L'AMORE PARALLELO
Mi ha sempre affascinato la mitologia e ogni qual
volta in essa affondavo mi perdevo nel labirinto della mente senza trovare il
pi� delle volte la via d'uscita. Voi potreste chiedermi cosa c'entra la
mitologia con l'arte di amare ed io voglio qui argomentare "sull'amore
parallelo" partendo dal "Mito di Aristofane" presente nel celebre dialogo
platonico "Simposio" che si proponeva proprio di trattare l'immortale tema
dell'amore.
Or dunque nel Simposio Aristofane, famoso poeta comico, racconta che "in quel
tempo tutti gli esseri umani avevano due teste, quattro braccia, quattro mani,
quattro gambe e due organi sessuali ed erano tondi. Questi esseri cosėfatti
erano "superbi" e "potenti" e tentarono perci� di scalare l'Olimpo per
spodestare gli dei. Zeus, seduto in alto sull'Olimpo, vedeva e sentiva tutto ci�
e non poteva accettare un simile oltraggio per cui intervenne a colpi di saetta
"dividendo gli esseri umani" di modo che, diventati pi� deboli, rinunciassero
all'insano progetto. Da questa divisione nacque negli umani "la ricerca della
loro antica unit� e della perduta forza" e dunque "al desiderio ed alla ricerca
dell'intero si diede nome amore". Qui potrebbe finire il racconto. In realt�
Zeus, dispiaciuto, mand� nel mondo Eros affinch�, attraverso il ricongiungimento
fisico, gli esseri umani potessero ricostruire l'unit� perduta cos� da provare
piacere (e riprodursi) e potersi poi dedicare alle a
ltre incombenze".
A questo punto possiamo tranquillamente alzare il sipario sulla "nostra
commedia" e far comparire sulla scena i due attori principali, un uomo ed una
donna qualunque o una donna e un uomo qualunque nell'ora della loro vita in cui
nel matrimonio vedono il coronamento del loro amore.
Possiamo anche qui tranquillamente immaginare la scena.
Un'altare di una chiesa qualunque, un prete qualunque, testimone di nozze e
familiare qualunque, uno sposo ed una sposa, s� proprio noi due, voi due che
davanti a Dio state per professarvi "amore per sempre".
Ora non so se a quel "per sempre" si presta la dovuta attenzione o meglio non so
quale rappresentazione, quale immagine il "per sempre" attiva nella
nostra/vostra mente e non sono poi nemmeno certo che il "per sempre" appartenga
ad una mente illuminata e allo stesso tempo consapevole. Comunque tra le tante
nuvolette che si rincorrono nella mente ecco apparire (non � dato di sapere
quando ma la cosa migliore sarebbe che comparisse prima del matrimonio!!) "la
nuvola del per sempre" che porta dentro uno "scritto" a volte leggibile e
chiaro, altre volte cos� illeggibile da apparire strano e confuso. Nell'uno e
nell'altro caso (le variabili sono innumerevoli tanto quanto sono variegati gli
esseri umani) il "per sempre" in genere rappresenta una "proiezione" del
singolo, uomo o donna che sia, e pertanto una proiezione che avvicina o
allontana, piena di senso o vuota di senso, una proiezione forse di "una
semplice fila di giorni da passare insieme, uno dopo l'altro oppure da passare
insieme ma con amore. Ecco comparire un'altra nuvoletta che si lega al "per
sempre" per formare un tutt'uno indistinguibile, una nuvoletta che porta scritto
"amore". Dunque "Amore per sempre". Ma anche "sull'amore" possiamo fare lo
stesso discorso (della
proiezione) fatto sul "per sempre", dunque le variabili dell'individuo aumentano
ancora di pi� e intanto...ci uniamo nel vincolo matrimoniale.
Ma ritorniamo per un attimo all'amore e proviamo con Francesco Alberoni, noto
scrittore dell'amore, a delineare per quel che si pu� una concezione dell'amore
ben sapendo che ognuno di noi ne potrebbe avere una, tutta sua.
Dice Alberoni:
"L'Amore, che parola usata e svuotata di senso! L'amore vero, l'amore che
scoprivo di provare per te non � un sentimento, non � una emozione, � qualcosa
che tiene insieme il corpo, che gli consente di vivere. � il sangue, il sangue
che porta l'ossigeno alle cellule, e quando manca, ogni singola cellula del
corpo soffre e urla di dolore, urla perch� non vuol morire. In ogni momento tu
sei l'ossigeno, sei il mio sangue, e la tua assenza, il tuo silenzio, la tua
perdita � la morte. La persona che ami � dentro di te, � te, � la forza che
tiene in vita ciascuna delle tue cellule".
Ci� detto, accade in un momento qualsiasi della vita, della tua/ nostra vita, di
provare un senso d'insoddisfazione e allora e solo allora pensiamo di non sapere
ci� che stiamo vivendo, in altri termini ci accorgiamo di "camminare in
parallelo" e non sappiamo dov'� l'amore per sempre.
Ecco allora che la scena cambia.
Se prima una chiesa era l'ambiente in cui ci si muoveva, nel mutare scena quella
chiesa diventa la psiche, la tua/nostra/vostra interiorit� nella quale
rimbombano troppe domande e troppi perch� che predispongono ad un continuo
tormento dell'anima. In fondo quello che conta senza tormentarsi con tali
domande � che "non si sente di stare bene insieme e di non essere cresciuti
facendo sbocciare qualcosa in pi� di buono nel proprio carattere che prima non
c'era". E per acquietare il tormento bisognerebbe forse non pensare pi�
all'amore per sempre?
Bisognerebbe forse far finta di niente e continuare "quel percorso in parallelo"
dalla parvenza d'amore per sempre e abbandonarsi nelle braccia del sogno?
Tutto sommato non sarebbe forse meglio lasciare tutto immutato e non pensare?
Troppi punti interrogativi ma come trovare una soluzione e non rincorrere
un'illusione?
In fondo l'amore, quello vero, � qualcosa che solleva, porta in alto gli amanti,
li distacca dalla terra e li fa volare nell'infinito universo. C'� per� un
giorno in cui l'amore scende e va a piedi, non sa dove e s'acquieta per poi
lentamente morire. Si, l'amore forse non appartiene alla terra, non appartiene
agli esseri umani, appartiene ad un altro mondo, ad altri attori, ad altri
personaggi, a quelli che guardano dall'alto le miserie della vita e dell'uomo
che povero vive senza amore. L'amore � una poesia che finisce nella barbarica
realt�, spezzato vuol resistere ma deve dar conto alla miseria di un uomo o
donna che non sa, non conosce e finge di vivere il giorno che invano passa.
Quanta bellezza nell'amore, quanta miseria nella sua mancanza, e ce n'� tanta in
giro.