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Poesia di
Giacomo Zanella -
Ero ciliegio -
Ero ciliegio.. cento volte e cento
i miei rubini maturai.. dal suolo,
dopo lunga tenzon, sterpommi il vento,
ed alle man passai del legnaiuolo.
Fui segato, piallato ebbi ornamento
di vernici e di vetri. Ora uno stuolo
di morti, che immortale hanno l'accento,
alla polve e de' topi al dente involo.
Guardo Omero, PIatone, Orazio e Dante.
Dell'onor che m'� fatto e del riposo
invidia avranno pi� superbe piante;
io, se il destin mi ridonasse un'ora
della mia giovent�, volonteroso
andrei co' venti ad azzuffarmi ancora.
Il sonetto di carattere morale-educativo � tratto dall�Astichello. Ci dice che nessuna gloria pu� appagare uno spirito libero il quale, mentre gli altri gli invidiano una sorte di privilegio, si macera in silenzio anelando alla propria libert� e al tempo felice di essa.
Ero ciliegio e alla mia festevole condizione di albero fruttifero fui un giorno strappato per divenire, nelle mani di un legnaiolo, un dignitoso mobile da biblioteca ove si raccolgono i pi� famosi autori dell�antichit�. Chi sa quante piante pi� superbe di me invidieranno la mia sorte privilegiata! Io invece, se potessi avere un�ora della mia giovinezza, sarei felice di ritornare albero all�aria aperta per azzuffarmi coi venti come un fanciullo gioioso.
Sonetto: due quartine e due terzine con rime ABAB-CDC-EDE