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Alla vita
Amici ci aspetta una barca e dondola
Amici dalla barca si vede il mondo
Nelle stanze la voce materna
Questa bella, bellissima, semplice Alla vita � una delle liriche di esordio di Mario Luzi ed � tratta dalla prima silloge importante del poeta di Sesto Fiorentino, La barca (1935). L�atmosfera � magica e dolce, rarefatta. Ed ecco la novit�: recuperata ad un�aura cristiana in cui siede sul trono un Dio il cui volto � caldo di speranza e in cui avanza una verit� �intrepida, la Madonna dagli occhi trasparenti. Si fa carico del peso di tutti i dolori della vita e si rivolge soprattutto ai morenti. Il tono colloquiale ha una robustezza ferrigna. Solo a limitarci ai primi versi: la potenza di questo cielo che si inarca fino a toccare il mare (la compattezza, l�unit� profonda del cosmo che non distingue tra terra e aria); la rima facile mare/amare (che conferisce il tono di cantilena, di nenia); l�identificazione di volo, follia e amore (volano creature pazze ad amare: il mistero della vita, in fondo, il ritorno al padre, la generosit� dell�amare, il riconoscere identit� a s� e agli altri); l�uso saggio e mai forzato degli enjambement; il richiamo ad immagini e situazioni semplici e primordiali (il seno, il chiedere, il ripiegarsi, il non avere voce, la rosa sottratta alle sue implicazioni sessuali e restituita al suo essere profumo e colore, gioia per gli occhi). Passa una tenue e robusta folata di speranza in questi versi: possiamo immaginare che Luzi abbia davanti a s�, magari ad un approdo di palude tra i canneti, l�immagine semplice di un capitello campagnolo. Ma l�occasione � trasfigurata, sublimata, immersa in una dimensione esistenziale assoluta. E comunque rimane terrestre, intrisa di dolore e consapevolezza, tutta ruotante attorno al verso (splendido, luminoso) che fa da perno all�intera lirica, che giustifica l�invito agli amici a salire sulla barca. Che forza, nell�apparente dolcezza dei modi, in questo movimento straniante. Quasi ad esortare: facciamo un passo fuori, guardiamo il mondo, cambiamo angolo di visuale. Dall�acqua si vede meglio una verit� che procede/intrepida e diventa storia, nella trasparenza degli occhi di una Madonna contadina. E dunque che dolce condanna nel destino degli umani. Non si riesce a distaccarsi dall�aspettare l�avvenire. Proprio non si riesce a smettere. Come spiegare l�inspiegabile? � facile, facilissimo. Basta lasciare la parola a Mario Luzi. In questa stessa silloge ci offre la chiave in una lirica che reca come titolo un endecasillabo perfetto, Le meste comari di Samprugnano: Tutto gi� � cos� strano/lontano come se fluisse al di l�/della vita, in un�altra infinita dolcezza d�esistere/pi� vicine al sole.
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