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DOVE SEI TU, LUCE, � IL MATTINO
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora � in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest'ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
� buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.
The cats will know
Ancora cadr� la pioggia
sui tuoi dolci selciati,
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
Ancora la brezza e l'alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo,
quando tu rientrerai.
Tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno.
Ci saranno altri giorni,
ci saranno altre voci.
Sorriderai da sola.
I gatti lo sapranno.
Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.
Farai gesti anche tu.
Risponderai parole -
viso di primavera,
farai gesti anche tu.
I gatti lo sapranno,
viso di primavera;
e la pioggia leggera,
l'alba color giacinto,
che dilaniano il cuore
di chi pi� non ti spera,
sono il triste sorriso
che sorridi da sola.
Ci saranno altri giorni,
altre voci e risvegli.
Soffriremo nell'alba,
viso di primavera.
Vorrei poter soffocare
Vorrei poter soffocare
nella stretta delle tue braccia
nell'amore ardente del tuo corpo
sul tuo volto, sulle tue membra struggenti
nel deliquio dei tuoi occhi profondi
perduti nel mio amore,
quest'acredine arida
che mi tormenta.
Ardere confuso in te disperatamente
quest'insaziabilit� della mia anima
gi� stanca di tutte le coose
prima ancor di conoscerle
ed ora tanto esasperata
dal mutismo del mondo
implacabile a tutti i miei sogni
e dalla sua atrocit� tranquilla
che mi grava terribile
e noncurante
e nemmeno pi� mi concede
la pacatezza del tedio
ma mi strazia tormentosamente
e mi p�ngola atroce,
senza lasciarmi urlare,
sconvolgendomi il sangue
soffocandomi atroce
in un silenzio che � uno spasimo
in un silenzio fremente.
Nell'ebrezza disperata
dell'amore di tutto il tuo corpo
e della tua anima perduta
vorrei sconvolgere e bruciarmi l'anima
spardere quest'orrore
che mi strappa gli urli
e me li soffoca in gola
bruciarlo annichilirlo in un attimo
e stringermi stringermi a te
senza ritegno pi�
ciecamente, febbrile,
schiantandoti, d'amore.
Poi morire, morire,
con te.
Il giorno tetro
in cui dovr� soliatrio
morire (e verr�, senza scampo)
quel giorno pianger�
pensando che potevo
morire cos� nell'ebbrezza
di una passione ardente.
Ma per piet� d'amore
non l'ho voluto mai.
Per piet� del tuo povero amore
ho scelto, anima mia,
la via del pi� lungo dolore.
C.Pavese
Due
di Cesare Pavese
Uomo e donna si guardano supini sul letto:
i due corpi si stendono grandi e spossati.
L'uomo � immobile, solo la donna respira pi� a lungo
e ne palpita il molle costato. Le gambe distese
sono scarne e nodose, nell'uomo. Il bisbiglio
della strada coperta di sole � alle imposte.
L'aria pesa impalpabile nella grave penombra
e raggela le gocciole di vivo sudore
sulle labbra. Gli sguardi delle teste accostate
sono uguali, ma pi� non ritrovano i corpi
come prima abbracciati. Si sfiorano appena.
Muove un poco le labbra la donna, che tace.
Il respiro che gonfia il costato si ferma
a uno sguardo pi� lungo dell'uomo. La donna
volge il viso accostandogli la bocca alla bocca.
Ma lo sguardo dell'uomo non muta nell'ombra.
Gravi e immobili pesano gli occhi negli occhi
al tepore dell'alito che ravviva il sudore,
desolati. La donna non muove il suo corpo
molle e vivo. La bocca dell'uomo s'accosta.
Ma l'immobile sguardo non muta nell'ombra.
HO TENTATO DI BACIARTI E TU MI HAI MORSO
Cesare Pavese
Ho tentato di baciarti e tu mi hai morso,
tutto tutto � perduto.
Possedevo un divino paradiso
in quei giorni lontani.
Vivevo in un altro sogno
che i timori malcerti
di una fine e i rimorsi
mi facevano solo pi� bello.
Ora ho perduto tutto.
Per volere sapere,
per il mio male implacabile
che non crede al futuro
mi sono gettato nel buio