I GUFI
Baudelaire
Vi �
l�immagine di un gruppo di gufi immobili e in apparenza pensierosi che
suggerisce a Baudelaire che il saggio,l�uomo che ha compreso il senso della
realt�, dovrebbe imitare il comportamento degli uccelli e non sprecare la
propria esistenza inseguendo ci� che poi si rivela insignificante ed illusorio.
Nella
storia della cultura il gufo ha avuto sempre un�immagine ambivalente e in epoche
pi� antiche questo uccello notturno dagli occhi grandi e tondi fissi era visto
come uno spirito guida. Esso incarnava le qualit� di saggezza e di pazienza
ponendosi come un depositario di segreti e un tramite fra questo mondo e il
regno dell�invisibile. Non sorprende che Baudelaire l�abbia scelto come soggetto
di una lirica recuperando le sue positivit�. Il poeta vede i gufi come idoli
antichi e misteriosi, in possesso di una sapienza dalla quale l�uomo comune �
escluso. I gufi meditano, quindi Baudelaire attribuisce loro un�attivit� di
pensiero che va oltre la normale percezione del mondo naturale. Sono immobili,
dunque accettano la loro condizione, rifiutano il cambiamento e, cos� facendo,
trovano la felicit� e la pace. E� quello che dovrebbe fare l�uomo lacerato fra
la sicurezza di ci� che possiede e l�ansia del nuovo , inconsistente e fragile
come un�ombra.
Sotto i tassi neri che li ospitano,
i gufi stanno come dei esotici
schierati tutti in fila,saettando
a tratti l'occhio rosso.Meditano.
Senza muoversi cos� staranno
fino all'ora malinconica
quando,spingendo via l'obliquo sole,
le tenebre si stabiliranno.
Al saggio dice il loro atteggiamento
che a questo mondo deve aver paura
del tumulto e del movimento;
l'uomo attratto da un'ombra che si sposta
paga sempre con pena sicura
l'aver voluto cambiar di posto.