LA LEGGENDA DEI COLORI

 

 LEGGENDA DEI COLORI


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Tanto tempo fa, il pappagallo non aveva colori; era tutto grigio, le sue piume erano corte come quelle di una gallina bagnata. Uno tra i tanti uccelli giunti chiss� come nel mondo. Gli Dei litigavano sempre; litigavano perch� il mondo era assai noioso con due soli colori. Ed era motivata la loro ira, poich� solo due colori si alternavano nel mondo: uno era il nero che comandava la notte, l'altro era il bianco che camminava di giorno, il terzo non era un colore, era il grigio che dipingeva sere e mattine affinch� non si scontrassero troppo. Ma questi Dei erano litigiosi ma molto sapienti.

In una riunione giunsero all'accordo di rendere i colori pi� lunghi perch� fosse allegro il camminare e l'amare di uomini e donne. Uno degli Dei prese a camminare per pensare meglio, e tanto pensava, che sbatt� contro una pietra ferendosi la testa da dove ne usc� sangue. Il dio, dopo aver strillato per un bel pezzo, guard� il suo sangue e vide che era di un altro colore, diverso dai due colori e and� dagli altri Dei, mostrando loro il nuovo colore che chiamarono "rosso", era il terzo che nasceva. Un altro degli Dei cercava un colore per dipingere la speranza. Lo trov� dopo un bel pezzo e lo mostr� all'assemblea degli Dei che gli misero il nome "verde" , era il quarto che nasceva. Un altro cominci� a grattare forte a terra. "Che fai?" gli chiesero gli altri Dei. "Cerco il cuore della terra" rispose rivoltando la terra da ogni lato. Dopo un po' trov� il cuore della terra, lo mostr� agli altri dei che chiamarono "caff�", era il quinto colore. Un altro dio sal� in alto. "Vado a guardare il colore del mondo" disse, e si mise a scalare e scalare fino alla cima. Quando arriv� ben in alto, guard� in gi� e vide il colore del mondo, ma non sapeva come fare a portarlo. Allora rimase a guardare per un bel po', finch� il colore non gli si attacc� agli occhi. Discese come pot�, a tentoni, e and� all'assemblea degli Dei. "Porto nei miei occhi il colore del mondo", E "azzurro" chiamarono il sesto colore. Un altro dio stava cercando colori quando sent� che un bambino rideva; si avvicin� con cautela e gli prese la risata, lasciandolo piangente. Per questo si dice che i bambini improvvisamente ridono e improvvisamente piangono. Il dio port� la risata del bambino e misero nome "giallo" al settimo colore. A quel punto gli dei che erano ormai stanchi, andarono a dormire, lasciando i colori in una cassetta buttata sotto un albero.

La cassetta non era chiusa bene e i colori uscirono, cominciando a far chiasso e festa. Cos� nacquero tanti nuovi colori. Quando tornarono gli Dei si accorsero che i colori non erano pi� sette, ma molti di pi� e guardarono la cassetta. "Tu hai partorito i colori, tu ne avrai cura , cos� dipingeremo il mondo". E salirono sulla cima del monte, e da l� cominciarono a lanciare i colori, cos� l'azzurro rimase parte nell'acqua e parte nel cielo, il verde cadde sugli alberi e sulle piante, il caff�, che era il pi� pesante, cadde sulla terra, il giallo, che era un risata di bambino, vol� fino a tingere il sole, il rosso giunse sulla bocca degli uomini e degli animali che lo mangiarono, colorandosi cos� di rosso. Il bianco e il nero gi� esistevano. Gli dei lanciavano i colori senza fare attenzione a dove finivano, ed alcuni di essi spruzzarono gli uomini; per questo vi sono persone di diversi colori e di diverse opinioni. Allora, gli Dei, per non dimenticarsi dei colori e perch� non si perdessero, cercarono un modo per conservarli; stavano pensando come fare quando videro il pappagallo. Lo presero e gli attaccarono i colori e gli allungarono le piume affinch� ci stessero tutti.

E cos� il pappagallo prese tutti i colori. Ancora oggi se ne va in giro, nel caso che gli uomini si dimenticassero che molti sono i colori e le opinioni, e che il mondo potrebbe essere allegro, se tutti i colori e tutte le opinioni avessero il proprio spazio".
 

 

 

 

 

 


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