FELICE SERINO � nato a Pozzuoli nel 1941; autodidatta.
Vive a Torino.Ha pubblicato varie raccolte: da
Il dio-boomerang del 1978 a Casa di mare aperto del 2012.
Ha ottenuto importanti riconoscimenti e di lui si sono
interessati autorevoli critici.
E� stato tradotto in sei lingue.
Intensa anche la sua attivit� redazionale.
Tutta la sua opera � visibile on-line.
MALGRADO TUTTO
cervelli vuoti a perdere
si schiantano contro un albero
o un palazzo facendo parkour
malgrado tutto le piste
da sci son sempre frequentate
(non v'e' manna senza ingegno d'uomo)
i monti si vestono
sempre meno di bianco
l'uggia pervade anche il cuore
lascia a desiderare il sorriso del sole
IL CILIEGIO
(in memoria di A.)
ad ogni morte c'e' resurrezione
primavera: davanti casa il ciliegio
� fiorito - tu aleggi
sopra la tua morte apparente
IN TRENO
gambe accavallate la bionda platino
all'anziano vis-a-vis
risveglia sopite voglie
alberi case fuggono via
lo sferragliare induce sonnolenza
IMMORTALARE
immortalare il momento - la
foto e' sfocata
immagine
scivolata nel gorgo del tempo
cosi' di te: appesa
all'attimo
dietro l'occhio un'ombra stampata
IL SE'
niente paura saremo
rinati
(e il corpo
dismesso l'abito d'affanni)
abiteremo il posto primevo
luogo-non-luogo dove
l'altro e' il Se'
CANDIDO
ti senti
come una barca nel bosco
un marinaio col mal di terra
non sei di quelli che
saltano la cavallina
ti levi al canto del gallo
un brodino a sera
per scaldarti le ossa
una frase tagliente
ti scivola addosso
non sanguini
L'OASI
conti sulle dita
della tua vita le fasi
ne rimpiangi la prima
prima della luce
quando
non distingui realt� da sogno e
da sotto le palpebre
segui la barchetta di carta
nel tuo cielo-mare amniotico
dove il tuo
orizzonte � un'oasi
da cui uscirai con un grido
COLPO DI SONNO
sentirmi inclinare da un lato
mentre davanti al pc 'guardo' un film
e per una strana associazione di idee
pensare per fortuna non guido piu'
non per un colpo di sonno ma l'abbaglio
rischio reale per il distrofico
di andare fuori strada
UN VERSO
un verso che mi arrivi solo uno
dei tanti gettati nel cestino
da un po' che non vengo illuminato
sono anziano e ancora affamato
di sogni (pi� non si dice vecchio)
i migliori versi vengono nella
veneranda eta' - un esempio e' unga'
col suo "taccuino del vecchio" -
quando la mente ancor giovane vibra
sul pentagramma dei sogni
L'ANGELO
qui sei terra poca cosa
carne e sangue in bilico sul ciglio
della morte
ti porti un anchise sulle spalle
"di l�" l'angelo di luce che
ti percorre silenzioso i precordi
verra'
a unificartisi quel giorno
che sentirai cantare le tue ossa
LAZZARO
mi addormentero' in Te
finch� non mi chiamerai per nome
ora qui mi trovo
un Lazzaro risvegliato da cento morti
sempre
dalle crepe dei muri spunta un fiore
NASCITA
pi� a nascere che a morire pensiero
capovolto dal profondo in dormiveglia
il girasole ebbro di luce dice vita
e tu languida
sul divano mi chiami
per accostare il mio orecchio al tuo ventre
rotondo
come un mondo
OLTRE STRAVOLTI CIELI
(ecologica)
sconsolata la fauna s'aggira
in cerca d'erba buona
chi dira' alla rondine smarrita
non ci sono piu' primavere
e alla cernia
quello che ingozzi
� rifiuto dell'uomo sconsiderato
questi
cerchera' oltre cieli stravolti
nuove terre da violentare
L'ANIMA TENDEVA
l'anima tendeva alle stelle
quando tu Nina apparivi
rosavestita
stagliata contro un lembo di cielo
ti fermavi nella piazzetta e
ti facevano festa i colombi
planando sul mangime che spargevi
allora
il tuo sorriso era una pasqua
mentre il tempo aveva una sosta
L ULTIMA PAROLA
gli furono strappati tutti i figli
come pezzi di carne
-si e' provati secondo
il grado di sopportazione
pungolati dappresso dallo
strale del maligno-
Giobbe il giusto lo fu allo stremo
privato dei suoi beni
ridotto a solo guscio grumo di dolore
fino a che non imploro'
basta hai vinto e' tua
l ultima parola
Dio del cielo e degli abissi
QUANTO AMORE
giunto il momento cosa ti porterai
non suppellettili o libri ma l amore
che hai saputo dare
non quel lasciarsi vivere
nell approssimato sogno
di un pesce rosso nell acquario
ESSERE
(ti vien detto di la' nell'oltre ma �
molto pi� vicino intimo)
farti nell'aria stretta
virgola di cielo
essere che scalzi la morte
diminuirti -
per espanderti
L'AVVERSARIO
al principio
fu l'inganno - da allora i cieli
capovolti e la morte
chi ci rub� dal cuore
la bellezza originaria?
nella cattedrale del sangue
l'avversario gioca a scacchi
dall'inizio del mondo
VIAGGI PSICHICI
sospeso
alle attese
in dolci smarrimenti
hai dimestichezza con la morte
con la stessa naturalezza
del tuo saperti eterno
BELLE PENNE
"non sono poeta" -da altri gi�
affermato- s� che belle penne hai visto
superarti con tua ammirazione vera
graffiavi fogli riempiendoli
di zampe di gallina
tanto meno eri poeta quando
t'isolavi e all'ombra d'una quercia
t'ispiravi seguendo alti voli
ah quelle velleit� custodite
nello scrigno del cuore
LA COLPA
sono io quel ragazzo che
scapp� da casa con poche lire in tasca
e un quaderno d'improbabili versi?
lo sono s� ma dopo sei decenni
non mi riconosco in lui se non nel sogno
ricorrente che al mattino mi lascia
il cuore stretto dall'angoscia
sar� un residuo di "colpa da espiare"
per aver procurato un veleno sottile
a chi bene mi voleva
ELUCUBRAZIONI
(l'anima ha le stimmate della vita)
la morte � un artiglio
sulla pelle del cielo
la sperimenta
questo corpo che ci � dato
(corpo dall'invisibile aura
ravvolto nella bolla-anima)
VITE ALTERNATIVE
(s'affaccia la notte su
vite alternative
freudiana "via regia")
nel balzo lucente
della tigre
trema la bellezza immaginata
("La tigre" � una famosa poesia di William Blake).
LA VERGOGNA
serpeggia sinistra eco
in un cielo stravolto
mentre nel mondo esplodono sogni
dalle emittenti: scoperti nuovi orrori
la vergogna si � nascosta dietro i morti
SE TENDI OLTRE L'ORIZZONTE
riserva novit� la mattina
se tendi oltre l'orizzonte
lo sguardo assuefatto ai naufragi
QUALE LIMITE
(parla un intellettuale)
[a tutti gli oppressi dai regimi]
aveva appena letto
che subito arricciarono il naso
quelli che si conformano
all'ultimo verso
uno sbieco incrociare di sguardi
aveva superato il limite?
quale
forse della paura
candidamente
parlava di libert�
quella che accende le stelle
sopra un oceano d'amore sconfinato
I TUOI SANTI
corda tesa tra la bestia e l'angelo
scala al cielo per
l'Assoluto
c'� sempre
l'iconoclasta che
lascia osceni echi nel sangue
dileggiando i santi che
tu Nina preghi incessante
DISMESSO L'ABITO
(visione)
dismesso l'abito
mi accompagnarono i cari estinti
portatori di umilt�
non parole la bocca colma
di luce
percorrendo la via per l'eliso
non si toccava terra
GENERAZIONI
eccoti un ectoplasma ovvero
un antenato
a sentenziare da un aldil�
-non sapete neppure vestirvi
-bella forza: voi con i vostri
doppiopetti
vi credevate dio in terra o guappi
noi
casual-cibernetici
della libert� siamo bandiera
grida il rosso
del nostro sangue nelle piazze
per le ginocchia aria di primavera
ELUCUBRAZIONI
dicono esce dalla testa
il corpo astrale parto della mente
� sempiterna la mente
come il reale che in sogno appare
liquida luce - oltre
la mente solo ombra o niente
IL POETA
cavalli d'aria - virgola di fuoco il
pensiero saettante: vederti un
sansebastiano trafitto
da strali della parola
VITA SOMMERSA
in onde dell'inconscio
si sdipana
l'illusione ipnagogica e
nel gioco sempre inedito delle
immagini
emerge vita sommersa
come ombra che si rompe nell'acqua
mossa
Poesia � negli occhi
poesia �
negli occhi profondi di una donna
� la leggerezza della piccola danza
del passero sul davanzale
� la fogliolina che spunta dalla terra
poesia �
il neonato attaccato al seno o l'attesa
della mamma sull'uscio
� l'interrogativo nello sguardo
di meraviglia del bambino
poesia � chiedere scusa
� l'abbraccio sospeso nell'immobile luce
(2023)
Spleen
irrazionale la vita a tradire
in modo inatteso
l'impulso del sangue
macera come foglie kronos
giorni anodini
a ridosso di ombre stampate
squarcer� una nube il sogno
fatto carne? ― forse
qualcosa pu� ancora accadere
(2023)
L'inaspettato
mi sveglio e
vengo da un altro mondo mi dico
un posto a lato o non-luogo dove
non c'� cosa voluta ma tutto
� possibile
come librarsi contro il soffitto
o guidare l'auto nell'aria con
un cielo dai colori mai visti
specchiato su placide acque
tutto possibile se ti conduce
per mano l'inaspettato
oh ecco mi sorprende ora
venirmi incontro una grande
farfalla dal corpo di donna
(2023)
Nella stagione che ti spoglia
braccia frondose hai piene d'uccelli
levate al cielo come inno alla vita
il forte abbraccio � il mio grazie di esistere
nella stagione che ti spoglia
il fuggire dei canti mi fa triste il cuore
(2023)
L'acqua
bere "l'acqua" dell'essere amati
"dammi da bere" disse
alla donna del pozzo ― Lui stesso
acqua divina
inesauribile fonte
(2023)
L'oltre
non essere
da nessuna parte
esigenza di espandersi
l'oltre
� un oltre in s� che urge
come fiume alla sua foce
(2023)
In ondivago esistere
impregnato di Spirito Santo
mi specchio nella citt� eterna
in ondivago esistere del sogno
Silenzi d'acque
silenzi d'acque ―
langue
la luce ―
e smemora
un grande lenzuolo avvolge
gli alberi le case
(2023)
L'approccio
ai primi tentativi
tremavo come una foglia
la vocina mi diceva buttati
anche a rischio di una sberla
ma se usi le buone maniere
(te le avranno pure insegnate)
sta di fatto che ogni
volta mi bloccavo -- poi negli anni
mi emancipai e oggi mi viene da ridere
mi spieg� a suo tempo un'astrologa
che la causa era una brutta opposizione
venere-giove prima e settima casa
gi� alla nascita
e che coi transiti di l� a breve veniva a sciogliersi
Fedelt� alla vita
(ad Aleksandr Sol�enicyn)
fatti per la meraviglia
la tenerezza
l'amore
alla gerarchia e all'odio
opponiamo
il tuo j'accuse in virgole di fuoco
una vita
fedele alla vita
-allodola trafitta-
(2023)
Domani credi giunger�
come canta vasco
a questa vita non sai dare un senso
domani credi giunger�
un come un quando
all'alba
le finestre avranno occhi
nuovi per la meraviglia
espansa nella misterica luce
(2023)
Come il seme
domandarci se siamo
bolo di questa vita
o come
ungarettiane foglie
o semmai ci troviamo
a galleggiare sulla superficie di un sogno
un chiederci
qui disorientati -- mentre
come il seme nella terra
ci si aspetta di nascere alla luce
(2023)
Proiezioni
proiezioni del Suo pensiero siamo
vaganti tra realt� e sogno - in cerca
d'un'isola felice - viaggio
nell'infinito di noi
isole noi stessi - pure
ognuno anello d'una
catena senza inizio e fine
(2023)
Cuore aperto
pagina aperta
cuore aperto: la poesia � di tutti
la parola spira col vento
-vento di luce-
espone la sua ferita
creaturale
(2023)
Nel mio cielo
le belle nuvole che
vestono forme d'animali
i cari animali d'acqua terra e cielo
i cumuli i nembi io li vedevo
nel mio cielo con occhi innocenti
lass� incantati
immaginando quella la sede
del paradiso
(2023)
Allumare
il non detto esplicito tocca
pi� del dire - dal profondo
un allumare
(il sasso gettato dal capriccio
della musa
apre cerchi nel lago dello spirito)
(2023)
Come saremo
immagina
una luce di mille soli che
� in te e tu nel Tutto
immagina: un' inconcepibile ma possibile
ubiqua entit�
in un donarsi d'amore universale
e ancora
proviamo ad immaginare
Lui che ci rivolta come un guanto
(2023)
Itaca
averle coperte le spalle
le volte che ti giungono strali
dall'alto
dov'� assisa nemesi
che proietta ombre di morte
t'abbeveri alla fonte della grazia
sebbene
non eviterai t'investano
procelle negli anni prima
d'intravedere l'itaca celeste
(2023)
Cinico
sospetti anche della tua ombra
il tuo vagare cane di nebbia
dove ti porta se
rifiuti la mano tesa e
al garbato gli dai "li mortacci"
tu creatura di terra
nell'ora estrema degnerai
il cielo di uno sguardo?
