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Tu m’hai sì piena di dolor la mente |
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Tu m’hai sì piena di dolor la mente
Tu m’hai sì piena di dolor la mente,
che l’anima si briga di partire,
e li sospir’ che manda ‘l cor dolente
mostrano agli occhi che non può soffrire.
Amor, che lo tuo grande valor sente,
dice: “E’ mi duol che ti convien morire
per questa fiera donna, che nïente
par che piatate di te5 voglia
udire”.
I’ vo come colui ch’è fuor di vita,
che pare, a chi lo sguarda, ch’omo sia
fatto di rame o di pietra o di legno,
che si conduca sol per maestria
e porti ne lo core una ferita
che sia, com’egli è morto, aperto segno.
Cavalcanti riteneva che l’amore poteva essere sia gioia elevando l’uomo e sia dolore ,come dimostra tale poesia, da far desiderare la morte.
Livello metrico
Il sonetto è costituito da due
quartine a rime alternate , e due terzine a tre rime, secondo lo schema
ABAB-ABAB; CDE-DCE.
In realtà non si tratta di una donna in carne ed ossa, bensì di un phantasma che ha colmato la mente, cioè l’immaginazione, del poeta, al punto che l’anima sensitiva ha fretta di allontanarsi da lui : meglio la morte che soffrire. Si tratta di una morte metaforica, la morte del cuore innamorato a causa di una donna crudele, che sembra mostrare totale indifferenza nei confronti del poeta.
Cavalcanti inizia con un’apostrofe con “Tu” abbandonando il classico «voi», più adatto a una donna angelo che nobilita l’uomo, e si rivolge direttamente a colei che rappresenta la felicità irraggiungibile, cioè l’eterno dolore.
Tu hai a tal punto messo dolore nella mia mente che l’anima vorrebbe abbandonarmi , e i sospiri che emette il cuore dolente mostrano visibilmente che non ce la fa più a sopportare. Amore, che percepisce la tua potenza dirompente, dice: “Ho dispiacere che tu debba morire per questa donna spietata, che sembra non voler ascoltare nessuna preghiera da te”. Io vivo come colui che è già morto, il quale, a chi lo guarda, sembra che sia un uomo fatto di rame o di pietra o di legno che cammina solo per uno sforzo di volontà, e porta nel cuore una ferita che appare il segno manifesto della maniera nella quale egli è morto.