SALABAETTO DI BOCCACCIO


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SALABAETTO

 

Quanto la novella della reina in diversi luoghi facesse le donne ridere, non � da domandare: niuna ve n�era a cui per soperchio riso non fossero dodici volte le lagrime venute in su gli occhi. Ma poi che ella ebbe fine, Dioneo, che sapeva che a lui toccava la volta, disse:
Graziose donne, manifesta cosa � tanto pi� l�arti piacere, quanto pi� sottile artefice � per quelle artificiosamente beffato. E per ci�, quantunque bellissime cose tutte raccontate abbiate, io intendo di raccontarne una, tanto pi� che alcuna altra dettane da dovervi aggradire, quanto colei che beffata fu era maggior maestra di beffare altrui, che alcuno altro beffato fosse di quegli o di quelle che avete contate.
Soleva essere, e forse che ancora oggi �, una usanza in tutte le terre marine che hanno porto, cos� fatta, che tutti i mercatanti che in quelle con mercatantie capitano, faccendole scaricare, tutte in un fondaco  il quale in molti luoghi � chiamato dogana, tenuta per lo comune o per lo signor della terra, le portano. E quivi, dando a coloro che sopra ci� sono per iscritto tutta la mercatantia e il pregio di quella, � dato per li detti al mercatante un magazzino, nel quale esso la sua mercatantia ripone e serralo con la chiave; e li detti doganieri poi scrivono in sul libro della dogana a ragione del mercatante tutta la sua mercatantia, faccendosi poi del lor diritto pagare al mercatante, o per tutta o per parte della mercatantia che egli della dogana traesse. E da questo libro della dogana assai volte s�informano i sensali e delle qualit� e delle quantit� delle mercatantie che vi sono, e ancora chi sieno i mercatanti che l�hanno, con li quali poi essi, secondo che lor cade per mano, ragionano di cambi, di baratti e di vendite e d�altri spacci. La quale usanza, s� come in molti altri luoghi, era in Palermo in Cicilia, dove similmente erano e ancor sono assai femine del corpo bellissime, ma nimiche della onest�; le quali, da chi non le conosce, sarebbono e son tenute grandi e onestissime donne. Ed essendo, non a radere, ma a scorticare uomini date del tutto, come un mercatante forestiere riveggono, cos� dal libro della dogana s�informano di ci� che egli v�ha e di quanto pu� fare; e appresso con lor piacevoli e amorosi atti e con parole dolcissime questi cotali mercatanti s�ingegnano d�adescare e di trarre nel loro amore; e gi� molti ve n�hanno tratti, a� quali buona parte della lor mercatantia hanno delle mani tratta, e d�assai tutta; e di quelli vi sono stati che la mercatantia e �l navilio e le polpe e l�ossa lasciate v�hanno, s� ha soavemente la barbiera saputo menare il rasoio.
Ora, non � ancora molto tempo, avvenne che quivi, da� suoi maestri  mandato, arriv� un giovane nostro fiorentino detto Nicol� da Cignano, come che Salabaetto fosse chiamato, con tanti pannilani che alla fiera di Salerno gli erano avanzati, che potevan valere un cinquecento fiorin d�oro; e dato il legaggio  di quegli a� doganieri, gli mise in un magazzino, e senza mostrar troppo gran fretta dello spaccio, s�incominci� ad andare alcuna volta a sollazzo per la terra. Ed essendo egli bianco e biondo e leggiadro molto, e standogli ben la vita, avvenne che una di queste barbiere, che si faceva chiamare madonna Jancofiore, avendo alcuna cosa sentita de� fatti suoi, gli pose l�occhio addosso. Di che egli accorgendosi, estimando che ella fosse una gran donna, s�avvis� che per la sua bellezza le piacesse, e pensossi di volere molto cautamente menar questo amore; e senza dirne cosa alcuna a persona, incominci� a far le passate dinanzi alla casa di costei. La quale accortasene, poi che alquanti d� l�ebbe ben con gli occhi acceso, mostrando ella di consumarsi per lui, segretamente gli mand� una sua femina la quale ottimamente l�arte sapeva del ruffianesimo. La quale, quasi con