Preghiera
(Padre Pio da Pietrelcina)
irrorami
della rugiada del Tuo Spirito
questo cuore martoriato
in una violacea alba di passione
indegno mi prostro
sgabello ai Tuoi piedi
(2023)
Un ragno tesse
uscirai dalla vita con le ossa rotte
dappresso ti sta l'ombra
di serpe che agita il tuo sonno
gli offri i tuoi passi da sonnambulo e
il sudore di sangue emotivo
dove un ragno tesse di versi una tela
(2023)
Nuove ali
impastato di terra e sogno
quest'essere scompensato
-gravezza di carne
-invidia di voli
lo attendono nuove ali
a solcare l'indicibile
(2023)
Il lampo
arrampicarti sugli specchi
se vuota � la stanza della mente
e lampo non ti � propizio
allumare d'anima
a dar colore a una vita scialba
La colomba
chi pi� chi meno
si sconta il proprio "purgatorio" qui
come hitler e i satrapi l'inferno
un'ala di colomba taglier� l'aria
quando il tempo sar� compiuto
per accoglierci il seno dell'Altissimo
Pilato
oggi Cristo potresti vederlo
su un barcone tra gli emigranti
o al valico di frontiera
portando insieme a loro la croce
come in un sogno atroce
vedrai pilato distogliere lo sguardo
dalle purulente piaghe
ci si dovr� aspettare forse
discendano "gli dei"
su un mondo malato?
(2022)
Mi attraversa il tempo
non ho difese alla luce
porto occhiali scuri
dormo poco e male
sempre pi� brevi le passeggiate
il tempo mi attraversa
la testa
che sperimenta nuovi voli
pindarici
(2023)
Malgrado tutto
cervelli vuoti a perdere
si schiantano contro un albero
o un palazzo facendo parkour
malgrado tutto le piste
da sci son sempre frequentate
(non v'� manna senza ingegno d'uomo)
i monti si vestono
sempre meno di bianco
l'uggia pervade anche il cuore
lascia a desiderare il sorriso del sole
(2022)
Il ciliegio
(in memoria di A.)
ad ogni morte c'� resurrezione
primavera: davanti casa il ciliegio
� fiorito - tu aleggi
sopra la tua morte apparente
(2022)
In treno
gambe accavallate la bionda platino
all'anziano vis-a-vis
risveglia sopite voglie
alberi case fuggono via
lo sferragliare induce sonnolenza
(2022)
Immortalare
immortalare il momento - la
foto � sfocata
immagine
scivolata nel gorgo del tempo
cos� di te: appesa
all'attimo
dietro l'occhio un'ombra stampata
(2022)
Candido
ti senti
come una barca nel bosco
un marinaio col mal di terra
non sei di quelli che
saltano la cavallina
ti levi al canto del gallo
un brodino a sera
per scaldarti le ossa
una frase tagliente
ti scivola addosso
non sanguini
(2022)
Il S�
niente paura saremo
rinati
(e il corpo?
dismesso l'abito d'affanni)
abiteremo il posto primevo
luogo-non-luogo dove
l'altro � il S�
(2022)
Colpo di sonno
sentirmi inclinare da un lato
mentre davanti al pc "guardo" un film
e per una strana associazione di idee
pensare per fortuna non guido pi�
non per un colpo di sonno ma l'abbaglio
rischio reale per il distrofico
di andare fuori strada
(2022)
L'oasi
conti sulle dita
della tua vita le fasi
ne rimpiangi la prima
prima della luce
quando
non distingui realt� da sogno e
da sotto le "palpebre"
segui la barchetta di carta
nel tuo cielo-mare amniotico
dove il tuo
orizzonte � un'oasi
da cui uscirai con un grido
(2022)
L'angelo
qui sei terra poca cosa
carne e sangue in bilico sul ciglio
della morte
ti porti un anchise sulle spalle
"di l�" l'angelo di luce che
ti percorre silenzioso i precordi
verr�
a unificartisi quel giorno
che sentirai cantare le tue ossa
Un verso
un verso che mi arrivi solo uno
dei tanti gettati nel cestino
da un po' che non vengo illuminato
sono anziano e ancora affamato
di sogni (pi� non si dice vecchio)
i migliori versi vengono nella
veneranda et� - un esempio � ung�
col suo "taccuino del vecchio" -
quando la mente ancor giovane vibra
sul pentagramma dei sogni
Lazzaro
mi addormenter� in Te
finch� non mi chiamerai per nome
ora qui mi trovo
un Lazzaro risvegliato da cento morti
sempre
dalle crepe dei muri spunta un fiore
(2022)
Nascita
pi� a nascere che a morire pensiero
capovolto dal profondo in dormiveglia
il girasole ebbro di luce dice vita
e tu languida
sul divano mi chiami
per accostare il mio orecchio al tuo ventre
rotondo
come un mondo
(2022)
L'anima tendeva
l'anima tendeva alle stelle
quando tu Nina apparivi
rosavestita
stagliata contro un lembo di cielo
ti fermavi nella piazzetta e
ti facevano festa i colombi
planando sul mangime che spargevi
allora
il tuo sorriso era una pasqua
mentre il tempo aveva una sosta
(2022)
Oltre stravolti cieli
(ecologica)
sconsolata la fauna s'aggira
in cerca d'erba buona
chi dir� alla rondine smarrita
non ci sono pi� primavere
e alla cernia
quello che ingozzi
� rifiuto dell'uomo sconsiderato
questi
cercher� oltre cieli stravolti
nuove terre da violentare
(2022)
L'ultima parola
gli furono strappati tutti i figli
come pezzi di carne
-si � provati secondo
il grado di sopportazione
pungolati dappresso dallo
strale del maligno-
Giobbe il giusto lo fu allo stremo
privato dei suoi beni
ridotto a solo guscio grumo di dolore
fino a che non implor�
basta hai vinto � tua
l'ultima parola
Dio del cielo e degli abissi
Quanto amore
giunto il momento cosa ti porterai
non suppellettili o libri ma l'amore
che hai saputo dare
non quel lasciarsi vivere
nell'approssimato sogno
di un pesce rosso nell'acquario
Essere
(ti vien detto di l� nell'oltre ma �
molto pi� vicino intimo)
farti nell'aria stretta
virgola di cielo
essere che scalzi la morte
diminuirti -
per espanderti
(2022)
L'avversario
al principio
fu l'nganno - da allora i cieli
capovolti e la morte
chi ci rub� dal cuore
la bellezza originaria?
nella cattedrale del sangue
l'avversario gioca a scacchi
dall'inizio del mondo
(2022)
Viaggi psichici
sospeso
alle attese
in dolci smarrimenti
hai dimestichezza con la morte
con la stessa naturalezza
del tuo saperti eterno
(2022)
Belle penne
"non sono poeta" -da altri gi�
affermato- s� che belle penne hai visto
superarti con tua ammirazione vera
graffiavi fogli riempiendoli
di zampe di gallina
tanto meno eri poeta quando
t'isolavi e all'ombra d'una quercia
t'ispiravi seguendo alti voli
ah quelle velleit� custodite
nello scrigno del cuore
(2022)
La colpa
sono io quel ragazzo che
scapp� da casa con poche lire in tasca
e un quaderno d'improbabili versi?
lo sono s� ma dopo sei decenni
non mi riconosco in lui se non nel sogno
ricorrente che al mattino mi lascia
il cuore stretto dall'angoscia
sar� un residuo di "colpa da espiare"
per aver procurato un veleno sottile
a chi bene mi voleva
Elucubrazioni
(l'anima ha le stimmate della vita)
la morte � un artiglio
sulla pelle del cielo
la sperimenta
questo corpo che ci � dato
(corpo dall'invisibile aura
ravvolto nella bolla-anima)
Vite alternative
(s'affaccia la notte su
vite alternative
freudiana "via regia")
nel balzo lucente
della tigre
trema la bellezza immaginata
("La tigre" � una famosa poesia di William Blake).
La vergogna
serpeggia sinistra eco
in un cielo stravolto
mentre nel mondo esplodono sogni
dalle emittenti: scoperti nuovi orrori
la vergogna si � nascosta dietro i morti
Se tendi oltre l'orizzonte
luce letale per distrofici
una grazia per altri e i gatti
acciambellati nel sole
riserva novit� la mattina
se tendi oltre l'orizzonte
lo sguardo assuefatto ai naufragi
Nota: chi � affetto da distrofia corneale ha problemi a vedere la luce.
Quale limite
(parla un intellettuale)
[a tutti gli oppressi dai regimi]
aveva appena letto
che subito arricciarono il naso
quelli che si conformano
all'ultimo verso
uni sbieco incrociare di sguardi
aveva superato il limite?
quale
forse della paura
candidamente
parlava di libert�
quella che accende le stelle
sopra un oceano d'amore sconfinato
I tuoi santi
corda tesa tra la bestia e l'angelo
scala al cielo per
l'Assoluto
c'� sempre
l'iconoclasta che
lascia osceni echi nel sangue
dileggiando i santi che
tu Nina preghi incessante
Dismesso l'abito
(visione)
dismesso l'abito
mi accompagnarono i cari estinti
portatori di umilt�
non parole la bocca colma
di luce
percorrendo la via per l'eliso
non si toccava terra
L'intima essenza
rifarti gli occhi davanti
a foto che rispolverano anni
di cui puoi dirti contento
a voler fare un bilancio onesto
-non vasi di pandora-
ma per contraddizione
stornare la realt� con l'immaginario
ti sembra pi� congeniale:
per lasciarti sfiorare
dal difficilmente percepibile
Delle vanit�
I
non hai mica visto la Madonna - se
sei andato in estasi per uno
scalmanato che si agita sul palco
-emulo sei
sbavi per il successo
II
"vedi tutto questo? sar� tuo se..."
cogli l'intenso e breve
l'offerta allettante - il "se" ti eccita lo temi
ah inganno
del mondo che nasconde una mano
nel sangue dei papaveri
Il mare era una favola
"non vorrei pi� uscire da questa
dimensione eppure basterebbe
come altre volte
stringere forte gli occhi e..."
ma voglia non ne avevo - poi giocoforza
mi ritrovai quasi deluso nel mio letto
avevo lasciato un mare che era
una favola
un'immensa tavola
imbandita per i gabbiani a frotte
Amo l'idea
pi� che amarla amo l'idea di lei
stato d'essere: che s'impregna
di bellezza interiore
si ammanta di una luce affebrata
mentre mi poggia la testa
nell'incavo della spalla
e
se combacia col mio pensiero mi chiedo
dove saremo domani
quando il mondo per noi sar� sparito
Lavavo la veste
trovai ch'erano fastidiose mosche
ronzanti nella luce della preghiera
a non dar peso
imparai dopo lacrime e sangue
lavavo la veste
invischiata nelle panie della notte
Mare aperto
parvenza: "luogo" altro: il sogno
che muove ondivaghi sensi
gesti evanescenti
volteggi - voli
l'anima � un mare aperto
Riflesso
(il soma: "appendice" del cielo)
siamo solo pensiero
non espanso
frammento della Mente che
crea universi-mondi
(riflesso questa vita
che si guarda vivere:
un mondo in un altro)
Fantasie (ipotesi dell'impossibile)
la vita
un giorno puoi sentirti
come un marinaio col mal di terra
e il giorno dopo trovarti
ad annegare in mezzo metro d'acqua
Con l'anima nuda
con l'anima nuda o corpo
etereo lei mi vedr�
mi attraverser� l'aria
senza scheletri nell'armadio
nella nudit� che siamo
di me altra "visione" avr�?
e io di lei?
ci ritroveremo asessuati angeli?
ci accoglier� pienezza?
