos� la sua
contemplazione fino a che il Parini non tenta di afferrare
l�immagine �tanto pareggia il vero�. Cos� il poeta ritorna
bruscamente alla realt�; vuol far intendere al volgo che la sua
non � una banale infatuazione senile, ma la contemplazione di un
dolce dono della vita. A questo punto l�autore esprime i suoi
ideali morali (�il mio Genio�): l�oro, il successo e gli onori
che ne conseguono, non susciteranno mai quella gioia che
riescono a suscitare �di natura i liberi doni ed affetti�, quali
sono per il Parini l�amore coniugale e la serena vita familiare.
Questi versi (vv.1-96) sono colmi di
aspetti classicistici: con semplici aggettivi ed espressioni in
perfetta armonia tra loro (�inclita Nice�, �letto infelice�, �ed
ecco, ed ecco�) riesce a farci percepire il suo stato d�animo;
riusciamo ad inoltrarci nella sua fantasia grazie ai versi
descrittivi e molto dettagliati, che ci traggono in inganno
travolgendoci di immagini e sensazioni. Il poeta riesce a
presentarci Nice molto realisticamente, ma allo stesso tempo la
percepiamo come presenza divina che si manifesta tramite la sua
bellezza.
Ora il ritmo diventa incalzante; sente il
peso della vecchiaia e descrive il secolo come un carro giunto
alla fine della sua corsa, metafora sulla vita dell�uomo che dal
buio della sua nascita vi fa ritorno con la morte; ad innalzare
il tono del componimento contribuiscono le Ore che gioiscono per
l�arrivo del nuovo secolo.
Queste immagini sono contrastate dalla
bella Nice che, paragonata all�aurora del nuovo secolo, diventa
simbolo dell�eterna bellezza e giovinezza, le quali il poeta
sente venir meno. A differenza dei versi precedenti, in questi
il Parini si rivolge in prima persona e con tono aulico,
utilizzando metafore, ci mostra una scena epica, quella del
secolo che arriva alla fine della sua corsa per cominciarne una
nuova.
Negli ultimi versi, l�autore afferma che,
essendo �forse gi� polvere�, attende il momento che qualcuno
passi e dica: - Addio, ti sia lieve la terra -, formula usata
nei cerimoniali funebri pagani, e che qualcuno pronunci il nome
di lei come una dolcissima musica; cos�, il ricordo di lei lo
seguir� anche dopo la morte. Ed � proprio cos� che la bellezza
viene resa eterna, e visto che la poesia � espressione di
bellezza, di conseguenza quest�ultima � anch�essa eterna e
prende la forma di musica.
Il Parini utilizza le sue opere come un
messaggio, infatti nel �Messaggio� vuole trasmettere l�ideale
dell�immortalit� della bellezza e quindi anche della poesia; di
conseguenza l�autore riesce a farci percepire la su immortalit�
e che vivr� per sempre attraverso le sue opere.
Perci� possiamo affermare che l�arte, per
il Parini, � anche eticit� in quanto mezzo per divulgare la
propria morale.
|