le lagrime in su gli occhi, dopo molte novelle, gli disse che egli con la bellezza e con la piacevolezza sua aveva s� la sua donna presa, che ella non trovava luogo n� d� n� notte; e per ci�, quando a lui piacesse, ella disiderava pi� che altra cosa di potersi con lui ad un bagno  segretamente trovare; e appresso questo, trattosi uno anello di borsa, da parte della sua donna gliele don�. Salabaetto, udendo questo, fu il pi� lieto uomo che mai fosse, e preso l�anello e fregatoselo agli occhi e poi basciatolo sel mise in dito, e rispose alla buona femina che, se madonna Jancofiore l�amava, che ella n�era ben cambiata, per ci� che egli amava pi� lei che la sua propia vita, e che egli era disposto d�andare dovunque a lei fosse a grado, e ad ogn�ora.
Tornata adunque la messaggiera alla sua donna con questa risposta, a Salabaetto fu a mano a man detto a qual bagno il d� seguente passato vespro la dovesse aspettare. Il quale, senza dirne cosa del mondo a persona, prestamente all�ora impostagli v�and�, e trov� il bagno per la donna esser preso. Dove egli non stette guari che due schiave venner cariche: l�una aveva un materasso di bambagia bello e grande in capo, e l�altra un grandissimo paniere pien di cose; e steso questo materasso in una camera del bagno sopra una lettiera, vi miser su un paio di lenzuola sottilissime listate di seta, e poi una coltre di bucherame  cipriana bianchissima con due origlieri  lavorati a maraviglie. E appresso questo spogliatesi ed entrate nel bagno, quello tutto lavarono e spazzarono ottimamente. N� stette guari che la donna con due sue altre schiave appresso al bagno venne; dove ella, come prima ebbe agio, fece a Salabaetto grandissima festa; e dopo i maggiori sospiri del mondo, poi che molto e abbracciato e basciato l�ebbe, gli disse: - Non so chi mi s�avesse a questo potuto conducere, altro che tu; tu m�hai miso lo foco all�arma, toscano acanino .
Appresso questo, come a lei piacque, ignudi amenduni se n�entrarono nel bagno, e con loro due delle schiave. Quivi, senza lasciargli por mano addosso ad altrui, ella medesima con sapone moscoleato e con garofanato maravigliosamente e bene tutto lav� Salabaetto; e appresso s� fece e lavare e stropicciare alle schiave. E fatto questo, recaron le schiave due lenzuoli bianchissimi e sottili, de� quali veniva s� grande odor di rose che ci� che v�era pareva rose; e l�una invilupp� nell�uno Salabaetto e l�altra nell�altro la donna, e in collo levatigli, amenduni nel letto fatto ne gli portarono. E quivi, poi che di sudare furono restati, dalle schiave fuor di que� lenzuoli tratti, rimasono ignudi negli altri. E tratti del paniere oricanni  d�ariento bellissimi e pieni qual d�acqua rosa, qual d�acqua di fior d�aranci, qual d�acqua di fior di gelsomino e qual d�acqua nanfa , tutti costoro di queste acque spruzzano; e appresso tratte fuori scatole di confetti e preziosissimi vini, alquanto si confortarono. A Salabaetto pareva essere in paradiso, e mille volte aveva riguardata costei, la quale era per certo bellissima, e cento anni gli pareva ciascuna ora che queste schiave se n�andassero e che egli nelle braccia di costei si ritrovasse. Le quali poi che per comandamento della donna, lasciato un torchietto acceso nella camera, andate se ne furono fuori, costei abbracci� Salabaetto ed egli lei, e con grandissimo piacer di Salabaetto, al quale pareva che costei tutta si struggesse per suo amore, dimorarono una lunga ora.
Ma poi che tempo parve di levarsi alla donna, fatte venire le schiave, si vestirono, e un�altra volta bevendo e confettando si riconfortarono alquanto, e il viso e le mani di quelle acque odorifere lavatisi e volendosi partire, disse la donna a Salabaetto: - Quando a te fosse a grado, a me sarebbe grandissima grazia che questa sera te ne venissi a cenare e ad albergo meco.
