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IL 200 E IL 300
IL 200 E IL 300
Il duecento e il trecento vanno sotto la denominazione di periodo Gotico perch�
per i rinascimentali significava barbarico in quanto le opere d'arte non
seguivano le regole auree della prospettiva e la natura era disegnata solo in forma molto stilizzata.
La Chiesa aveva ancora una forte influenza sulla vita quotidiana, e l'uomo era
visto come una creatura che
dipendeva in tutto dalla potenza divina. I comuni prosperavano: nacquero le
prime corporazioni, che imposero statuti con rigide regole. Le attivit� e i
commerci pi� importanti in Italia si basavano sulla raffinazione dei tessuti,
spesso provenienti dall'estero, o sulla tessitura di drappi preziosi. Firenze importava lana dall'Inghilterra e la rivendeva a
prezzi altissimi. Lucca e Venezia furono al centro di una pregiata attivit�
tessile e sartoriale. Le decorazioni erano spesso prese da fonti orientali,
poich� il commercio si spingeva fino in India e in Cina, lungo la famosa via
della seta, riportando in Europa nuovi stili ed immagini.
La moda maschile e femminile, pur
conservando ancora una certa fissit� nel Duecento, inizi� un processo di
crescente restringimento degli abiti. Novit� di questo secolo fu l'introduzione
dei bottoni, che permettevano di far aderire vesti e maniche al corpo. Il valore
del vestito era ingenuamente determinato dalla quantit� di stoffa che si
indossava; nacquero cos� - nella moda femminile - i primi strascichi, che
compensarono la perdita di tessuto sul busto. Lo strascico fu particolarmente
avverso dalla leggi suntuarie e dalla Chiesa, tant'� che proprio in questo
periodo il cardinale Malebranca, legato pontificio a Bologna, proib� alla donne
di portarlo, colpendo le disubbidienti con la mancata assoluzione in
confessionale, pena gravissima per quei tempi. Il sensibile allungamento che la
moda dava al corpo umano � stato da alcuni paragonato al verticalismo delle
chiese gotiche.La roba, come era chiamato l'insieme degli abiti, si componeva di
una camicia, di una veste, sopravvesti con o senza maniche, e mantelli. Per
l'uomo erano sempre d'obbligo le braghe. Un nuovo indumento maschile di origine
militare fu invece il farsetto, un corto giubbotto portato direttamente sulla
camicia. Sul capo si indossavano una cuffietta bianca e un mantello a cappuccio
per l'uomo e un velo per la donna, a cui la Chiesa imponeva di nascondere i
capelli.
Verso la fine del secolo furono inventati gli occhiali, probabile opera di un
modesto vetraio veneziano. Il primo documento figurativo risale tuttavia alla
met� del secolo successivo: a Treviso, nella sala capitolare di San Nicol�,
Tommaso da Modena ci ha lasciato un affresco con il cardinale Ugone di Provenza
munito di questo importante accessorio.
Con l'avvento del Trecento in poi si avvi� una vera e propria rivoluzione vestiaria: per la
prima volta dopo secoli gli abiti maschili si differenziarono nettamente da
quelli femminili: la donna continuava a portare vesti attillate ma rese sempre
pi� lunghe dallo strascico, mentre verso la fine del secolo grande scandalo
suscit� l'introduzione della scollatura, stigmatizzata anche da Dante. L'uomo
indoss� abiti cortissimi che mostravano completamente le gambe. Anche le braghe
si restrinsero diventando vere e proprie calze terminanti in una lunga punta,
allacciate solitamente al farsetto e munite di una suola che permetteva di
escludere le calzature. Per la prima volta nella storia della moda maschile si
evidenzi� una distinzione tra la parte soprastante e quella sottostante
dell'abito, che nei secoli avrebbe portato alla formazione di giacca e
pantaloni. I vestiti erano spesso divisi verticalmente in due colori; a questi
ultimi si attribuiva spesso una simbologia politica di appartenenza a fazioni o
a corti signorili. Nel Trecento le decorazioni aumentarono ed erano concentrate
soprattutto sulle maniche dove venivano ricamati stemmi araldici delle famiglie
pi� in vista. Le affrappature erano orli tagliati in forma di foglia che
decoravano la sopravveste. Sul capo, oltre alla cuffia, si indossava il berretto
arrotolato come un turbante. Le case poco riscaldate e dalle finestre non sempre
chiuse da vetri (costosissimi a quei tempi) obbligavano la gente a indossare
sopravvesti. Tra le pi� diffuse erano la pellanda e la giornea, la prima ornata
da lunghissime maniche, la seconda munita di due aperture laterali per passarvi
le braccia.