Per poca fede
vertigine dei giorni vuoti -
ci si trova appesi ad una fune
se apriamo la cerniera della notte
il tempo
ci volger� le spalle per non
esserci fidati abbastanza
e la luce non ci conoscer�
Il tuo volare alto
l'anima spando sulla terra
a ricambiarmi una solitudine
ampia come il cielo
mi appresto a gran passi agli ottanta
e ancor pi� poesia ti canto
-del mio sangue azzurra ala
ai confini della sera in quel
farneticare che richiama la morte
il tuo volare alto
come preghiera
Il saluto spezzato
[11 settembre: a 15 anni dalla strage]
tutti ricordano dove si trovavano
in quei fatali attimi
quando il cielo si oscurava
ingoiando cenere e odio
tutti
ricordano -i superstiti- l'ultimo gesto
-uno per tutti la mano levata
quel saluto spezzato
come il battito dell'ora in cima
alla torre
come il pulsare del cuore
straziato
Lo spazio d'un soffio
schegge di voci
di abbandono
il pallore di luna riflette
nel bicchiere luce ubriaca
occupi
lo spazio d'un soffio
in fine consegnerai
il nome
Poesia-finestra
dici poesia intendi finestra
affaccio dell'anima
bagnata da alfabeti di lune
� finestra su un mare aperto
poesia
per l'orecchio del cuore-conchiglia
Un cielo bianco di silenzi
(L'ortografia)
punto sul vivo
da strafalcioni
anche il foglio sembra aggricciarsi
attraversato da una fuga d' immagini
in un bailamme di fonemi -dalle acque
del sogno a risalire strambe
parole nell'aria di cristallo-
illividisce
un cielo bianco di silenzi
Isole
concatenarsi di sequenze evanescenti
sognare di te tu di me ma mai
questi mondi paralleli s'incontreranno
li inghiottiranno onirici buchineri
cos� le nostre vite
trasversali un fondersi di corpi
ma isole
gli universi dell'anima mondi
di celeste fuoco che si sfiorano e
mai
combaciano
Stanze
le notti inzuppate di sogni
quando
nonsense veleggiano
sulle ondivaghe acque dell'inconscio
o ti vedi seguire
una successione di stanze
e ti perdi e ti ritrovi
in un'altra realt�-sogno o dimensione
Luce e ombra
se posso
mi cerco un posto all'ombra
-non m'ispira il tipo lucertola-
ti guardo attraverso gli occhiali
scuri mentre leggi per ore
distesa su uno scoglio
ha un che d'incantesimo
questa sospensione palpabile nell'aria
linea d'ombra e luce
a separarci
ma metti i tuoi ridicoli puntigli
Prima del gesto
(altra visione di Giuda)
ti saresti ubriacato col prezzo del sangue
soffocando nel vino
quella lacerazione infinita
ma avresti solo ritardato la fine
prima del gesto estremo
scacciasti via da te quella luce
a guisa d'angelo
non potevi saperlo
eri scritto nel Libro per un ruolo
ingrato
-sulle labbra ancora il fuoco
del bacio
[Giuda Iscariota, secondo Giuseppe Berto, nel romanzo "La Gloria", aveva una missione da compiere e non � morto dannato.]
L'albero di Giuda
tagliando per la pianura
non trovavi pi� il cuore
sulle punte delle stelle ti volevi
trafitto
e il sangue quasi ricamasse
una scritta ingloriosa
ma il tuo albero
ecco venirti incontro
e gi� il cappio
vederlo
-sinistro
Conosco le voci
(a tutte le vittime per la giustizia)
conosco voci che aprono strade
di libert� e amore
conosco i nemici della luce
che aizzano i cani neri della notte
lacerando i sogni di nuovi mattini
conosco i nomi
dei poeti assassinati
che dal sangue han levato la voce
-i loro j'accuse
come lingue di fuoco
conosco la "fame" dei senzavoce
il profondo dove si apre il grido
Associazioni
i nasi all'ins� contro la luce
livida d'un cielo che non promette
un rondone rimasto impigliato
chiss� come sbatte furioso le ali
strana associazione
d'idee se va la mente
al 'falco alto levato' di Montale
[Le parole virgolettate nell'ultimo verso sono tratte da Ossi di seppia, 1920-1927.]
Del sogno
linea di divisione
-luna del sangue
a ricreare ancestrale
luogo-non luogo
ectoplasmi
-cerchio del sogno
asimmetrico volo
Migrante
il ragazzo lasciato bocconi
sull'arenile
sembra dormire
avvolto dal manto della notte
gli lava dalla salsedine
la parte del viso
un cane randagio
ora non sentir� pi� i morsi
della fame
� sazio di cielo
sul corpo un fremito di stelle
Vertigine
'donnez moi
dammi una scala per il paradiso'
dicevo
in dormiveglia e ancora
quali nonsense
aborti di parole frasi
sconnesse
strascichi
bave
era uno scivolare
in me senz'appiglio
come
affetto da demenza
senile o
scoprire in me il bimbo
accoccolato nella mente
Nero della notte
(a un dissoluto)
punto di non ritorno?
quale
sprofondo ad accoglierti
non sai pi�
chi sei
dentro giorni perduti
ah ti trapassi una spada di luce
ti canti nel sangue
un angelo
che ti aiuti a grattare il nero
della notte
a sollevarti
dal tuo sudario
di morte
Fame
tutto relativo
non Dio
non la fame
ho visto un'ombra
aggirarsi tra i rifiuti
non era un cane randagio
era
un uomo
pro(re)gresso?
la giustizia
artiglia urla
fame di Dio
Mimesi
icaro e le ore
acrobate
dove spegnere
inconfessati ardori
il "grido"
espanso
che nell'aria trema
l'angelo
� di cenere
Libro di poesie
aspettare per farne
-forse- un "mattone"? o subito
licenziarlo
libercolo smilzo?
alle spalle
l'assedio degli anni: mi spingono nella
strettoia -o foce-
dell'ignoto
gioco
col tempo che resta
a sfidare la morte
visti non visti
i giorni
sciabolate di luce
a sfogliare mesi anni
Quella sospensione
non gi� l'appagata
sorpresa ma in vita
tenere l'attesa
cullare
il desiderio
-avrebbe forse
sentenziato il saggio
de 'I Ching'
sentire nelle vene
serpeggiare
il prolungarsi d'un'attesa
lancinante ma dolce
trattenere quella
sospensione lucente
simile a stillicidio
che scavi la pietra
I Ching - Il Libro dei Mutamenti
Creatura di sabbia
io non io esisto
di qua di l� dello specchio -una
distanza mi separa: vivo mi
avviluppo in un sogno
lucido
Sogno sono di me
io creatura
di sabbia
Fiore di poesia
'lo gnaolio dei gatti
in amore tra gugliate di luce'
belli sti versi
che leggo sorseggiando
un drink ma dove
vai a parare me lo dici?
timore della pagina bianca?
scandagliare devi
macerarti
immergere le mani nel sangue
a far nascere nuovo fiore
di poesia
musica
che arrivi al cuore
Dall'immagine infranta
(a Danilo Dolci)
risalire dall'immagine infranta
-quella dopo
la caduta-
dove � voce
del sangue la ferita del cielo
limare le parti
non combacianti
con la figura del divino
innamorato
dell'uomo nuovo
tu guardi al bambino
che tende
le prime radici nell'aria
Inanellati aleggiano pensieri
(la fatica dello scrivere)
inanellati aleggiano pensieri
si frantumano ri-compongono
tu aureolato di fumo
a lasciarti corteggiare
dal misterico chiarore d'una
complice luna
rima s� rima no baciata o
interna e che suoni
un corpo-a-corpo con la parola
intanto
di Selene un dardo
il foglio trapassa
dove ristagna esangue
poesia
Distacco
giungere dove ogni
linea s'annulla
un brivido bianco
e sei altro
fiume
che perde nel mare
il suo nome
Infinitudine
parabole di carne
siamo archi tesi
nella mano
dell'eterno presente
noi
nel divenire appoggiati ad una
spalliera d'aria
Gl' intoccabili
s� onorarli
i morti che
ci perdonano con un velo di piet�
quelli che sognarono
il loro eldorado
ragazzi degli anta presto
dipartiti
ora di qualcuno
d'essi verr� detto
era un pezzo di pane
-anche se di certo avr�
portato con s� i suoi scheletri
o si saranno nell'altra
dimensione dissolti
Brandelli d'amore
falesie di pensieri
tesse ragno di luce
vertigine: come
sar� senza il corpo
-serbata la vita
nella Piet� del sangue
solo espanso
pensiero saremo?
ci consoli certezza
di portare in salvo brandelli
d'amore
Il sogno di Dio
in seno a cieli
di cui non � memoria
assai prima del corpo
quando gi� da sempre era la Parola
il sogno di Dio
il Suo soffio
poi la fatidica
domanda �dove sei
Adamo�
e furono
i cieli
capovolti
Nell'uno
dal Tutto
ritrovarsi nell'uno
a vivere il sogno della carne
il sangue che cavalca il vento dove
crescono i passi
lacerato dalle lancette
d'un orologio interiore
un Lazzaro a sollevarsi da cento morti
Momenti
di cos'� fatta la vita-energia
se non di momenti
rallentati
-per cui � un girare in tondo
su te stesso
o forse
di virgole di sangue
e amore
rapprese in un grido
sul vetro del cielo
Di qua del velo
(non qui n� altrove:
semplicemente essere
nel Tutto
-porta della conoscenza)
di qua del velo di maya
trottola del tempo
consuma il suo perno
nella palpebra del sole
un embolo d'ombra dimora
che insanguina il vento
La casa delle nuvole
ha bisogno di manutenzione -sai
per produrre versi come miele
-vanno oliati gl'ingranaggi
verificata la tenuta
perfetta dell'ossatura
l'efficienza della struttura
tenerla in ordine come
un condominio
ma tu la ritieni come fosse
di propriet� esclusiva:
contenitore di sogni
� risorsa a cui chiunque
pu� accedere -ti basta?
