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POESIE PER RICORRENZE
SULLA FESTA DEL LAVORO 1° MAGGIO Poesie festa del lavoro di G. Douglas Johnson Gli uomini di domani Bambini oggi - domani - uomini! Poche lune e pochi soli ancora e poi , con lunghe membra flessuose essi stanno, tutti gli uomini della nostra patria! Mostrate loro la dignità del lavoro; date loro il tocco materno della terra; insegnate loro l'abilità dello strumento e anche gli enigmi della scuola. Perché favori e ricchezza si dissolvono in un solo giorno col cipiglio della fortuna; ma i padroni di un mestiere sono liberi di assicurarsi un nuovo destino. Dov'è l'uomo che osa disprezzare l'uomo onesto nato per lavorare? Perché il lavoro ha i suoi rudi dignitari che onorano la veste che indossa! Poesie festa dei lavoratori - di J. W. Johnson Il primo lavoro Allora Dio sedette al fianco d'una collina; presso un immenso fiume profondo sedette; con la testa fra le mani, Dio pensò e ripensò fino a che disse: - Farò un uomo! Da un letto di fiume prese un pugno d'argilla, e s'inginocchiò sulla sponda; e il gran Dio onnipotente, che aveva illuminato il sole e fissato lo aveva in cielo, che aveva scagliato le stelle nel più lontano angolo della notte, che aveva arrotondato la Terra nelle sue mani, questo gran Dio, come una mamma china sul suo bambino, s'inginocchiò nella polvere a lavorare un pezzo d'argilla finché lo formò a sua somiglianza; poi soffiò in lui il fiato della vita; e l'uomo cominciò a vivere. Poesia 1° Maggio Poesia di Giosuè Borsi Il muratore Prendi ed eleggi dei matton quadrucci quelli più esatti, più ben cotti e lisci, poi con un colpo secco del martello i troppo acuti spigoli scantucci. Prendi la pescolata e la spartisci e il mattone vi adagi al suo livello. Indi batti su quello con la cazzuola volta dalla parte del manico, con arte, perchè della compressa calcina agglomerata non avanzi il più di sotto, ma il soverchio d'essa spinto di fuori, sia raccolto, innanzi che si secchi, e ripreso, impastato, spalmato e ben disteso. Poesie festa dei lavoratori Poesia di Giacomo Zanella La bottega del fabbro Dall'alba a sera, di settimana in settimana, sovra l'incude, come i rintocchi d'una campana, suonano i colpi del martel rude; sulle stridenti braci, il ventoso mantice anela senza riposo. I fanciulletti, che dalla scuola tornano, all'uscio fermano il passo e contemplando senza parola stanno il martello, che or alto or basso fuor della soglia correre a mille, come la pula, fa le scintille. Poesia di Giacomo Leopardi Il lavoro del..pastore.. Sopra l'erbetta tenera sta un pastorello assiso, e il gregge suo che pascola guarda con lieto viso... Poesia di Giovanni Pascoli - Il tesoro C'era una volta un vecchio contadino che aveva un suo campetto e la sua marra e tre figlioli. Giunto al lumicino, volle i suoi tre figlioli accanto al letto. « Ragazzi - disse - vado al mio destino ma vi lascio un tesoro: è nel campetto ». E non potè dir altro, o non volle. A mente i figli tennero il suo detto. Quando fu morto, quelli il piano., il colle vangano, vangano, vangano; invano voltano al sole e tritano le zolle: niente! Ma, pel raccolto, quando il grano vinse i granai, lo videro il tesoro che aveva detto il vecchio; era in lor mano, era la vanga dalla punta d'oro. Poesia di Angiolo Silvio Novaro - Il contadinello Dalla punta del giorno a prima sera l'umile contadinello sta sull'orlo del fosso dove sdrucciola il ruscello a pascere la mucca bianca e nera che divora a più non posso erba coi fiori di trifoglio rosso. Poggiato al suo bastoncello guarda l'acqua scappare via leggiera, ascolta il lento mormorio del cieco vento che risuona nel cavo cuore del bosco, e vi muore, e sorride con tra i labbri una rosa. Chi sa che sogna, chi sa che aspetta! Non ha flauto, non ha zampogna, non ha oro, non ha argento, ha soltanto la pallida rosetta che tra i labbri tiene stretta, che gli dondola sul mento e sorride! Mentre il vento semina tra le foglie il suo lamento e l'acqua scorre in frettoloso ardore, e la bianca e nera mucca strappa ingorda l'erba in fiore, egli sorride nel suo chiuso cuore e in silenzio si pilucca il grappolo delle sue dolci ore. Poesia di Giovanni Pascoli Anche quello dello scolaro è un lavoro Il capo ad ora ad ora egli solleva dalla catasta dei vocabolari, come un galletto garrulo che beva, Povero bimbo! di tra i libri via appare il bruno capo tuo, scompare; come di un rondinotto, quando spia se torna mamma e porta le zanzare. Poesie festa del lavoro di Gianni Rodari Il più bel giorno S'io facessi il fornaio vorrei cuocere un pane così grande da sfamare tutta, tutta la gente che non ha da mangiare. Un pane pia grande del sole, dorato, profumato come le viole. Un pane cosi verrebbero a mangiarlo dall'India e dal Chilì i poveri, i bambini, i vecchietti e gli uccellini. Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senza fame! Il più bel giorno di tutta la storia! festa del lavoro Poesia di Luisa Nason Il Piccolo Falegname Tra le seghe e le pialle, i chiodi ed i martelli. Il Fanciullo divino insegnava ai fratelli. Insegnava ad amare il lavoro e il dovere, la luce del mattino, il buio delle sere. Anch 'Egli il Suo lavoro bagnò col Suo sudore e le candide mani consumò nel dolore. Festa del lavoro La cucitrice - Giovanni Pascoli L'alba per la valle nera sparpagliò le greggi bianche: tornano ora nella sera e s'arrampicano stanche; una stella le conduce. Torna via dalla maestra la covata e passa lenta; c'è del biondo alla finestra tra un basilico e una menta è Maria che cuce e cuce. Per chi cuci e per che cosa? un lenzuolo? un bianco velo? Tutto il cielo è color rosa,rosa e oro, e tutto il cielo sulla testa le riluce. Alza gli occhi dal lavoro: una lacrima? un sorriso? Sotto il cielo rosa e oro, chini gli occhi, chino il viso, ella cuce, cuce, cuce.
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