Cos�� un pap�
Il pap� non � solo
l�amico delle capriole sul letto grande
Non � solamente l�albero al quale mi arrampico
come un piccolo orso
non � soltanto chi tende con me l�aquilone nel cielo.
Il pap� � il sorriso discreto che fa finta di niente
� l�ombra buona della grande quercia
� la mano sicura che mi conduce nel prato
e oltre la siepe.
(L.Musacchio)
Babbo
Babbo, vorrei comprarti
tutte queste piccole cose
esposte al mercato,
cose piccole, inutili:
arnesi, cianfrusaglie, biglietti.
Vorrei farti felice con questo niente
che colma il vuoto
con quest�amore che ripara,
tu solo annaffi le piante lievi
lavi e curi ogni cosa
e scavi nella compostezza
della vita, con decisione
raccogli foglioline e altro
tu solo puoi entrare nell�infinito.
di Giovanna Sicari
Grazie Pap�
Da te, pap�, ricevo tanto.
A te, pap�, io voglio bene.
Dite, pap�, io vado fiero.
A te, pap�, io dico grazie.
Grazie pap�, per il bene che mi vuoi.
Grazie pap�, per i doni che mi fai.
Con te, pap�, non ho paura.
Con te, pap�. mi sento forte.
Con te, pap�, mi trovo bene.
A te, pap�, io dico grazie.
Grazie pap�, per la gioia che mi dai.
Grazie pap�, per quello che tu sei.
(B. Bartolini)
Mio padre
lo ho quasi un ritratto
del mio caro padre, nel tempo,
ma il tempo se lo porta via...
Mio padre nel giardino di casa nostra
mio padre tra i suoi libri, che lavora.
Gli occhi grandi, la fronte spaziosa,
il viso scarno, i baffi lisci.
Mio padre nel giardino di casa nostra
riflette, sogna, soffre, parla ad alta voce.
Passeggia. Oh, padre mio, ancora
ti vedo e il tempo non ti ha cancellato!
Ormai sono pi� vecchio di te, padre mio, quando mi baciavi.
Ma nel ricordo
sono ancora il bimbo che tu prendevi per mano.
Antonio Machado
A Mio Padre
Ciao pap�, ti vedo stanco
sar� la sera che ti cade addosso,
oppure gli anni che si fan sentire.
E' strano come le montagne,
si inchinino al passaggio della vita,
lasciando cadere a valle,
le sue rocce sgretolatosi nel tempo.
Li hai passati tutti i tuoi momenti,
restando sempre attento ai tuoi presenti,
e restare con lo sguardo al tuo passato
di cui a noi figli molto hai dedicato.
Mi hai fatto grande ma non solo fuori,
io di te ho molto dentro.
Quel che � stata la tua vita
per contarla non bastan le dita
di tutta quella gente che ti ha visto crescere
e lottare contro la tua sorte.
Starei una vita a raccontarmi di te,
che oggi mi guardi con lo sguardo di un bambino
e con il coraggio di darebbe la sua vita,
per farti vivere, la tua, un po' di pi�.
grazie pap�.
Giammarco de Vincentis
IL BAMBINO PERDUTO di William Blake
Babbo, babbo, dove vai?
Oh, non camminare cos� veloce.
Parla, babbo, parla al tuo bambino,
O io mi perder�.
La notte era scura, nessun padre c�era;
Il bimbo era bagnato di rugiada;
il fango era profondo,
e il bimbo pianse,
e la nebbia svan� fugace.
Al padre
Dove sull'acque viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, � dicembre d'uragani
e mare avvelenato. Le nostre notti cadono
nei carri merci e noi bestiame infantile
contiamo sogni polverosi con i morti
sfondati dai ferri, mordendo mandorle
e mele dissecate a ghirlanda. La scienza
del dolore mise verit� e lame
nei giochi dei bassopiani di malaria
gialla e terzana gonfia di fango.
La tua pazienza
triste, delicata, ci rub� la paura,
fu lezione di giorni uniti alla morte
tradita, al vilipendio dei ladroni
presi fra i rottami e giustiziati al buio
dalla fucileria degli sbarchi, un conto
di numeri bassi che tornava esatto
concentrico, un bilancio di vita futura.
Il tuo berretto di sole andava su e gi�
nel poco spazio che sempre ti hanno dato.
Anche a me misurarono ogni cosa,
e ho portato il tuo nome
un po' pi� in l� dell'odio e dell'invidia.
Quel rosso del tuo capo era una mitria,
una corona con le ali d'aquila.
E ora nell'aquila dei tuoi novant'anni
ho voluto parlare con te, coi tuoi segnali
di partenza colorati dalla lanterna.
Salvatore Quasimodo
Pap� dammi la mano
grande e forte mi sento con te
tu mi guardi e mi dici piano
sono felice se tu sei con me.
Se mi prendi sulle tue spalle
io mi sento un capo trib�.
Se mi tieni stretto al cuore
il mio amico pi� caro sei tu.
Per la strada la gente ci sorride
e ci guarda perch�
pensa che tu sei il mio gigante
ma io sono il tuo re.
***
PER IL PAPA'
Che bello giocare con le costruzioni
e poi quando � sera guardare i cartoni;
Che gioia dipingere con i pennarelli
e mettere assieme i puzzle pi� belli,
Ma il momento magico anche oggi sar�....
quando ritorni tu: PAPA'
***
PADRE, ANCHE SE... di Camillo Sbarbaro
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso, egualmente t'amerei.
Ch� mi ricordo d'un mattin d'inverno
che la prima viola sull'opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell'altra volta mi ricordo
che la sorella, mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando.
(la caparbia avea fatto non so che)
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura, ti mancava il cuore:
ch� avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata,
tu vacillante l'attiravi al petto
e con carezze dentro le tue braccia
avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch'era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini gi� tanto
pel tuo cuore fanciullo t�amerei.
***
Padre del Padre
S�avverte nell�aria
il consumarsi
d�un giro di boccali
traboccanti di vita
mentre s�odono
crocchi d�oziose
parole
in una giocata di
carte
tracimare
nell�osteria
frattanto che si fa
sgorgare l�animo
in un sorso di vino.
E vedo mio nonno
benigno
tirare a sorte l�ultima
fatalit�
in quelle sagome di
carta
giungendo alla �legge�.
Intanto che lo
sguardo s�appoggia
Spensierato su di me,
figlio del figlio
M�appaiono
sgabelli amanti
della solitudine, e
ritorno parallelo
al presente.
Attraverso la mia
reminiscenza,
in ogni tempo
sei con me.
A MIO PADRE
L'uomo rimasto solo
a tarda sera nella vigna
scuote le rape nella vasca,
sbuca dal viottolo con la paglia,
macchiata di verderame:
l'uomo che porta cos� fresco
terriccio sulle scarpe, odore
di fresca sera nei vestiti
si ferma a una fonte, parla
con l'ortolano che sradica i finocchi.
e' un uomo, un piccolo uomo
che io guardo da lontano:
� un punto vivo all'orizzonte.
Forse la sua pupilla
si accende questa sera
accanto alla peschiera
dove si bagna la fronte.
L.Sinisgalli