Il sogno di te
in una sospensione lucente
ride la tua immagine d'aria
nella fodera del cuore
ho intagliato
il sogno di te
sulle ali del vento le parole
che ti dedico
L'abbraccio
(in dormiveglia)
si concentra ed espande
l'amore in quel vivere-morire
delle prensili braccia
sospensione apparente carne e cielo
Farsi infinito
in apparente spaziotempo
un infinito sospeso
-sogno fatto
carne
la vita � alfabeto del tempo
da sillabare
vuoto di forme - ombre
nel bianco respiro
dalle labbra quest'anima s'invola
Epifanie
vita che si guarda
vivere e ci guarda
vita che si pensa ed �
-riflessa vita che
apre la fronte del mattino
ed � esistere
nel suo ricrearsi
epifanie
L'Albero
di Te
il dito
la saliva il fiato:
ri-fiorire vita
in cuore disabitato
e gli esecrandi
crimini? non
ricordi
dal sacrificio estremo
l'Albero di sangue
si � ingemmato
sopra uno
sconquasso di secoli
Presentire
finir� qui tutto
il visibile
-col panorama dei sensi
a sopravviverci voce
di sangue in un non-tempo
inconoscibile
l'astronave-di-luce
tra cirri e nembi e corpi
celesti
Angeli caduti
fuori dal cielo
bevvero l'acqua del Lete
ora
non sanno pi� chi sono
presi nella ruota
del tempo
mendicano avanzi di luce -
curano
le ali spezzate
per risalire nell'azzurro
Dell' indicibile essenza
dell' indicibile essenza
noi sostanza e pienezza
solleva l'angelo un lembo
di cielo:
in questa vastit� soli
non siamo: miriadi
di mondi-entit� ognuno
in una goccia
di luce
Nel paese interiore
nel paese interiore
eiaculo i miei sogni -
vivo una stagione
rubata al tempo -mimesi
icariana sul vetro del cielo-
nel paese interiore
brucia il mio daimon
di febbre e di luce
Un dio cibernetico?
vita asettica: grado
zero del divino Onniforme
-ma la notte del sangue
conserva memoria di volo
vita
sovrapposta alla sfera celeste
regno d'immagini
epifaniche
emozioni
elettroniche
eclissi dell'occhio-pensiero
L'esistere specchiato
con lo stillicidio
del tempo a subire
questa piaga dalle nove porte
ma a te presente
il S� -il celeste- l'esistere
specchiato: vita che si guarda
vivere
un mondo in un altro
Le nove porte: gli orifizi del corpo secondo la Bhagavadgita
Senza titolo
fine del giorno
inargentata sul mare
-negli ultimi guizzi
di luce palpita
il cuore delle barche
e la vita? si perpetua
-la vita non pu� morire
impregnata fin nel verde
dei frondosi rami
casa degli uccelli
la casa � il secondo corpo
-cos�
strato su strato
i malli dell'anima
questo mondo
l'altro
-da cui beve energia
Se segui la pista
raggio nella carne
l'altro che di te
preesiste
� avvolgerti d'ombra
il suo ritrarsi
se segui
col lupo
la pista del sangue
Le vele
le vele le vele
decantate dal visionario di Marradi
sui verdi mari del sogno
dove prende l'anima il largo
bianca schiuma ti spruzza
chiarore selenico
dipinge di poesia il cielo
Dino Campana, poeta, di Marradi � 1885-1932
Come lo stelo
(Gioved� Santo)
primavera ha le mani
piene di fiori
ma come lo stelo
il cuore mio si flette
in arida aria
Levante
levante del cuore dove
rinasci
la mente in espansione
la tua
empatia
tutto un mondo che trasloca
nel lasciare la casa del corpo
la penna tuo viatico
vita a fiorire
in un mare d'amore-endorfina
Angeli di carta
gli occhi un po' stanchi
vedo nel mio cielo volare
gli angeli di carta di Rafael
mi pare udirne
il profumo i celesti canti
oh mi vengano in sogno
queste creature fiammanti
le fraterne ali
a coprire
le miserie degli umani
Rafael Alberti, poeta spagnolo � 1902-1999
Nel giardino d'infanzia
risalgono dal cuore giorni analfabeti
a dire l'urlo della rosa
l'insaziato stupore
e i me stessi
a spiare
dalle crepe dei muri o
a giocare tra losanghe di luce
in un tempo che lento rimonta
La vita nascosta
(Pasqua di Resurrezione)
in seno a cieli di cui non � memoria
dove nessun grido resta
inascoltato
� la vita nascosta
percepisco
il sangue mio elevato in fioritura
da acqua e luce primaria
benedetto
L'ombra 2
meridiana a perpendicolo
poi eccola s'allunga
l'ombra oscuro specchio
che mi ripete
si spezza allorch� riflessa
tra pigre nuvole nel lago
Farsi ulissidi
ancora sorpresi dalla vita
ci trovi la morte
vivi
delle prime nuove
come nell'et�
impastata di sole e illusione
o farsi ulissidi
nel ricucire vele
per respirare il salso
di aperti mari
Elegia
ora m�incolpi del mio silenzio?
e Tu dov�eri mi chiedi
quando a migliaia
venivano spinti sotto le docce a gas
Io ero ognuno di quei poveracci
in verit�
ti dico
Io sono la Vittima l�agnello la preda
del carnefice quando fa scempio
di un bambino innocente
Io sono quel bambino ricorda
anch�io in sorte ho avuto una croce
la Croce
la pi� abietta la benedetta
ho urlato a un cielo distante Padre perch�
perch� solo mi lasci in quest�ora di cenere e pianto
Rosa di paradiso
Tu fiore del mio sangue
dal profumo rosa di paradiso
perdonami se non c'ero quando
m'imploravi "Eli Eli"
ma si doveva sostenere
la lingua della Parola
e Tu
occhi rovesciati
chino sulle miserie
abbracciassi dalla Tua croce il mondo
Briciole di poesia
anima
casa di mare
dove a frotte s'annidano
gli uccellini azzurri di Maeterlinck
a ispirarmi l'abc del sogno
a beccare briciole di poesia
ferve nel tuo cielo
un volteggiare
di f�sfeni ed ali
Maurice Maeterlinck, poeta e drammaturgo - 1862-1949
[Nella fiaba teatrale L'Oisseau Bleu (1909), ci� che rappresenta l'Uccello Azzurro
� il segreto delle cose e della felicit�.]
Le vele del sogno
me ne andrei quasi di soppiatto
alle prime luci
mentre si fredda la tazzina
mai portata alle labbra
entrerebbe il vasto orizzonte
nei miei occhi azzurrocielo
il mare aperto
nell'abbraccio
delle vele del sogno
Nell'infinito di noi
il tuo volteggiare Nina
nelle stanze viola della memoria
-dicevi il reale non � fatuo
apparire o entrare nello specchio
dell'essenza evocando
palpiti di luce
di un tempo senza tempo
noi dal celeste palpito
dicevi- qui siamo
affratellati nel sangue
con la terra e la morte
Il figlio
non pi� carrube Signore
torno a casa
non pi� miraggi
d'eldoradi
s� torno a casa
all'amore totale
indegno
sia io sgabello
ai Tuoi piedi
Radici di cielo
ondivago in te l'oscuro
l'alterego che insaziato nutri
albero capovolto che geme
con radici intricate di cielo
ma � un esplodere di vita
l'aprirsi
del fiore
Una giornata di
suvvia eccedi
a chi pensi
dare la colpa
come si dice � stata una giornata
cos�
esageri se pare
ti si spalanchi
d'instabilit� un baratro
viola in fondo agli occhi
La misura del sogno
avevi l'occhio lungo tu
nel dire che la vita ricalca
le orme dei passi
altro sangue i destini
che ci unirono
sai:
nelle acque della memoria
oggi di te non cerco
che la misura del sogno
nell'ondivaga luce degli occhi
trasparenze
Divagazioni
non vai da nessuna parte
quando dici
non siamo che manichini
in mano al destino -ce lo facciamo
in parte noi stessi
dovresti sapere che la vita
ha in tasca la morte e l'occhio
lungo oltre l'umano
orizzonte
in cospirazioni del nascere
come il puzzle di parole
neo-nate
a cui hai sospeso il respiro
custodite
in segreto
in luminosa nube
Complice la luna
entrare
nel labirintico specchio del sogno
dove inconfessate brame
si librano sul filo
di acrobate notti
complice una pettegola luna
In un levarsi di voli
scuce tempo Penelope sdegnosa
cos� noi a sfogliare le ore morte
fuori dal tempo uroborico
in un levarsi di voli sar� voce
del sangue a dirci che forse
non sar� stato che un sogno la vita
Vita contromano 2
(a James Dean)
il gesto del cogliere
la rosa sul filo del burrone
dove palpebra la luce
lo strappo
nella rete la smorfia che tradisce
quel mordere intestino
l'apparirti anamorfosi il mondo
che ravviva
non sai se deliri o sogni:
del tuo essere "bipolare"
ottenebrato splendere
Sinergie
sognare
immerso nell'azzurra luce
il sogno sono io disincarnato
che prove di volo inizio
falena contro il soffitto
col sembiante del fanciullo luminoso
ah quel senso d'onnipotenza
nel guidare
me stesso entro la via regia *
vedermi ospitale
dare udienza ai miei morti
che risalgono pare
dal mare
per "incarnare" il sogno
* definizione di Freud del sogno
Allunate derive
visioni aprono varchi
nel cuore ove fanno eco
i ricordi e allunate
derive trattengono
vibratile fiammella
resta indefinito
sogno o piuma di nulla
misteriosa fanciulla che si piega
nello specchio
Guerriera di luce
(a Santa Madre Teresa)
toccato dalle tue scarne mani
il derelitto
come angelo passava nell'aria
guerriera di luce tu
ultima tra gli ultimi
facesti tua
del reietto la dolorante carne
il tuo annullarti
consegnato alla sacralit� del giorno
Dal principio Qualcuno mi sognava
la mia essenza
si specchia
nel bianco di cieli anteriori
dove
a iniziare voli
in un battere d'ali fuggono
piccole morti
e ad abbracciare il sereno
quel ricucire strappi
nell'azzurro
io sto da sempre
nella scia d'infinito nascere
L'essenziale
molto dire con poco
degli elementi solo
un accenno come una
pennellata
lasciare immaginare
-l'acqua che canta alla fonte
lo specchio del ghiacciaio che acceca
non � detto potresti rinvenire
come in sogno lucido
tra il soffice manto
il messaggio
di quel saggio abitatore delle nevi
�per una vita proba
l'essenziale�
Le tue case di vetro
(ad Antonia Pozzi)
vi specchiavi la verde et�
fuggitiva
dipoi a trapassare i vent'anni
la freccia di cupido
ti abbeveravi nei cieli
di Poesia
dove ora svolazzano
senza tempo
bianche colombe le pagine
di vita
vergate fitte
al rango di passioni accese
[Luoghi dove ha soggiornato o abitato: Misurina, Pasturo, Milano.]
Nell'armadio
a volte m'invita a visitarlo
lo spolvero lo lucido e
grato mi si apre in un sorriso
tutto denti
m'improvvisa una danza
indossa una maschera per
l'occasione
si sente solo
quando
le volte non lo considero
lo sento frugarmi nelle viscere
nutrirsi del mio sangue
fortuna ch'� un tipo da
acqua in bocca
Una certa luce a flettersi (2)
una certa luce a flettersi
nella dimora della mente:
quel tuo ostinato cercare
tra i naufragati ricordi
il volto amato
reciso dalle forbici del tempo
nell'assedio degli anni
oggi ti sorprendi
a dar corpo alle ombre
di fantasmi inanelli il tuo presente
Come monnalisa
dove trovarti nudit�
di poesia tu assisa nell'olimpo
degli aedi
abiti forse nel puro
sguardo del neonato o nel bagliore
della lama
uscito da una novella di borges
imprendibile sei e sdegnosa
mi segui come lo sguardo
di monnalisa
esci dal quadro e
sguinzagli i malcelati sogni
Blu marino
sciami di pensieri
sparpagliati
in riflessi di luna fantasma
ore dilatate un'alba fitta
d'inchiostro blu marino
altri me a sciorinare
-tenerezze in sorrisi di fiori-
della vita anteriore
Vivere in volo
fantasia questo vivere
in volo
nella liquida luce
notti acrobate
a fare incetta di sogni
per un'alba d'inchiostro
Di fosfeni e nubi
a labbra di luce poesia mi desti
da assonnate rive
vaghezza
vi transita di fosfeni e nubi
ove intoccabili sogni
dimorano
Di luce l'abbaglio
(testimonianza)
colma la bocca
di luce l'abbaglio
della veste
sentivo nelle ossa un fuoco
come lazzaro
mi sono levato
e andavo leggero come nell'aria
Vertigine di specchi
un'incognita ti resta la vita
nebulosa sogno o cos'altro
che ti avviluppa in una bolla
o forse solo velo da strappare
col beneplacito del tuo angelo
vedi
alle spalle i frammenti di te
in una vertigine di specchi
aggrapparsi al vuoto
ricacciati
indietro
dall'unghiuta morte
Cul-de-sac (2)
tu che deambuli come
su inclinati piani
dimmi che vedi in questa
bolla d'alcool e droga
se mondi immaginifici o
sorta d'inferni
ti scagli sulla madre per la
giornaliera dose
tu potenziale omicida
su strade d'asfalto allucinate
ahi che non vede mai giorno
il tuo cul-de-sac
� rovi e croci
sangue pestato nei tuoi vaneggiamenti
Vaghezze di luna
vola nel sangue della parola
l'anima gemmante
un'alba cadmio
accoglie
in vaghezze di luna
l'erratico cuore
Dove l'angelo
falesie di pensieri
nella fragilit� del giorno
quando alta
s'eleva la parola - dove
il senso di s� t'innamora
dove l'angelo
perde una piuma
Anamorfosi
del sognato
ricordi a brani
mentre l'io � anamorfosi
nella "valvola" del sogno
ti svegli e ti ritrovi davanti
a un te dagli enigmi irrisolti
un circolo vizioso
il tuo uroboro
ti appare anamorfosi
a volte
anche questa vita che imita
sempre pi� il sogno
nell'avvicendarsi degli anni
i treni persi
alle stazioni
Un occhio di riguardo
un occhio di riguardo
per quei tralci che non
secchino anzitempo
-noi protendimento
dell'Albero che nei secoli affonda
le sue radici
un occhio di riguardo
ch� a prezzo di sangue
fu il riscatto
Ulissidi
ulissidi e la vela della
passione su perigliosi flutti
intrisi di mistica luce
a sbraitare di gioia
il cuore
sull'orizzonte la terra
promessa
Fantasia 3
la barca trasparente del sogno
dove ti porta?