Salabaetto, il qual gi� e dalla bellezza e dalla artificiosa piacevolezza di costei era preso, credendosi fermamente da lei essere come il cuor del corpo amato, rispose: - Madonna, ogni vostro piacere m�� sommamente a grado, e per ci� e istasera e sempre intendo di far quello che vi piacer� e che per voi mi fia comandato.
Tornatasene adunque la donna a casa, e fatta bene di sue robe e di suoi arnesi ornar la camera sua, e fatto splendidamente far da cena, aspett� Salabaetto. Il quale, come alquanto fu fatto oscuro, l� se n�and�, e lietamente ricevuto, con gran festa e ben servito cen�. Poi, nella camera entratisene, sent� quivi maraviglioso odore di legno alo�, e d�uccelletti cipriani  vide il letto ricchissimo, e molte belle robe su per le stanghe. Le quali cose tutte insieme, e ciascuna per s�, gli fecero stimare costei dovere essere una grande e ricca donna. E quantunque in contrario avesse della vita di lei udito buscinare [11], per cosa del mondo nol voleva credere; e se pure alquanto ne credeva lei gi� alcuno aver beffato, per cosa del mondo non poteva credere questo dovere a lui intervenire. Egli giacque con grandissimo suo piacere la notte con essolei, sempre pi� accendendosi.
Venuta la mattina, ella gli cinse una bella e leggiadra cinturetta d�argento con una bella borsa, e s� gli disse:  - Salabaetto mio dolce, io mi ti raccomando; e cos� come la mia persona � al piacer tuio, cos� � ci� che ci � e ci� che per me si pu� � allo comando tuio.
Salabaetto lieto abbracciatala e baciatala, s�usc� di casa costei e vennesene l� dove usavano gli altri mercatanti. E usando una volta e altra con costei senza costargli cosa del mondo, e ogni ora pi� invescandosi, avvenne che egli vend� i panni suoi a contanti e guadagnonne bene; il che la buona donna non da lui, ma da altrui sent� incontanente. Ed essendo Salabaetto da lei andato una sera, costei incominci� a cianciare e a ruzzare con lui, a basciarlo e abbracciarlo, mostrandosi s� forte di lui infiammata, che pareva che ella gli volesse d�amor morir nelle braccia; e volevagli pur donare due bellissimi nappi d�argento che ella aveva, li quali Salabaetto non voleva torre, s� come colui che da lei tra una volta e altra aveva avuto quello che valeva ben trenta fiorin d�oro, senza aver potuto fare che ella da lui prendesse tanto che valesse un grosso . Alla fine, avendol costei bene acceso col mostrar s� accesa e liberale, una delle sue schiave, s� come ella aveva ordinato, la chiam�; per che ella, uscita della camera e stata alquanto, torn� dentro piagnendo, e sopra il letto gittatasi boccone, cominci� a fare il pi� doloroso lamento che mai facesse femina.
Salabaetto, maravigliandosi, la si rec� in braccio, e cominci� a piagner con lei e a dire: - Deh, cuor del corpo mio, che avete voi cos� subitamente? Che � la cagione di questo dolore? Deh! ditemelo, anima mia.
Poi che la donna s�ebbe assai fatta pregare, ed ella disse: - Ohim�, signor mio dolce, io non so n� che mi far n� che mi dire: io ho test� ricevute lettere da Messina, e scrivemi mio fratello, che, se io dovessi vendere e impegnare ci� che ci �, che senza alcun fallo io gli abbia fra qui e otto d� mandati mille fiorin d�oro, se non che gli sar� tagliata la testa; e io non so quello che io mi debba fare, che io gli possa cos� prestamente avere; ch�, se io avessi spazio pur quindici d�, io troverrei modo d�accivirne  d�alcun luogo donde io ne debbo avere molti pi�, o io venderei alcuna delle nostre possessioni; ma, non potendo, io vorrei esser morta prima che quella mala novella mi venisse -; e detto questo, forte mostrandosi tribolata, non restava di piagnere.
Salabaetto, al quale l�amorose fiamme avevan gran parte del debito conoscimento tolto, credendo quelle verissime lagrime e le parole ancor pi� vere, disse: - Madonna, io non vi potrei servire di mille, ma di cinquecento fiorin d�oro s� bene, dove voi crediate potermegli rendere di qui a quindici d�; e questa � vostra ventura che pure ieri mi vennero venduti i panni miei, ch�, se cos� non fosse, io non vi potrei prestare un grosso.
