QUASIMODO
S'ODE ANCORA IL MARE
Gi� da pi� notti s'ode ancora il mare,
lieve, su e gi�, lungo le sabbie lisce.
Eco d'una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d'uccelli delle torri, che l'aprile
sospinge verso la pianura. Gi�
m'eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un'eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.
***
SENZA MEMORIA DI MORTE
Primavera solleva alberi e fiumi;
la voce fonda non odo,
in te perduto, amata.
Senza memoria di morte,
nella carne congiunti,
il rombo d'ultimo giorno
ci desta adolescenti.
Fatta ramo
fiorisce sul tuo fianco
la mia mano...
***
QUASIMODO
ANTICO INVERNO
Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
cos� le parole.
Un po' di sole, una raggera d'angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d'aria al mattino.
S. Quasimodo
***
FATTA BUOI ED ALTEZZA
Tu vieni nella mia voce:
e vedo il lume quieto
scendere in ombra a raggi
e farti nuvola d'astri intorno al capo.
E me sospeso, a stupirmi degli angeli,
dei morti, dell'aria accesa in arco.
Non mia; ma entro lo spazio
riemersa, in me tremi,
fatta buio ed altezza.
***
Ora che sale il giorno
Finita � la notte e la luna
si scioglie lenta nel sereno,
tramonta nei canali.
E� cos� vivo settembre in questa terra
di pianura, i prati sono verdi
come nelle valli del sud a primavera.
Ho lasciato i compagni,
ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
per restare solo a ricordarti.
Come sei pi� lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre batte il piede dei cavalli!
Salvatore Quasimodo