palpiti
seguono la scia
uscendo dalla
camera della mente
immagini icastiche
gli argini rompono
del trasognato sguardo
Fantasia 2
dipingono il mio sonno i morti
veleggiando al chiaro d'una luna
complice sul filo
d'orizzonte
ricreando gl'incantesimi del
bambino in me mai perduto
veleggiano
discreti sul filo del respiro
entrandomi su dalle narici
con la barca di cristallo
dei sogni
le vele al vento per l'ignoto
Naufragi
il viso un libro
le pagine
gli io indefiniti
maschere che indosso
se non mi trovo
poi s'apre
il corpo -occhi
lapidati- nell'emergere
dai tanti me
In una piega del vento
luce obliqua sui tuoi anni andati
sui tuoi fogli nell'aria sparsi
quale data incideranno
sulla tua lapide un giorno
non ti � dato sapere
ma sono degli uomini
le convenzioni
e scomodare kronos � eresia
rinascere in una piega del vento
senza guerre n� odi
per la rotta del cielo
pindarici voli
che ti lasciano
le ali spezzate
A bocca piena
trucidata vita
dai lenzuoli di sangue nei telegiornali
un dire assuefatto freddo
che ti sorprende non pi� di tanto a bocca piena
che non arriva al cuore
-per quei bambini occhi rovesciati
a galleggiare
su un mare di speranza
la cui patria � ora il cielo
violata la sacralit�
vita che non � pi� vita
vilipesa resa
quale fiore a uno strappo feroce
di vento
Dammi l'abbrivio
dammi l'abbrivio musa
nel dormiveglia o
nel profondo fa che s'accenda
la mia casa di nuvole in verdi
cieli e alfabeti
sostieni quella
neo-nata struttura
arco di parole e suoni
che si parte
dal cuore a navigare
il pi� bello dei mari
[ultimo verso: da Hikmet]
Vicolo
dolore antico
di donne in nero a segnarsi
se dal profondo si levano i morti
a dare infausti presagi
vicolo
inghiottito da un grappolo di case
appese a strapiombo
ricettacolo
d'umori ancestrali
in un tempo cristallizzato sospeso
Sfiorite rive
sfiorite rive
in cadenza d'anni l'azzurra
vastit� di te solo
si svenano
in caducit� di foglie i giorni
accartocciati
sul viale della dimenticanza
Aneliti d'infinito
� la vela rossa della Passione
a prendere vita nel tuo sangue spanto
nella luce
ti dai d'amore in aneliti
d'infinito
anima persa per rive sfiorite
negli occhi
Gi� grande ti vedo
dai che ti porto alle giostre
finiti i compiti
promettimi
che prima di dormire
stasera dirai una preghierina
per quei bambini saltati in aria
-la larga macchia rossa sull'asfalto
nella liquida luce degli occhi
penetrare
in quell'abbaglio
fino al sogno-incubo
su
da bravo che ti porto alle giostre
ci perderemo nella
fantasmagoria di luci
ecco: gi� grande ti vedo
a risvegliarti domani
convitato di pietra
il Tempo
Nell'ora sospesa
quel giorno ti sbarberanno
t'infileranno il vestito buono
ma
non serve prodigarsi pi� di tanto
non restano che spoglie l'anima � gi� via
nell'ora sospesa
fisseranno compunti quel viso di marmo
mentre il tuo presente ha chiuso la porta
il pugno o la palata di terra
con la benedizione dell'officiante poi
a tavola com'� uso per dire la vita
continua
qualcuno forse gi� alticcio
legger� con deferenza
alcuni tuoi versi trovati in tasca
restano in rete briciole di te
Il limite
(ad un materialista)
devi ammetterlo
come nave incagliata ti senti
bravo al pi�
nel leggere fondi di caff�
non certo alla tua portata
della poesia il rinnovato sangue
i frammenti di stelle la lucente
coda di cometa a cui s'attaccano
in sogno i bimbi
non certo quei misteri insondabili
che impregnano i muri di casa
con le anime dei morti
che abitano il tuo vuoto
non alla tua portata
quella profondit�
del gran mare del sogno che
� vita che si lascia vivere
Come asessuato angelo
sospesa nel vuoto m'appari
asessuato angelo
mentre in dormiveglia mi rigiro
giunger� mi dici squarciando
le nubi lui l'Atteso
ci sorprender� come un ladro
a strapparci alla morte
carne della sua carne
Nel vasto mare del sogno
nel vasto mare del sogno
galleggia l'immagine
di te esile scricciolo
a sussurrare all'orecchio
del cuore edulcorate parole
ritrovarci
nel nostro giardino d'infanzia
mano nella mano
impastati di sole a rincorrere
saltabeccanti piccioni
riandare alle incoscienti
acrobazie per i soli tuoi occhi
interrotte
dall'acuto richiamo
di tua madre per la merenda
smosse le acque del sogno
ora a svanire
da un oltre ti sento
L'oltraggio
perso nelle forme strane
delle nuvole mi sento
lontano da un mondo estraneo
assisto all'oltraggio
della rosa che si
perpetua
sono esposto alla vita
Alterigia
[Ispirandomi al verso di Vincenzo Cardarelli: "vorrei coprirti di fiori e d'insulti"]
m'appiglio alla tua fredda
grazia come ad un
corrimano: sto su inclinato
piano mentre t'offri
a una vertigine di distanze
ancor pi� ora ti fai
preziosa
Sotto porticati
sotto porticati
cartoni e
cappotti lisi hanno respiri
a un passo
vetrine ridono in abbagli di sole
pi� in l� privati
paradisi
un rombo testarossa � strappo
d'anima a dividere
la terra tra i "morti" e i vivi
il mondo ha denti aguzzi
Navi di nuvole
(visione)
raggio verde balena
nel tramonto
su navi di nuvole
vedere apparire angeli
udirne i celesti canti
rassicuranti presenze
ondeggianti lievi
tra i pensieri
orfanezze d'amore a consolare
messaggeri
di luce
ondeggianti nel sogno
ad ascendere dove s'inalba
il cuore
La parola
la parola � nostra
madre
che genera la
danza e la gioia nuda
la parola
dice di s�
del tempo del primo stupore
t'apre
il terzo occhio
parla all'orecchio del cuore
Da un dove
i repentini voltafaccia del tempo
alle soglie dell'autunno
le foglie gi� morenti
invita due corpi il tepore
delle lenzuola
nella bocca dell'alba
sai
il momento migliore
per il dono dell'ispirazione � quando
ti giungono ovattati i rumori
e tu in un tuo mondo
col sonno di un eterno respiro
pi� tardi poi sul lungomare
sulla pelle la fresca brezza
forse un gabbiano
avr� per te
nel becco un verso prezioso
Doppio celeste
rigenerarsi in linfa a disperdere
grumi
dove si china
l'anima a contemplare
nel profondo di te ecco
il cielo farsi d'un "azzurro"
misterico e
tu da un suo lembo
a spiare
un te senza morte
-specchiato
Vele stanche
leggi scavi ch� nasca
-ne va del creare affossato-
linfa nuova a diradare
quella nebbia della mente
dal grembo della notte esca
la tua barca
vi spiri augurante
il buon vento a gonfiare
le tue vele stanche
per nuova ventura nel mare
blu d'inchiostro
dove � bello
finanche morire
Cielo amore
manto d'azzurro palpito
capovolto abisso
misericorde
ben conosci il fondo delle pene
di noi mendichi d'infinito
specchio sei
dove invertigina il cuore
nell'abbraccio delle stelle
Occhi secchi
clessidre di sangue emotivo
a sovrastarti
stillicidio nella mezzaluce
a chi chiedere di questo
ginepraio di pena e
l'oro del mattino fatto piombo
occhi secchi
a perdere
pezzi di cielo
nel sangue degli echi
E sarai raggio
sei disceso angelo per vivere
in carne la morte
non sguardo dal ponte: vieppi� ti lega
trama di dolore e rara gioia
le spoglie deporrai e sarai raggio
di quel Sole che non puoi vedere
Cul-de-sac
dritto ti c'infili
se pensi che
la fine � sempre in atto
e il mondo
� un addio dopo l'altro
� maschera invece per chi
finge di non accorgersi
negli occhi ti restano
saltabeccanti
sui resti di una festa
colombi a frotte
Fammi luce
ti prego fammi luce
in questo pauroso dedalo dell'io
assalito dai mostri della mente
avvolto
nella camicia di nesso degl'istinti
sono cieco fiume senza foce
da me diviso arreso
fammi luce
e sar� giorno quando
ti sapr� riconoscere
staccato dalla mia ombra mortale
Auschwitz
il velo della memoria
in luce di sangue si ravviva
� fiore che s'apre
nell'urlo
I passi all'indietro
nell'ora dolente
Ti consegno i passi all'indietro
le volte
che ho svoltato l'angolo
davanti all'ingiustizia
al cuore sperso
dona corazza
di verit� senz'alibi
rivestimi Signore
con veste di fuoco
Chimera
vaghezza di nuvole a stracci
tu
nella mezza luce mi chiami
poesia chimera
mi conforta la tua ala
vellutata d'angelo
quando come in sogno
visiti
le vuote stanze
di quest'anima vagante
Nudit�
(di un sogno ricorrente)
labirintici corridoi
ti vedi venire contro
traversandoti una
moltitudine
ti fa strano che
non fan caso che giri nudo
poi come un ladro ti trovi a spiare
dentro stanze ottocentesche
aspettandoti semmai
un incontro piccante
Il pensiero vola
il pensiero vola
quindi
volo
anche se zavorra
gi� mi trattiene
le invidio tuttavia
per quegli ossicini cavi
le creature del cielo
noi
-peso di terra-
ossa come vetro
a sbriciolarsi con gli anni
Il Tuo splendere
su un remoto
di assonnate rive
-spiumata
di luce l'anima-
torna
a far breccia il Tuo splendere
settanta volte sette
ho conficcato i chiodi
altrettante non
basteranno
lacrime da versare
sulle Tue luminose piaghe
Trompe-l'oeil
(l'ispirazione)
nella mezzaluce
t'invita l'occhieggiare
del trompe-l'oeil
la visione centrata
nell'intime corde
ti sale
da un remoto
di ancestrali lidi
Spleen
brusio di voci
galleggiare di volti
su indefiniti fiati
si sta come
staccati
da s�
golfi di mestizia
mappe segnate
dietro gli occhi
vi si piega
il cuore
nella sanguigna luce
Quante piccole vite
(a Iqbal)
tra trame
di tappeti e catene lasci�
a terra la sua ombra e
s'invol�
quante piccole vite
su di s� per farne
una
-indivisa-
la sua
firma di sangue su
un Sogno immenso
Colui che intinge con me (2)
Ges� aveva i suoi "followers"
ma per nessuno vorresti la sua fine
(in)gloriosa
quale fuoco ti attraversa la carne
giuda-di-turno
nel laccio dell'inganno il mondo
la croce � la porta stretta che
ha chiavi d'aria
Vaghezza d'immagini
non un appiglio neppure
l'aggancio da un sogno
vaghezza d'immagini
preavvertite quasi
a scivolare di sguincio
nella immensit� dei silenzi
senza il tempo di rubargli
l'ultimo fiato
-complice una quasi
misterica luce
boccheggia l'anima
nell'eco d'un grido
come di un frantumarsi di cristalli
Come sbuffo di fumo
riconoscilo
l'hai tirata per i piedi
non un'immagine
viva che susciti
un tuffo al cuore
n� metafore o
enjambements
se spazi nel tuo mondo trovi
-anche un
batter d'ali a ispirarti
invece
buttata l�
lei dal fondo
del bianco grida
la immeritata
striminzita vita
Lo sguardo velato
d� i miei "occhi" a quel che passa
in questo scorcio di tempo che mi resta
d'intenerimento
la stessa
luce la losanga sul letto
la goccia pendente
dal ciglio lo sguardo velato
ora come allora
quando
"morte ti colse fior
di giovinezza" scrivevo
ventenne o gi� di l�
-ah ridicolaggini
Dall'obl�
la poesia quella di lungo
respiro d� vertigine
� come
prendere il mare e non vedere
che l'orizzonte e mai la terra
le immagini vedi dall'obl�
del cuore sovrapporsi