- Ohim�! - disse la donna - dunque hai tu patito disagio di denari? O perch� non me ne richiedevi tu? Perch� io non n�abbia mille, io ne aveva ben cento e anche dugento da darti; tu m�hai tolta tutta la baldanza da dovere da te ricevere il servigio che tu mi profferi.
Salabaetto, vie pi� che preso da queste parole, disse: - Madonna, per questo non voglio io che voi lasciate; ch�, se fosse cos� bisogno a me come egli fa a voi, io v�avrei ben richiesta.
- Ohim�! - disse la donna - Salabaetto mio, ben conosco che il tuo � vero e perfetto amore verso di me, quando, senza aspettar d�esser richiesto di cos� gran quantit� di moneta, in cos� fatto bisogno liberamente mi sovvieni. E per certo io era tutta tua senza questo, e con questo sar� molto maggior mente; n� sar� mai che io non riconosca da te la testa di mio fratello . Ma sallo Iddio che io mal volentier gli prendo, considerando che tu se� mercatante, e i mercatanti fanno co� denari tutti i fatti loro; ma per ci� che il bisogno mi strigne e ho ferma speranza di tosto rendergliti, io gli pur prender�, e per l�avanzo, se pi� presta via non troverr�, impegner� tutte queste mie cose -; e cos� detto lagrimando, sopra il viso di Salabaetto si lasci� cadere.
Salabaetto la cominci� a confortare; e stato la notte con lei, per mostrarsi bene liberalissimo suo servidore, senza alcuna richiesta di lei aspettare, le port� cinquecento be� fiorin d�oro, li quali ella, ridendo col cuore e piagnendo con gli occhi, prese, attenendosene Salabaetto alla sua semplice promessione.
Come la donna ebbe i denari, cos� s�incominciarono le �ndizioni  a mutare; e dove prima era libera l�andata alla donna ogni volta che a Salabaetto era in piacere, cos� incominciaron poi a sopravvenire delle cagioni, per le quali non gli veniva delle sette volte l�una fatto il potervi entrare, n� quel viso n� quelle carezze n� quelle feste pi� gli eran fatte che prima. E passato d�un mese e di due il termine, non che venuto, al quale i suoi danari riaver dovea, richiedendogli, gli eran date parole in pagamento. Laonde, avvedendosi Salabaetto dell�arte della malvagia femina e del suo poco senno, e conoscendo che di lei niuna cosa pi� che le si piacesse di questo poteva dire, s� come colui che di ci� non aveva n� scritta n� testimonio, e vergognandosi di ramarricarsene con alcuno, s� perch� n�era stato fatto avveduto dinanzi, e s� per le beffe le quali meritamente della sua bestialit� n�aspettava, dolente oltre modo, seco medesimo la sua sciocchezza piagnea. E avendo da� suoi maestri pi� lettere avute che egli quegli denari cambiasse e mandassegli loro, acci� che, non faccendolo egli, quivi non fosse il suo difetto scoperto, diliber� di partirsi; e in su un legnetto montato, non a Pisa, come dovea, ma a Napoli se ne venne.
Era quivi in quei tempi nostro compar Pietro dello Canigiano, tresorier di madama la �mperatrice di Costantinopoli , uomo di grande intelletto e di sottile ingegno, grandissimo amico e di Salabaetto e de� suoi; col quale, s� come con discretissimo uomo, dopo alcuno giorno Salabaetto dolendosi, raccont� ci� che fatto aveva e il suo misero accidente, e domandogli aiuto e consiglio in fare che esso quivi potesse sostentar la sua vita, affermando che mai a Firenze non intendeva di ritornare.
Canigiano, dolente di queste cose, disse: - Male hai fatto; mal ti se� portato; male hai i tuoi maestri ubbiditi; troppi denari ad un tratto hai spesi in dolcitudine; ma che? fatto �, vuolsi vedere altro.
