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POESIE DI ANDREA ZANZOTTO
COLLE DI GIANO DI ZANZOTTO Pigro l'asse gi� s'inclina al vuoto. Il fiato mite dei bambini, il sole a pochi passi ma agli ultimi confini, i fiori e gli astri raggelati ai muri. E umido quasi messo a nudo d'entro un sonno d'argilla - d'entro larghe mattine di fogliame � gi� con brusio di muffe e muschi e minimi uccelli laggi� s'intenebra il lavoro. Spuntano tombe e campane, dilaga da lapidi e fronti troppo lisce pace e sgomento. Forse solo l'affanno e il gridio dei bambini e la trombetta che scavalca i monti, forse solo l'amore. Oh come, come vi parler�? Ma forzo il cuore, forzo gli occhi a accendersi, ad accendere vita. ANDREA ZANZOTTO - Rose ai pilastri Rose ai pilastri, rose lungo i muri e dentro i vasi, da per tutto rose che sbocciano fiammanti e sanguinose come ferite sopra i seni impuri. Rose thee dai bei labri immaturi dalle fini ceramiche untuose, rose di siepe, rose rugiadose avvinghiate ai cancelli e ai vecchi muri. Eruzione di rose nei giardini, di rive sanguinose ed odorose, vive e rampanti per la mia ringhiera. Rose e rose ne i miei vasi murrini rose odorose, rose sanguinose rosee bocche della primavera. SONETTO DI STERPI E LIMITI Sguiscio gentil che fra mezzo erbe serpi, difficil guizzo che enigma orienta che nulla enigma orienta, e pur spaventa il cor che in serpi vede, mutar sterpi; nausea, che da una debil quiete scerpi me nel vacuo onde ogni erba qui s'imprenta, per� che in vie e vie di serpi annienta luci ed arbusti, in sfrigolio di serpi; e tu mia mente, o permanere, al limite del furbo orrido incavo incastro rischio, o tu che a rischi e a limiti ti limi: e non posso mai far che non m'immischio, nervi occhi orecchi al soprassalto primi se da ombre e agguati vien di serpe il fischio. IL CIELO E� LIMPIDO Andrea Zanzotto Il cielo � limpido sino ad essere sconosciuto Tutto � intossicato dal sole Io tossisco sotto questo, in questo brusire di entificazioni e sono distratto dalla violenza di un freddo che pure non fa nulla di male Adocchio solitudini gi� mie ora di se stesse unicamente Tutti i rimproveri pare si calmino riverberando Tutto � distrazione e forse meno, un poco meno del previsto, pena L'attimo fuggente Ancora qui. Lo riconosco. In orbite di coazione. Gli altri nell'incorposa increante libert�. Dal monte che con troppo alte selve m'affronta tento vedere e vedermi, mentre allegria irrita di lumi san Silvestro, sparge laggi� la notte di ghiotti muschi, di ghiotte correntie. E. E, puro vento, sola neve, ch'io toccher� tra poco. Ditemi che ci siete, tendetevi a sorreggermi. In voi fui, sono, mi avete atteso, non mai dubbio v'ha offesi. Sarai, anima e neve, tu: colei che non sa oltre l'immacolato tacere. Ravvia la mia dispersa fronte. Sollevami. E. � questo il sospiro che discrimina che culmina, "l'attimo fuggente". � questo il crisma nel cui odore io dico: s�, mi hai raccolto su da me stesso e con te entro nella fonte dell'anno. Esistere psichicamente Da questa artificiosa terra-carne esili acuminati sensi e sussulti e silenzi, da questa bava di vicende - soli che urtarono fili di ciglia ariste appena sfrangiate pei colli - da questo lungo attimo inghiottito da nevi, inghiottito dal vento, da tutto questo che non fu primavera non luglio non autunno ma solo egro spiraglio ma solo psiche, da tutto questo che non � nulla ed � tutto ci� ch'io sono: tale la verit� geme a se stessa, si vuole pomo che gonfia ed infradicia. Chiarore acido che tessi i bruciori d'inferno degli atomi e il conato torbido d'alghe e vermi, chiarore-uovo che nel morente muco fai parole e amori.PER COMMENTI A TUTTE LE POESIE CLICCA
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