fare ressa e
infine sbarchi
boccheggiando
col mar di terra
Kandiskij
sfilacciano sogni
di ragno
graffi di luce
a destarti un'alba
bagnata di colore
quel giallo
spalmato
nel canto della tela
Asimmetrici voli
parole
colte e frante
nella febbre d'un grido
aperte ali dei sensi
contro
pareti di cristallo
scrivere sul sangue
di un sogno kafkiano
Quell'uomo che
quell'uomo che
"incurante"
della tempesta dormiva
che ha diviso il mare
che � uscito dalla morte
squarciando i cieli
quell'uomo che
se il granello
di senape non muore
uomo-dio fattosi
bambino ed ultimo
Dio incarnato
trascinato dal cielo
dal peccato
Un dove
trafitto
da ustioni di luce
quasi a difesa avvolto
in un mantello di vento
vano
interrogare un dove
in bianchi cieli
l'angelo � di pietra
l'anima un buco
nell'immenso
Spleen (2)
lo scoglio
e tu
come un tutt'uno
quasi sul ciglio
del mondo avvolto
in una strana luce
labbra di cielo
questo
contatto di sole
vedi nell'aria
marina
un gabbiano planare
su una solitudine
che ti lacera
all'infinito
In linfa d'alfabeti
manca poco possano piovere
lettere
nel tuo sogno controllato
e tu
ti veda
riflesso in pozzanghere
a cogliere parentesi unghie-di-luna
e il grido
delle a le sospensioni delle e
poco manca
sia la musa un donarsi in linfa
d'alfabeti
di cui s'imbeve il tuo sogno
lucido
La nudit� del sangue
pindarici voli
leggevo nel tuo cielo
e i tumulti del sangue
in cadenza di note
sul pentagramma di sogni
rubati e franti
oltre quel fatuo fuoco
� ora un discendere
nel tuo specchio
incrociare la nudit� del sangue
dal profondo ti vedo
riavere il cielo
veleggiando sicuro
ed � la corazza che indossi
a darti la forza del perdono
laddove
ti appariva debolezza
Dal giardino dei sogni
forse quando
il tuo orizzonte � a chiudersi
sullo scenario del mondo
e tutto � consegnato all'evidenza
della fine
dal giardino dei sogni
ti strizzer� l'occhio
ancora qualche verso
lo vergherai in fretta
su un tovagliolo al bar
prima che si disintegri nell'aria
come i tuoi io
dagli anni risucchiati
Volare basso
volare basso
per dare tanto con poco
lei a volte si cela
nello specchio o nel buio del divano
luce affebbrata
la parola che ti tiene avvinto
celeste fuoco
Vanagloria
vita che mi mastichi
mia vita
dagli equilibri spezzati
e anse d'ombre
dove annegare il grido
difendimi
dal mio profondo
uccidi in me quel capriccio
aureolato
solo
da esibire
Antinomia la morte
ritenere antinomia
la morte - la tua
come un abbaglio o un
trapassare di veli
e nel distacco
quando
il mondo senza pi� te sar�
impregnato della tua essenza
" leggerai" il tuo
necrologio
pagato un tanto a riga
In quest'aria stagnante
pensando a te vedo
il vuoto di una porta
e dietro la porta ricordi
a intrecciare sequenze indistinte
sogni e pensieri asciugati
mentre un sole
di sangue s'immerge nel mare
in quest'aria stagnante
come un olio passa
la luce
sopra il dolore
La parola essenziale
non altra che quella
l'unica
annunziata
che la mente arrovella
fanne cuore e centro
il raggio renda armonico il disegno
senza
ne urlerebbe la trama
il sangue fatto
acqua
Vita sollevaci
vita sollevaci
dall'ignavia dei giorni
-serpe mimetica
fa che non sprofondiamo
in questo buio di stelle calpestate
le addomesticate coscienze
fanne bottiglie
a navigare mari di speranza
e
come un fuoco
vivo a forma di croce
giunga
il messaggio
della tua sacralit�
E' bello sognare
come tirare su
un secchio di ricordi
custoditi in fondo al tuo cuore
come riesumare
i tuoi morti
aspettarti da loro fausti presagi
o l'apparire
di vagoni di nuvole e lunghi
corridoi di porte chiuse
dove ti sembra essere stato
La Musa
dove inginocchiata � la luce
lo spirito contempla
come un incantesimo
la novit� di lei la tua corda
sfiora
accordando
il tuo vagheggiare
s'anima il tuo cielo
in volo d'angeli
e febbre
� la parola
In un angolo remoto
la vita d'un uomo
nella luce degli occhi
i paesi esotici i mari
che ha varcato
a barattare per nuove
esperienze
la vecchia pelle
di coriaceo ulisside
ma si passa una vita
intera
senz'ancora conoscersi:
in un angolo remoto
l' ombra da tenere
al guinzaglio
A volo d'angelo
il nero asfalto il lenzuolo
i nasi all'ins� l'attico
al ventesimo
depressione dicono
autopsia perch�:
se non s'�
tirato un colpo
si � "solo" spaccato
Come in primavera
impoverito mi sento
quando
sfuggono a volte le note
di quell'aria struggente che alberga
nell'anima e
-breve appagamento
di fioriture e voli-
nelle ore vuote m'accompagna
a sprazzi
pure ritorna
rivivendo in letizia
come in primavera la chioma di verde
a ornare quell'albero triste
-superato il morso del gelo
Schegge di stelle
a mitigare il gelo delle parole
che il tuo volto a volte
veste
non riesco ma a notte
quando
il tuo corpo s'apre a una luna complice
schegge di stelle mi
sorridono
Questo giovane cuore
(alla figlia)
capriolare nell'ante-nascita
tu rosa vestita per la vita *
tuffarti nell'azzurro e
respirare la poesia pura
d'incontaminati cieli vorresti
ah non debbano i veleni del mondo
-mio e tuo anelito-
intaccare questo giovane cuore
* termine preso in prestito dall'amico poeta
Raffaele Piazza
Senza titolo 2
ho sognato d'essere
un bosco devastato
e in me cadevo
cadevo
con schianti d'alberi
I cieli del jazz
capricci di note
facce ondivaghe in acque del sogno
la nausea lungo
i corridoi di latrine
il gemito del sax le gonfie gote
tempo
rallentato avvitato
nel marasma di umori
poi il mattino li raccoglie
spugne
e l'anima della musica che attraversa
muri di separazione
L'estro
dicono abbia avuto
da piccolo
"familiarit�" con le feci
-oddio! strillava la madre
e le comari:
-niente paura � roba sua
e gi� l'estro emergeva
ch� ci scribacchiava per terra
tra losanghe di luce
Nell'anima bambina
come non ricordare il rifugio
del passerotto intirizzito
le mani a coppa e il caldo fiato
o il micino di pochi giorni
lucido di saliva
portato in bocca da mammagatta
come non riconoscere
le tracce lasciate
sul sentiero teatro di giochi
e l'acuto
richiamo della madre
la tavola apparecchiata
inondata da sciabole di sole
immagini vive custodite
nell'anima bambina
che ancora ti chiamano dal buio
fondo degli anni
Pasqua
del Suo olocausto
ha ribaltato il fondo
rovesciato la pietra
che teneva in scacco la Vita
-escono lucenti raggi
da acqua e sangue del costato
al canto d'osanna
l'angelo
si china sul giorno umano
Blasfem�a
ricusi l'abisso capovolto
intriso
del Suo sangue
dall'orlo della luce
ti distanzi
in vaghezza dell'effimero
vanagloria leva al cielo
un pugno d'aria
Spleen 2
ali e croci dell'esistere
sono il veliero che attende il buonvento
sotto i mille occhi di un cielo allucinato
a farmi il verso un gabbiano
in volo da un dove non so dire
Controllare il sogno
� diventata la sua arte
ne sa uscire
e rientrare quando vuole
e secondo l'umore persino
programmarlo
mentre prende sonno
basta che si concentri
e in vividi colori le appaiono
pesci uccelli fiori
vasta variet� di flora e fauna
finestra su cui s'affaccia
un mondo altro
nel suo luogo di degenza
un bell'evadere dal grigiore � vivere
questo exo-esistere
parallelo
lei divenuta oggetto di scherno
un libro aperto
lei amica-madre dei gatti
col loro gnaol�o alla luna
Ti cadevano gli occhi
capre e cavalli di nuvolette pigre
in un cielo dilatato nel respiro
ecco da dietro l'angolo apparire
la ragazza dalla maglietta rossa
a fare footing nella luce
lattiginosa del mattino
poi t'accorgi d'aver solo sognato
-desiderio fatto pensiero allucinato-
e nel ritrarsi quel cielo
la ragazza s'� come sovrapposta
a quella vista la prima volta
al parco or sono trentanni
quando
dovunque guardavi
ti cadevano gli occhi su quella figura
esile nell'alone
di luce lunare
ma tant'� che stasera
ti "cadono" gli occhi davanti
al teleschermo
Resurrezione
rinfranca
il Tuo offrirti in croce
chicco che germoglia
in esplosione di vita
ma il silenzio del cuore
si fa abisso:
duemilanni e la pietra
sepolcrale come non fosse
rimossa:
al primo canto
a rinnegarti
A darti l'abbrivio
a darti l'abbrivio
sar� forse l'urlo
del fiore che s'apre
creare
� del funambolo senza rete o
� come andare su vetri
una parola un taglio
Luce di luna
(l'ispirazione)
ti dai d'amore e in veste
notturna t'ammanti
all'occhio del cielo
in silente vaghezza
il tuo porgerti china
sul sangue che rid�sti
nell'essere mio: m'irradia
d'epifanie luce
di luna
Senza titolo
ora
il mio sangue si eleva
al battesimo della luce
vedi
sono fiorito
e la morte non la ricordo pi�
sono uscito da lei come da un fiume
di tenebra
Un cielo ci nasce
dal peso mortale
un cielo ci nasce
penetra luce
nella ferita pi� fonda
siamo respiro cosmico
legati a una stella
di sangue
originaria armonia
che nel vivere si frange
Divergenze
la luna
china sulle mie notti disfatte
di poeta in erba
a carpire versi da "urlo"
beat ante litteram
coi sogni di gloria nel cassetto
in cerca della parola
luminosa che "spacca"
e tu rivolto alla mia
"crisalide"
che andavi blaterando nel
citare la preistoria
carducci et similia
Chiedilo alla luce
scrivere la luce
inginocchiato nella luce
inspirando bellezza
ch'emana
come da un tempo altro
pure
ami la luce
ferita:
chiedile
delle infinite crocifissioni
fattene guanciale
in notti di pianto
Nei fondali
per nulla mi separerei
da questa pena
nel macerarmi chino sulle parole
tra respiri di solitudine
-v'� un accendersi
di segni e strade
mentre attraverso l'inconoscibile
che in sogno spio
non altro anelo che questo
inabissarmi
nei fondali di fonemi
finch� la morte
mi sorprenda
in un'emorragia d'inchiostro
L'indicibile
dove deflagrano
nude parole al di l�
della scrittura
ho cercato nel calamaio del cuore
l'inesprimibile
ci�
che non pu� essere detto
ho cercato stanze
inesplorate
negli anfratti del mare
le voci
trattenute
nella gola del vento
l'indicibile
nella luce della bellezza
Il lebbroso
alle sue spalle
un cielo bianco cadmio
e la figura
ieratica
a fendere la folla
chiudere le distanze
luminosa
Farfalla "vede" posarsi
sulle dolenti piaghe
L'attesa
ti tiene in vita come a fine inverno
la primavera canterina
(non gi� l'appagamento
senza pi� desideri)
ti tiene in vita quel non so
che riempia i vuoti
(come il trepidare per l'uscita
delle prime poesie o
per il primo appuntamento)
ecco risuona l'attesa
come un'eco di mare
sei la vela che si gonfia di vento
Il grido
ad un cielo
sordo ad ogni voce ed eco
appeso il grido
testa e croce ti giocasti l'anima
nel bailamme
d'un'allucinata notte
a simulare la morte
Spleen
lei dagli occhi blucielo
inquadrata in un ritaglio del