E, s� come avveduto uomo, prestamente ebbe pensato quello che era da fare, e a Salabaetto il disse; al quale piacendo il fatto, si mise in avventura di volerlo seguire. E avendo alcun denaio, e il Canigiano avendonegli alquanti prestati, fece molte balle ben legate e ben magliate, e comperate da venti botti da olio ed empiutele, e caricato ogni cosa, se ne torn� in Palermo; e il legaggio delle balle dato a� doganieri e similmente il costo delle botti, e fatto ogni cosa scrivere a sua ragione, quelle mise ne� magazzini, dicendo che, infino che altra mercatantia la quale egli aspettava non veniva, quelle non voleva toccare. Jancofiore, avendo sentito questo e udendo che ben duemilia fiorin d�oro valeva o pi� quello che al presente aveva recato, senza quello che egli aspettava, che valeva pi� di tre milia, parendole aver tirato a pochi, pens� di restituirgli i cinquecento, per potere avere la maggior parte de� cinque milia, e mand� per lui.
Salabaetto divenuto malizioso v�and�. Al quale ella faccendo vista di niente sapere di ci� che recato s�avesse, fece maravigliosa festa e disse: - Ecco, se tu fossi crucciato meco perch� io non ti rende� cos� al termine i tuoi denari...
Salabaetto cominci� a ridere e disse: - Madonna, nel vero egli mi dispiacque bene un poco s� come a colui che mi trarrei il cuor per darlovi, se io credessi piacervene; ma io voglio che voi udiate come io son crucciato con voi. Egli � tanto e tale l�amor che io vi porto, che io ho fatto vendere la maggior parte delle mie possessioni, e ho al presente recata qui tanta mercatantia che vale oltre a duomilia fiorini, e aspettone di ponente tanta che varr� oltre a tremilia, e intendo di fare in questa terra un fondaco e di starmi qui, per esservi sempre presso, parendomi meglio stare del vostro amore che io creda che stia alcuno innamorato del suo.
A cui la donna disse: - Vedi, Salabaetto, ogni tuo acconcio mi piace forte, s� come di quello di colui il quale io amo pi� che la vita mia, e piacemi forte che tu con intendimento di starci tornato ci sii, per� che spero d�avere ancora assai di buon tempo con teco; ma io mi ti voglio un poco scusare che, di quei tempi che tu te n�andasti, alcune volte ci volesti venire e non potesti, e alcune ci venisti e non fosti cos� lietamente veduto come solevi; e oltre a questo, di ci� che io al termine promesso non ti rende� i tuoi denari. Tu dei sapere che io era allora in grandissimo dolore e in grandissima afflizione, e chi � in cos� fatta disposizione, quantunque egli ami molto altrui, non gli pu� far cos� buon viso n� attendere tuttavia a lui come colui vorrebbe; e appresso dei sapere ch�egli � molto malagevole ad una donna il poter trovar mille fiorin d�oro, e sonci tutto il d� dette delle bugie e non c�� attenuto quello che ci � promesso, e per questo conviene che noi altress� mentiamo altrui; e di quinci venne, e non da altro difetto, che io i tuoi denari non ti rendei; ma io gli ebbi poco appresso la tua partita, e se io avessi saputo dove mandargliti, abbi per certo che io te gli avrei mandati; ma perch� saputo non l�ho, gli t�ho guardati.
E fattasi venire una borsa dove erano quegli medesimi che esso portati l�avea, gliele pose in mano e disse:
- Annovera se son cinquecento.
Salabaetto non fu mai s� lieto, e annoveratigli e trovatigli cinquecento e ripostigli, disse: - Madonna, io conosco che voi dite vero, ma voi n�avete fatto assai; e dicovi che per questo e per lo amore che io vi porto, voi non ne vorreste da me per niun vostro bisogno quella quantit� che io potessi fare, che io non ve ne servissi; e come io ci sar� acconcio, voi ne potrete essere alla pruova.
