D'ANNUNZIO: LUNGO L'AFFRICO


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Lungo l'Affrico nella sera di giugno dopo la pioggia

 di Gabriele D'Annunzio

 

 

Grazia del ciel, come soavemente

ti miri ne la terra abbeverata,

anima fatta bella dal suo pianto!

O in mille e mille specchi sorridente

grazia, che da la nuvola sei nata

come la volutt� nasce dal pianto,

musica nel mio canto

ora t'effondi, che non � fugace,

per me trasfigurata in alta pace

a chi l'ascolti.

Nascente Luna, in cielo esigua come

il sopracciglio de la giovinetta

e la midolla de la nova canna,

s� che il pi� lieve ramo ti nasconde

e l'occhio mio, se ti smarrisce, a pena

ti ritrova, pe 'l sogno che l'appanna,

Luna, il rio che s'avvalla

senza parola erboso anche ti vide;

e per ogni fil d'erba ti sorride,

solo a te sola.

O nere e bianche rondini, tra notte

e alba, tra vespro e notte, o bianche e nere

ospiti lungo l'Affrico notturno!

Volan elle s� basso che la molle

erba sfioran coi petti, e dal piacere

il loro volo sembra fatto azzurro.

Sopra non ha sussurro

l'arbore grande, se ben trema sempre.

Non tesse il volo intorno a le mie tempie

fresche ghirlande?

E non promette ogni lor breve grido

un ben che forse il cuore ignora e forse

indovina se udendo ne trasale?

S'attardan quasi immemori del nido,

e sul margine dove son trascorse

par si prolunghi il fremito dell'ale.

Tutta la terra pare

argilla offerta all'opera d'amore,

un nunzio il grido, e il vespero che muore

un'alba certa.

 

Nelle lirica, esempio del metamorfismo dannunziano, i dati materiali e paesaggistici sono trasmutati, pur con qualche passaggio meccanico,in dati psichici e in visioni interiori. Ma essa canta, con toni tenui e melodiosi, anche la superiorit� della poesia che, pi� di tutte le altre attivit� umane, � in grado di plasmare il mondo.

 

Metro : Quattro strofe composte ciascuna da dieci versi, di cui otto endecasillabi, un settenario in settima posizione e un quinario in chiusura; rime a schema ABCABCEDDE. Le rime sono spesso sostituite da assonanze.

 

La prima di esse si incentra  su una serie di ANALOGIE: TRA IL CIELO E LA TERRA, tra il cielo e l�anima, tra la bellezza del cielo ed il fascino dell�immortale canto poetico. Nella seconda emergono i processi poetici della personificazione e del metamorfismo: la luna � simile al sopracciglio di una giovinetta, mentre il fiume Africo � descritto nel suo vedere l�astro lunare. La terza parte dall�attenzione realistica allo sfrecciare delle rondini  per trasformarlo in volo azzurro e trasfigurarlo in simbolo di piacere. La quarta strofa riprende il simbolo del volo delle rondini per celebrare il ruolo della poesia dannunziana tesa ad una nuova creazione del mondo, di qui la conclusione ottimistica dell�immagine del tramonto preludio ad un�alba certa.

 



 


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