Sublime specchio di veraci detti,
mostrami in corpo e in anima qual sono:
capelli, or radi in fronte, e rossi pretti;
lunga statura, e capo a terra prono;
sottil persona in su due stinchi schietti;
bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono;
giusto naso, bel labro, e denti eletti;
pallido in volto, pi� che un re sul trono:
or duro, acerbo, ora pieghevol, mite;
irato sempre, e non maligno mai;
la mente e il cor meco in perpetua lite:
per lo pi� mesto, e talor lieto assai,
or stimandomi Achille, ed or Tersite:
uom, se' tu grande, o vil? Muori, e il saprai.
Sonetto rimato con schema ABAB ABAB CDC DCD
Questo sonetto fu scritto sul retro di un ritratto
di Alfieri eseguito dal pittore francese Xavier Fabre. Il poeta offre
un�immagine di s� che ha un valore storico e psicologico, in quanto il
corpo e l�anima convergono in un autoritratto che riproduce l�ideale
concezione alfieriana della poesia., intesa come la voce pi� alta dello
spirito umano. Alla naturalistica immagine esteriore del poeta si
sovrappone un carattere ribelle e inquieto.
SPIEGAZIONE
Il poeta fa delle domande allo specchio in cui si riflette chiedendo di
fargli vedere com'egli sia fisicamente e moralmente: i suoi capelli,
diradati sulla fronte, sono rossi; � un uomo di alta statura, con la
testa bassa, magro, dalle gambe dritte; la sua pelle � bianca, gli occhi
azzurri, sembra un uomo distinto ed onesto. Il naso non � esagerato, ha
una bocca regolare con denti perfetti. E' pallido, come se fosse
preoccupato come se avesse i pensieri d� un re. E' un uomo difficile e
forte , ma qualche volta quieto e mite: purtroppo sempre adirato col
mondo che non condivide, razionale e irrazionale sempre, spesso
infelice, pur mostrando a volte qualche allegria; ogni tanto si vanta
come un eroe, e a volte sembra un uomo umile . Solo alla morte, sapr�
definitivamente come sar� stato in vita .