CANTO di Giuseppe Ungaretti
Rivedo la tua bocca lenta
(Il mare le va incontro delle notti)
E la cavalla delle reni
In agonia caderti
Nelle mie braccia che cantavano,
E riportarti un sonno
Al colorito e a nuove morti.
E la crudele solitudine
Che in s� ciascuno scopre, se ama,
Ora tomba infinita,
Da te mi divide per sempre.
Cara, lontana come in uno specchio...
Ungaretti approfondisce la materia amorosa , analizza le varie situazioni dell�amore: l�oscillare dell�animo umano tra la quiete e l�inquietudine, fra la sofferenza e la pacificazione, fra lo strazio e la serenit� suprema. Si tratta di una lirica d�amore, dettata sull�onda dei ricordi che riaccostano il poeta alla donna un tempo intimamente vicina e ora inesorabilmente lontana. Nella prima parte guarda dentro alla propria memoria dove c�� la realt� del passato : rivede nella sua fantasia ci� che un tempo , goduto nella vita,gli si � impresso nell�animo.Nei versi finali ci sono riflessioni si rapporti tra individui. Al poeta sembra che negli affetti pi� profondi si rispecchi l�ambiguit� dolorosa della condizione terrena: ai legami pi� intensi corrispondono infatti le sofferenze pi� aspre; i sentimenti pi� profondi costringono l�individuo a scontrarsi con la sua solitudine, con la difficolt� di vincere i propri egoismi, dilatando a dismisura il timore di perdere la persona amata, nell�estraneit� e nell�indifferenza prima che nella morte.
In pratica la donna un tempo amata � ora lontana come la nostra immagine riflessa nello specchio. Quando un amore profondo s�infrange infatti la separazione � per sempre: non rimangono spazi per tardivi ricongiungimenti, un amore che muore � sepolto in una tomba infinita, consegnando i singoli ad un destino di solitudine.
Nel transito degli stati il poeta introduce immagini intense : la vita � la cavalla delle reni( le reni dell�amata , prima briose come una cavalla), il colorito; la morte � invece l�agonia, il mare delle notti, il sonno. L�amore � tutte queste cose insieme, � il Canto.