FOSCOLO ED ULISSE
FOSCOLO ED ULISSE
Il tema dell'uomo "errante" e navigatore ha esercitato un enorme fascino sulle letterature e sugli scrittori occidentali, cos� pi� volte il nostro Foscolo chiama in causa Ulisse.
Il poeta Ugo Foscolo ritorna a parlare del grande Ulisse in due componimenti: "A Zacinto" e nei "Sepolcri". Nella prima opera Foscolo ci parla di Ulisse come "bello di fama e di sventura" presentandolo come un moderno eroe ; come Odisseo, infatti, Foscolo nasce in Grecia sulle sponde ioniche e patisce la sventura dell'esilio con la differenza che l'eroe omerico torner� a baciare la patria, mentre al poeta moderno il fato non lo permetter� e quindi potr� parlare di Zacinto solo attraverso la poesia. In questi versi Ulisse assomiglia a Foscolo: la gloria e la sventura rendono bello e nobilitano l'eroe.
Mentre nella poesia dedicata a Zante il Foscolo si identifica con Ulisse e con la rabbia nello stare lontano dalla tanto amata patria, nei versi dei Sepolcri il discorso cambia e si fa avanti una visione negativa dell'eroe; viene rappresentato come uno che ha tentato l�inganno. Infatti , dopo la morte di Achille, le sue armi erano state assegnate ad Aiace, ma Ulisse, con l'inganno, riusc� a farsele attribuire cos� che Aiace si uccise per l�onta subita. In seguito il mare le strapp� alla nave di Ulisse e le deposit� sulla tomba di Aiace. Foscolo parla di questo per istruire , insegnando come la morte assicuri giustamente ai valorosi, in questo caso Aiace, la ricompensa spettante della gloria.