tuo sogno lucido
ed � un morire dentro
percorrere
l'acciottolato d'un bianco accecante
che conduce al mare
e quel sorriso
a durare nel cuore
perdutamente altrove
ti fa il verso il gabbiano
planato
sulla tua isola di spleen
Auschwitz
impigliato
il cuore al filo spinato
sui prati di sangue
decorati dal fiore dell'urlo
mai dissolto nell'aria tremante
-grido
che cammina
nella memoria della storia
coperto dal velo
di piet�
Rosa d'amore
vita che ti attraversa
in un vento di luce
angelicato fiore
rosa che si schiude
fra cristalli dell'inverno
Poesia ti libri
dal sangue un nascere d'ali
poesia ecco ti libri
in verde cielo d'alfabeti
dove l'anima si ascolta e
la vita si guarda vivere
Luce d'amore
carne che presto
si dissolver� nell'aria
occhi
che rideranno al cospetto
dell'Assoluto
il tempo � breve
delle ombre allungate sul cuore
invader� tutto l'essere
quella Luce che addenti
Se gratti l'argento
[ispirata leggendo "Finzioni", di J. L. Borges]
paradosso
temere di sparire se
gratti l'argento dello specchio
quasi
non t'appartenessi
realt� sfumata nel mistero
non sei che parvenza
sognata da un dio
nell'insondabile
suo cielo d'esagoni e sfere
Funamboli
metti noi due
guardali
in bilico sulla corda
tesa dell'esistere
a contare gli anni come grani
nelle curve dei silenzi
gli abbagli nel vuoto del cielo
lo sporgersi sul tempo che viene
e le cicatrici di luna nelle
primavere risalendo in luce
da inverni amari di
catarro e croci
Casa di riposo
sono io oggi
ad imboccarti
al pomeriggio poi il solito
giro nel viale
lo scricchiolio delle ruote sul selciato
gli alberi vedi han perso la bella chioma
ed � ancora clemente il tempo
tu adagiata in una smarrita indolenza
riflesso
nei tuoi occhi il cielo
t'asciugo con garbo un filo
di bava lucente
ora che non hai pi� voce
mi giunge eco di madre
mangia se stesso chi
non si d�
Poesia si fa
� che poesia si fa da s�
nel seme del suo autocrearsi
� nella danza del calabrone sul fiore
nel gioco
della luce con l'ombra attaccata ai piedi
nelle parole bagnate in un lancinante addio
casa della poesia � dove nasce l'onda
la radice del vento il volo aquilonare
� vedo non vedo in una grazia velata
poesia � la bellezza
che tiene in scacco la morte
Mi piace il tuo garbo
(a mia moglie Angela)
ora dici mi piace
ancora il tuo garbo
e un pizzicotto mi chiedi
per vedere se non � un sogno
nel letto abbracciati
nel dolce tepore
l'attesa
che salga la luce e c'inondi
grati al cielo d'essere
insieme sembra anniluce
o primavere scandite che
han visto le nostre tenerezze i silenzi
Poesia ti libri
dal sangue un nascere d'ali
poesia ecco ti libri
in verde cielo d'alfabeti
dove l'anima si ascolta e
la vita si guarda vivere
Luce d'amore
carne che presto
si dissolver� nell'aria
occhi
che rideranno al cospetto
dell'Assoluto
il tempo � breve
delle ombre allungate sul cuore
invader� tutto l'essere
quella Luce che addenti
Se gratti l'argento
[ispirata leggendo "Finzioni", di J. L. Borges]
paradosso
temere di sparire se
gratti l'argento dello specchio
quasi
non t'appartenessi
realt� sfumata nel mistero
non sei che parvenza
sognata da un dio
nell'insondabile
suo cielo d'esagoni e sfere
Funamboli
metti noi due
guardali
in bilico sulla corda
tesa dell'esistere
a contare gli anni come grani
nelle curve dei silenzi
gli abbagli nel vuoto del cielo
lo sporgersi sul tempo che viene
e le cicatrici di luna nelle
primavere risalendo in luce
da inverni amari di
catarro e croci
Casa di riposo
sono io oggi
ad imboccarti
al pomeriggio poi il solito
giro nel viale
lo scricchiolio delle ruote sul selciato
gli alberi vedi han perso la bella chioma
ed � ancora clemente il tempo
tu adagiata in una smarrita indolenza
riflesso
nei tuoi occhi il cielo
t'asciugo con garbo un filo
di bava lucente
ora che non hai pi� voce
mi giunge eco di madre
mangia se stesso chi
non si d�
Poesia si fa
� che poesia si fa da s�
nel seme del suo autocrearsi
� nella danza del calabrone sul fiore
nel gioco
della luce con l'ombra attaccata ai piedi
nelle parole bagnate in un lancinante addio
casa della poesia � dove nasce l'onda
la radice del vento il volo aquilonare
� vedo non vedo in una grazia velata
poesia � la bellezza
che tiene in scacco la morte
Mi piace il tuo garbo
(a mia moglie Angela)
ora dici mi piace
ancora il tuo garbo
e un pizzicotto mi chiedi
per vedere se non � un sogno
nel letto abbracciati
nel dolce tepore
l'attesa
che salga la luce e c'inondi
grati al cielo d'essere
insieme sembra anniluce
o primavere scandite che
han visto le nostre tenerezze i silenzi
Sogno di carta
alti muri
di carta
laceri strati e strati
senza via d'uscita
labirinti mentali
ove galleggiano improbabili
parole e voci
bagaglio d'un viaggio kafkiano
Fine anno
semmai un aggancio
la mano del vicino
ora
che un senso di sperdimento
� la vita rivoltata
ma le volte che vi hai sputato
girovagare tra
luminarie e vetrine
ti richiamano all'incanto del bambino
mentre ti lacera dentro
la morte del clochard
sotto i portici nel gelo
Finestre d'aria
fa strano guardarlo
mentre il bacio deponi
come su freddo marmo
dici sembra
dormire
se immagini di aprirgli
la spaziosa fronte
vedresti attraverso
finestre d'aria
come uccelli aleggiare
alfabeti felici
che dicono l'inesprimibile
Flebili echi di conchiglia
fai che voltarti
alle spalle ampie aperture
d'un livido cielo
dove gorghi
hanno succhiato linfa
ai molteplici io
ancora flebili echi
di conchiglia
dal mare aperto dei ricordi
che il sogno criptato
fa suoi
Sguardi e il tracimare
sguardi e il tracimare
di palpiti
alle rive del cuore
aria dolce come
di labbra
incanutire di fronde
nella liquida luce
Il tuo sangue che vola alto
(a Madre Teresa)
non ombra che occulti
la tua anima di piccola donna
immensa
come il mare
specchio alla bellezza
la verit� � il tuo sangue
che vola alto
planando
su celestiali lidi
oltre
le sere che chiudono le palpebre
sul cerchio opaco del male
non v'� ombra a coprire
il grido di luce in te
gemmante
Luce al tuo passo
(ad un figlio)
reinventati la vita
non t'accorgi d'essere
vivo per apparire
dai una mano di bianco
alla tua anima d'autunno
migliora la tua aura
fermati estatico
davanti ad un volo o l'esplodere
gemmante di un fiore
ringrazia il Signore
fai pace
con la vita che mordi e ti morde
� luce
al tuo passo l'angelo che
sulle tue orme cammina
L'inesprimibile
questo rebus
che sei
intreccio d'anima e istinto
sul bordo del tempo
vago sogno in te
specchiato
l'indefinito
di te
un s�
dilatato in cieli
ancestrali
dove l'esistere � il suo
pensarsi
Fiore nero
l'avvicendarsi degli anni a cogliere
il nero fiore della morte
i figli emigrati
in cerca di eldorado
e l'anima che ha perso pezzi del suo cielo
trasudano presenza della tua met�
le fredde pareti e
le lettere d'amore ingiallite
nel fondo del baule
Ricordo un angelo
da piccolo
ricordo un angelo
raffigurato al soffitto
con lui mi confidavo quando
la febbre mi teneva a letto
nell'azzurra volta
trovavo altre nuove figure
lass� nascoste
mute testimonianze
di mie visioni
cos� passavo le ore
pomeridiane
mentre una lama di luce
cadeva obliqua
dalle socchiuse persiane
Munch
nel buconero
del Grido
spiralante la vertigine
la raccolgo dentro
un foglio
vedi
pesco sogni di ragno
rimasti
nell'intreccio della tela
Allucinate visioni
la sensazione di cadere
in un vuoto vertiginoso
ma si era soltanto assopito
le voci confuse
della tiv� si fondevano
con le sue allucinate visioni
di fosfeni
pi� netta la linea
di demarcazione
ora
che la sua testa emergeva
come da alti muri d'acqua
Lettere amo indorare
finch� loro ci sono
e hanno le mani nel sangue
quasi presenze
percezioni inconsce a ravvivarle
come in padella a fuoco vivo
galleggianti in olio bollente
dagli scoppiettanti schizzi
insieme a parentesi a guisa
di unghie-di-luna appena
scottate
ecco che il cuore
madido di luce
ci si nutre
invaghito di lettere appena
pescate
dall'inferno dell'olio
Agli occhi del cielo
agli occhi del cielo
padrone dei tuoi beni
sar� la ruggine
quando avranno rovesciato
i tuoi forzieri gli angeli
della morte
e tu non avrai pi� nome
allora la tua casa vuota
sar� preda della gramigna e
di avvoltoi affamati
mentre a essere elevato
sar� il plebeo
che condivideva il pasto coi cani
L'ora che dall'alto
l'ora che dall'alto
giunger� come un ladro
ti trover� a mani vuote e
cosa dunque Gli offrirai
se non lune lacerate
dai cani della notte
e capestri
di nebbie
nel delirio dei giorni
e vomiti
esiziali
di una vita in perdita
Luna park
ride la piccola Margot
alle smorfie del pap� che si rade
"suvvia ti porto alle giostre" e
lei s'illumina di gioia e
poi a cavalcioni sulle larghe spalle
nella fantasmagoria delle luci
un po' ci si attarda
nell'aria ancora calda di fine settembre
riverbera una miriade di
stelle negli occhi innocenti
mentre le nasconde
il resto del viso una montagna
di zucchero filato
La penna nella luce
(ad un agnostico)
e tu a ripetere
non credo nei miracoli
tutte balle
ma se sei in vita � gi� un miracolo
sai
che si perpetua nell'oltre
glissando sul tuo intercalare io
t'intingo la penna nella luce
scrivo per Dio e la sua gloria
tu segui pure le tue ombre
fantasmi che ti succhiano la vita
La casa delle nuvole
cieli d'acqua e cavalli
d'aria
l� custodisco ore
sfilacciate e segrete pene
-oh giovinezza di deliri e
notti illuni
l� dove il turbinio
degli anni
� rappreso in un palpito
che nell'aria trema
Da mondi di vetro
(visione)
da mondi di vetro
mi giungeva il respiro
di cieli anteriori
dov'ero sollevato
su ali d'aquila
dimora del mio centro
luce del sangue
l� custodita
in comunione col palpito
degli astri
L'altalena
� poesia
quel dondolarsi del corpicino quasi
fatto d'aria e
avvertire l'alone di mistero
nella figura del nonno dietro
il giornale
-il confondersi
delle lettere all'occhio attento
nel suo sangue un tripudio d'azzurro
nell'affacciarsi l'emozione
di giovani voli
Gocce di sogno
navigare di nuvole pigre
nel cielo della mente
da queste aspettarti quasi
sprizzino gocce di sogno
come da mammelle
come nasce una poesia ti chiedi
e inatteso ti si offre
un appiglio in quel
dondolarsi del bambino al parco
ti lasci condurre come
un cieco e non sai mai
dove ti porta poesia
Al crocevia dei venti
(la fatica dello scrivere)
magari ti soccorra
una voce fatta carne
scavata nel sogno
complice la luna
una quasi presenza
al crocevia dei venti
Nell'inquieto mio cielo
[ispirandomi alla figura di Giobbe]
nell'inquieto mio cielo
ferite gridano
il Tuo nome
disseminato altrove
fiorir�
il mio spirito
