FILOSOFI :VOLTAIRE

FILOSOFI : VOLTAIRE

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Voltaire

Voltaire nasce il 21 novembre del 1694 a Parigi. E l'ultimo dei cinque figli di un ricco notaio parigino. Nel 1704 viene mandato in collegio dai gesuiti Louis le Grand dove d� prova di precoce ingegno. Nel 1711 fugge dal collegio perch� attratto dalla societ� libertina e dalla vita del bel mondo. Tra il 1716 e il 1718 mostra la sua inclinazione alla letteratura, la quale lo porta a passare un anno di detenzione alla Bastiglia per via di alcuni versi irriverenti diretti contro il reggente Filippo D'Orleans. Nel 1718 prende il nome "Voltaire" .Tra il 1729 e il 1733 litiga con il cavaliere di Rohan, che offeso dai suoi sarcasmi lo fa bastonare dai servi rifiutandogli la riparazione in duello. Lo rinchiude di nuovo nella Bastiglia.

Ottiene la libert� a condizione di lasciare Parigi recandosi volontariamente in Inghliterra. Muore il 30 maggio, a 83 anni, fra il frastuono delle accoglienze trionfali.

Pensiero politico

Costituzionalismo e dispotismo illuminato

Voltaire non credeva che la Francia(e in generale ogni nazione) fosse pronta ad una vera democrazia: perci�, non avendo fiducia nel popolo (e questo fu una delle idee che lo dividevano profondamente da Rousseau), non sostenne mai idee repubblicane (bench�, dopo la morte, sia divenuto uno dei "padri nobili" della Rivoluzione). Anche la repubblica ginevrina, che gli apparve giusta e tollerante, si rivel� un luogo di fanatismo. Lontano da idee radicali, se non sul ruolo della religione in politica ,la sua posizione politica fu quella di un liberale moderato, avverso alla nobilt� ma sostenitore della monarchia assoluta nella forma illuminata come forma di governo: il sovrano avrebbe dovuto governare saggiamente per la felicit� del popolo, proprio perch� "illuminato" dai filosofi. Lo stesso Voltaire trov� realizzazione delle sue idee politiche nella Prussia di Federico II, che con le sue riforme acquist� un ruolo di primo piano sullo scacchiere europeo. Il sogno del filosofo si rivel� poi inattuato, rivelando in lui, soprattutto negli anni pi� tardi un pessimismo di fondo attenuato dalle utopie vagheggiate nel Candido, l'impossibile mondo ideale di Edoardo, dove non esistono fanatismi, prigioni e povert�, e la piccola fattoria autosufficiente dove il protagonista si ritira per lavorare, in una contrapposizione borghese all'ozio aristocratico.

Nelle opere successive esprime la volont� di lavorare per la libert� politica e civile, concentrandosi molto sulla lotta all'intolleranza, soprattutto religiosa, non appoggiandosi pi� ai sovrani che lo avevano deluso.

Pensiero filosofico

Tra le esperienze pi� significative del Voltaire intellettuale sono certamente da annoverare i viaggi, soprattutto ininghilterra; qui il giovane parigino vide praticare attivamente la tolleranza religiosa e la libert� di espressione di idee politiche, filosofiche e scientifiche. Al suo spirito insofferente di ogni repressione assolutistica e clericale l'Inghilterra appare come il simbolo di una forma di vita illuminata e libera.

Immerso nello studio della cultura anglosassone, Voltaire rimane accecato dalle luminose e rivoluzionarie dottrine scientifiche di Newton e dal deismo  do Loche. Egli trae, da questo incontro con la filosofia inglese, il concetto di una scienza concepita su base sperimentale intesa come determinazione delle leggi dei fenomeni e il concetto di una filosofia intesa come analisi e critica dell'esperienza umana nei vari campi. Nacquero cos� le Lettres philosophiques che contribuirono ad allargare l'orizzonte razionale europeo ma che gli attirarono addosso i fulmini delle persecuzioni.

Le Lettres vengono condannate, per quanto riguarda i princ�pi religiosi, da coloro che sostenevano la necessit� politica dell'unit� di culto; dal punto di vista politico, esse, esaltando l'onorabilit� del commercio e la libert�, si opponevano spudoratamente al tradizionalistico regime francese, e dal lato filosofico, in nome dell'empirismo, tentavano di svincolare la ricerca scientifica dall'antica subordinazione alla verit� religiosa. Non mancano, tuttavia, nelle sue opere, accenti critici contro gli inglesi (ad esempio, Capitolo XXIII di Candido).

La religione naturale e l'anticlericalismo

Il problema che Voltaire principalmente si pone � l�esistenza di Dio, conoscenza fondamentale per giungere ad una giusta nozione dell'uomo. Il filosofo non la nega, come alcuni altri Illuministi che si dichiaravano atei perch� non trovavano prova dell'esistenza di un Essere Supremo, ma nemmeno, nel suo razionalismo, assume una posizione agnostica. Egli vede la prova dell'esistenza di Dio nell'ordine superiore dell'universo, infatti cos� come ogni opera dimostra un artefice, Dio esiste come autore del mondo e, se si vuole dare una causa all'esistenza degli esseri, si deve ammettere che sussiste un essere creatore. La sua posizione fu pertanto deista, come gi� accennato. Dunque Dio esiste e sebbene abbracciando questa tesi si trovino molte difficolt�, le difficolt� che si pongono abbracciando l'opinione contraria sarebbero ancora maggiori. Il Dio di Voltaire non � il dio rivelato, ma non � neanche un dio di una posizione panteista. � una sorta di Grande Architetto dell'Universo, un orologiaio autore di una macchina perfetta. Voltaire non nega una provvidenza, ma non accetta quella di tipo cristiano; secondo le sue convinzioni l'uomo nello stato di natura era felice, avendo istinto e ragione, ma la civilt� ha contribuito all'infelicit�: occorre quindi accettare il mondo cosi com'�, e migliorarlo per quanto � possibile.

 

 

 


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