E in questa guisa reintegrato con lei l�amore in parole, rincominci� Salabaetto vezzatamente ad usar con lei, ed ella a fargli i maggiori piaceri e i maggiori onori del mondo, e a mostrargli il maggiore amore. Ma Salabaetto, volendo col suo inganno punire lo �nganno di lei, avendogli ella il d� mandato che egli a cena e ad albergo con lei andasse, v�and� tanto malinconoso e tanto tristo, che egli pareva che volesse morire. Jancofiore, abbracciandolo e basciandolo, lo �ncominci� a domandare perch� egli questa malinconia avea. Egli, poi che una buona pezza s�ebbe fatto pregare, disse: - Io son diserto  per ci� che il legno, sopra il quale e la mercatantia che io aspettava, � stato preso da� corsari di Monaco e riscattasi diecimilia fiorin d�oro, de� quali ne tocca a pagare a me mille, e io non ho un denaio, per ci� che li cinquecento che mi rendesti incontanente mandai a Napoli ad investire in tele per far venir qui; e se io vorr� al presente vendere la mercatantia la quale ho qui, per ci� che non � tempo, appena che io abbia delle due derrate un denaio [18], e io non ci sono s� ancora conosciuto che io ci trovassi chi di questo mi sovvenisse, e per ci� io non so che mi fare n� che mi dire; e se io non mando tosto i denari, la mercatantia ne fia portata a Monaco; e non ne riavr� mai nulla.
La donna, forte crucciosa di questo, s� come colei alla quale tutto il pareva perdere, avvisando che modo ella dovesse tenere acci� che a Monaco non andasse, disse: - Dio il sa che ben me ne incresce per tuo amore; ma che giova il tribolarsene tanto? Se io avessi questi denari, sallo Iddio che io gli ti presterrei incontanente; ma io non gli ho. E il vero che egli ci � alcuna persona, il quale l�altrieri mi serv� de� cinquecento che mi mancavano, ma grossa usura ne vuole; ch� egli non ne vuol meno che a ragion di trenta per centinaio; se da questa cotal persona tu gli volessi, converrebbesi far sicuro di buon pegno, e io per me sono acconcia d�impegnar per te tutte queste robe e la persona per tanto quanto egli ci vorr� su prestare, per poterti servire, ma del rimanente come il sicurerai tu?
Conobbe Salabaetto la cagione che moveva costei a fargli questo servigio, e accorsesi che di lei dovevan essere i denari prestati; il che piacendogli, prima la ringrazi�, e appresso disse che gi� per pregio ingordo non lascerebbe, strignendolo il bisogno; e poi disse che egli il sicurerebbe della mercatantia la quale aveva in dogana, faccendola scrivere in colui che i denar gli prestasse; ma che egli voleva guardar la chiave de� magazzini, s� per poter mostrar la sua mercatantia, se richiesta gli fosse, e s� acci� che niuna cosa gli potesse esser tocca o tramutata o scambiata.
La donna disse che questo era ben detto, ed era assai buona sicurt�. E per ci�, come il d� fu venuto, ella mand� per un sensale di cui ella si confidava molto, e ragionato con lui questo fatto, gli di� mille fiorin d�oro li quali il sensale prest� a Salabaetto, e fece in suo nome scrivere alla dogana ci� che Salabaetto dentro v�avea; e fattesi loro scritte e contrascritte insieme, e in concordia rimasi, attesero a� loro altri fatti.
Salabaetto, come pi� tosto pot�, montato in su un legnetto con mille cinquecento fiorin d�oro, a Pietro dello Canigiano se ne torn� a Napoli, e di quindi buona e intera ragione rimand� a Firenze a� suoi maestri che co� panni l�avevan mandato; e pagato Pietro e ogni altro a cui alcuna cosa doveva, pi� di col Canigiano si di� buon tempo dello inganno fatto alla ciciliana. Poi di quindi, non volendo pi� mercatante essere, se ne venne a Ferrara.
Jancofiore, non trovandosi Salabaetto in Palermo, s�incominci� a maravigliare e divenne sospettosa; e poi che ben due mesi aspettato l�ebbe, veggendo che non veniva, fece che �l sensale fece schiavare i magazzini. E primieramente tastate le botti, che si credeva che piene d�olio fossero, trov� quelle esser piene d�acqua marina, avendo in ciascuna forse un barile d�olio di sopra vicino al cocchiume . Poi, sciogliendo le balle, tutte, fuor che due che panni erano, piene le trov� di capecchio ; e in brieve, tra ci� che v�era, non valeva oltre a dugento fiorini.
Di che Jancofiore tenendosi scornata, lungamente pianse i cinquecento renduti e troppo pi� i mille prestati, spesse volte dicendo: - Chi ha a far con tosco, non vuole esser losco -. E cos�, rimasasi col danno e colle beffe, trov� che tanto seppe altri quanto altri.