s� fiorir�
come nel cuore della pietra
la Bellezza
di angelica veste
Echi d'infanzia
bacia il sole
immense distese a
maggese
cos� anche il cuore in
fioritura
con l'eco dei gridi
di ragazzini a frotte
tra sciabolate di luce
vedermi uscire
dal ricordo
nell'agitarsi in quella corsa
dei grembiuli come ali
in voli bianchi verso
casa
Le vene cariche di notti
(stato depressivo)
le vene
cariche di notti
a carpire vertigini all'abisso
laddove
� a confondersi col sogno la vita
il tuo imbuto a
risucchiarti
Il posto riservato
chi mai ti toglier� quel posto
da Lui riservato
secondo i tuoi meriti
altro � la poltrona
accaparrata a
sgomitate
trespolo che pur traballa
come in un mare mosso
finch� uno tsunami
non la rovescia la vita
Nell'infinito di noi
(visione)
abbracci senza
mani
di corpi immateriali
i nostri
volti unificati
noi fatti d'aria
tu ed io
una sola persona
La Poesia
in luce di sogno
ti seduce la vita altra
nella dimora del sangue
veleggiano
navi di nuvole
un ventaglio di palpiti
apre la casa della mente
Uno di quei sogni
quando sai
essere un sogno e ne esci
o vorresti trattenertici
trovandoti davanti a un mare
sconfinato
fasciato di luce
vivissima
dai colori caldi
da far vibrare
l'anima e i sensi
quasi un flash
frammento di sogno
vigile
come fosse solo dipinto
Nomade d'amore
la Tua luce
abita la mia ferita
che trova
un lieto solco
nel suo risplendere
Tu
a farti bambino ed ultimo
per accogliere
il nomade d'amore
dalle aperte piaghe
Conosco le voci
conosco le voci che muoiono
agli angoli delle sere
conosco le braccia appoggiate
sui tavoli nel risucchio
delle ore piccole
l'aria densa e le luci
che lacrimano fumo
e lo sferragliare dell'ultimo tram
la nebbia che mura le strade
conosco
i lampi intermittenti della mente
i singulti che accompagnano
quel salire pesante le scale
la morsa che afferra e non sai
risponderti se la vita ti scava
e il freddo letto poi fuori
dal tunnel
un altro mattino
per risorgere o morire
Questo improbabile azzurro
(risposta da un corrispondente immaginario)
che ne so di questo
improbabile azzurro
rarefatto e mutevole
scandaglio il mio tempo-clessidra
di sangue emotivo
attendo
giungano da un dove un'eco
un nome
guardo in fondo
al pozzo degli anni
l'ombra dei miei io perduti
o semmai vi tremi
sospeso
l'angelo che dici
La separazione
alla fine del tempo
� come ti separassi da te stesso
in un secondo ineluttabile strappo
simile alla nascita
quando
ti tirarono fuori dal mare
amniotico
luogo primordiale del Sogno
stato che
� casa del cielo
Luce ed ombra
luce ed ombra rebus in cui siamo
impronte di noi oltre la memoria
forse resteranno o
risucchiati saremo
ombre esangui nell'imbuto
degli anni
guardi all'indietro ai tanti
io disincarnati
attimi confitti nel respiro
a comporre infinite morti
Non era questa la vita
non era questa
la vita che volevi
bambole in panno lenci un amorino
pi� avanti negli anni poi
il male che covava nascosto
sedicianni:
vita breve ma abbastanza per dirci
se davvero hai amato e quanto
da angeli ora sei accolta
l� nella casa del cielo
non bambole o un amorino
per il tuo non-tempo
nel mistero di luce corteggi
le stelle
La maschera strappata
ti scoprirai alla fine
vulnerabile
offrendo il costato alla lancia
dell'amore
dallo squarcio il sangue redento
non ti dar� adito
di scaricare
la tua croce addosso al vicino
la tua maschera
la strapper� per sempre
l'amore che ti av-vince
Cieli di cobalto
segmenti
di luce schizzati dalla tela
a colpire i sensi
in forma di danza
ad accendere i sogni:
all'orizzonte
lungo le rive degli occhi
cieli di cobalto
venati
in prismatico chiarore
dal grido giallo di kandinskij
Quel nugolo
pi� quel nugolo
di mosche assale il mio "desco"
pi� il mio cuore Lo cerca
allo stremo d'una impari lotta
sparire vorrei le volte
che nei sogni mi vedo
un giuda
il cappio a oscillarmi davanti
pu� la pianta ripudiare
la radice?
e la corolla che s'apre nella luce
odiare la luce?
Il lampo
livida luce a torino
questo cielo che non promette
la testa sul libro e dei versi
che vengono a torturarmi
alla mia destra in panchina
il fumo di un tizio s'inanella
grazieadio sottovento
in soccorso il lampo verr�
della musa a posarsi
colomba sulla mente aperta?
Fiume d'echi
fuoco delle attese dove
anime si cercano e
nell'aria liquida
voci annoda il fiume
di luce e ricama
sospiri
Quel che sono
(ispirandomi a Nicodemo)
sono quelle immagini
che in me parlano
a consegnarmi a un io
vissuto come in sogno
nell'avvicendarsi degli anni
m'inerpico sulle spalle
di quell'io di ieri
per vedere il mondo dall'alto
Sale la luce
(a Dario Bellezza)
alba d'un bianco cadmio
che annega i sogni d'una notte
famelica di corpi
alle spalle
di quest'ombra che ti pesa sugli occhi
sale la luce che ti tiene
avvinto
all'arida ora dei vivi
La vita a raccontarsi
volti
galleggianti sul mare del sogno
nella composizione
della luce
aprirsi di corolle
palpitanti anemoni
la vita
a raccontarsi
con la bocca dei morti
col sangue delle pietre
Il giorno a schiarire
il giorno a schiarire
risalendo
con gl'occhi della memoria
ad arcobaleni e
transiti propiziatori
riscoprendo quel vento che
nel suo azzurro vortice
risucchi lo sprofondo d'apatia e
rigonfi le vele per
l'avventura
Deliri
in buona compagnia
dei saltabeccanti piccioni
raccoglieva torsoli di mela
tra i rifiuti e
biascicava versi improbabili
parto dei suoi deliri
nel nosocomio
conobbe una sua pari
portava con s� dei versi
di campana e una foto sgualcita
lampi di visioni
a mordere giorni di macerie
poi un mattino li trovarono
abbracciati le vene recise
che gi� sorvolavano cieli
sconosciuti ai mortali
Le radici del cuore
[Spunto tratto da una poesia del 2005]
cogliere una piccola morte
nello strappo di radice
dove altra ne nasce
dal suo grido
cogliere l'inesprimibile
di questo morire
che s'ingemma d'eterno
Fiore di sangue
vuoi bastare a te stesso
il tuo "assoluto" � polvere
che abita nella bocca dei morti
pazzia fare a meno di Lui
quattr'ossa in croce
altro non sei nella vastit� di cieli
ma a un tempo quel fiore
di sangue del divino
in te profuma e canta
-urla la radice se la strappi
Sarebbe forse un cadere
sarebbe forse un cadere in demenza
meno devastante
che questo abbuiarsi del sangue
mostro della mente che
come un gioco m'intrappola
in un giro vizioso ed io
a mordere il giorno
come sfuggirgli dove nascondermi
uscire da me stesso
annullarmi
ah trafiggetemi stelle mare avvolgimi
nel tuo fresco lenzuolo
oggi � un penare che non sostengo pi�
Nel chiuso della stanza
le mosche assassine della mente
nel cantare il Tuo nome
nel chiuso della stanza
ah pi� breve sia l'arco
che da Te mi separa
e da questo naufragio di sangue
la Tua mano mi tragga
Ali di farfalle
sono emerso da profondit� oniriche
come da abissi senza scafandro
l� ho incontrato i miei morti
la luna si bagnava nei loro sguardi
dai sorrisi spiccavano voli
improponibili farfalle
ali enormi mi avvolgevano
in un senso di pace
mentre mi perdevo
nei loro vertiginosi colori
come in un quadro di kandinskij
Come in sospensione
aria dolce della sera
unghia di luna
sovrastante
la linea cielomare
questo sentirsi
come in sospensione
un sognarsi altro da s�
a dilatarsi in un
ignoto spazio
mentre la vita impone
suoi ritmi
Oasi di verde
sul lato opposto un po' d'ombra
il solito giro poi
la panchina il libro
oasi di verde da respirare
vaghezza di nuvole a riflettersi
sulla pagina
e i gridi
dalla vicina scuola
di chi anela alla libert� degli uccelli
e la ragazza a fare footing
tempo quattro minuti tondi
e ecco da dietro l'isolato laggi�
ti rispunta la maglietta rossa
Anche tu a precedermi
(all'amico Flavio)
anche tu a precedermi
sulla via dell'Inconoscibile
piena la valigia
avevi di falci di luna
e di balenii di vergini aneliti
te ne disfacesti insieme al corpo
per "vestire" una verit� nuda
oggi dallo scrittoio del cuore
a te mi volgo
e i tuoi versi mi suonano
come una profezia
Forse un angelo
a trascendersi in me
� forse un angelo
nel punto dove l'anima vibra
come diapason
e in un mutevole cielo d'occhi
mi asseconda
a snudare la bellezza
da frammenti di parole e suoni
qui nel mio sangue
ecco si leva il fiore
che non so dire
Magnetici occhi ha la notte
(a Hemingway)
[rifacimento di una poesia del 2002]
come una morte tenuta in vita
questa vita
compagna la bottiglia
che almeno stanotte allenti
quel suo morso
a ricucire lo strappo infinito
domani un colpo e
ti adagerai nell'ombra
occhi in liquido cielo
capovolto
Kronos
fratto il Tempo
non pi� riflette lo specchio
� esser vivo
quasi una finzione
sogno congelato
dove si piega il cuore
senza remissione
La notte laterale
[rifacimento di una poesia del 2006]
� il gravitare dell'ombra
che ti segue a lato
o l'orbitare dell'unghiuta morte
questo saperti
enigma
vederti come
in una vertigine di specchi
a scalare la notte
Altra veste
(rifacimento di una poesia inizio 2014)
un vedermi lontano
io che vesto parole
di carne
alfabeti di sangue
da me lontanissimo
ch� ad altra
sembianza anelo
per voli su mondi
ultraterreni
Sulle labbra
(ad un interlocutore immaginario)
come dire ferire di penna
tu a dileggiare il vero
intingendo nell'azzurro
eludendo l'angelo
poi svanirai nella luce
anche tu
qualcuno al tuo capezzale
forse potr� leggere il verso
pi� bello
sulle labbra morenti
mentre invochi la madre
Vita contromano
(a James Dean)
teso sul grido
d'una vita contromano
animo di ragazzo bruciato
a perderti in un oceano di
spleen
brami ti visiti in sogno
nel risalire dagli anni
la dolce madre
-profondit� celestiale-
le dita affusolate
nei capelli
In divenire
appoggiato alla spalliera
d'aria del divenire
tu -
arcoteso
futuro anteriore o
tempo che ti mastica
sangue del pendolo
Nell'indaco cielo del sogno
a Walt Whitman
(rifacimento di una poesia del 2000)
nell'indaco cielo del sogno
odo l'aedo
cantare le tue odi
con sottofondo di musica celeste
mentre
fluttuante nel mare d'erba del cielo
tornato fanciullo ti vedo
giocare coi capelli di Dio
Critici
(semiseria)
ti mettono a nudo sulla pagina-lenzuolo
ravvivano il grido di luce
della parola sofferta
concepita nelle viscere
ove hanno asilo le lettere del sogno
vanno con la lente fino
all'intimo pertugio
ti spellano rivoltano
risalendo al lampo
della musa
dove regna la parola annunciata
hanno l'aureola da edotti
sotto i soli bianchi delle lampade
Eldorado
aneliti annodi al tuo giorno
novello ulisside
voci di conchiglia echi
si fondono
col sangue in luce
nel sogno di eldorado
rammendi la tua vela stracciata