 

SPIEGAZIONE

 

Tutto � ambientato a Palermo dove una giovane truffatrice inganna un mercante venuto da Firenze. Il mercante , di nome Salabaetto , accortosi dell�attenzione della donna, perde la testa per lei. La signora che si chiamava Biancofiore tese la sua tela e il giovine fu preo all�amo come un pesce. Dopo varie volte che si furono incontrati, la donna, venendo a sapere della grande cifra di cui disponeva il giovane, gli prepar� una scena coi fiocchi. Una sera Salabaetto and� a trovare Biancofiore in lacrime poich� aveva ricevuto una lettera dal fratello in cui le venivano chiesti otto fiorini. Salabaetto si offr� di darglieli ma nei mesi a venire non ricevette i suoi soldi. Dunque resosi conto della truffa and� da un suo amico a Napoli. Qui viveva Pietro dello Canigiano che disse al giovane come fare a riavere i suoi soldi. Tornato a Palermo la donna restitu� i soldi e gliene prest� altri mille per fa arrivare la sua abbondante merce. Salabaetto non torn� pi� e la ragazza rimase con la merce di poco valore.

 

Questa  novella assomiglia a quella di ANREUCCIO DA PREUGIA sia pure con alcune differenze: entrambi sono giovani mercanti, giungono in una grande citt� piena di insidie, vengono raggirati da una bellissima donna siciliana che li inganna con un falso discorso, anche se Andreuccio recupera il suo denaro col furto dell'anello, Salabaetto rende la pariglia a Biancofiore con un astuto inganno. Alla fine  Salabaetto da ingenuo  diventa astuto e malizioso,  decidendo di non fare pi� il mercante.

 

La situazione tramata da Biancofiore � assai pi� elaborata di quella della prostituta siciliana con Andreuccio, poich� la donna utilizza  una raffinata arte di seduzione con cui cerca di irretire Salabaetto, tirando la cosa in lungo per giorni, mentre nell'altra novella tutto avveniva nell'arco di una notte. � significativo che entrambe le truffatrici siano siciliane, poich� Boccaccio afferma che a Palermo ci sono donne belle ma disoneste, abili a far innamorare di s� gli uomini ingenui e poi a depredarli di tutti i loro averi ; entrambe le donne, inoltre, pronunciano un falso discorso con cui fanno leva sui sentimenti dell'interlocutore, guadagnando la sua fiducia e facendolo cadere in un inaspettato tranello.

 

Il bagno pubblico dove si vedono  Salabaetto e Biancofiore  � teatro di un  elaboratissimo  rituale di seduzione: esso � descritto come il tipico bagno di una citt� araba , in cui profumi ed essenze contribuiscono a creare un'atmosfera carica di erotismo, cosa che del resto si ripeter� nella casa della prostituta. La stessa citt� � in fondo rappresentata come una metropoli orientale, incluso il dettaglio realistico della dogana che fu appunto introdotta durante la dominazione degli Arabi.

 

 

 
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