FILOSOFI :DEMOCRITO

FILOSOFI : DEMOCRITO

HOME PAGE QUESTIONI DI PSICOLOGIA TUTTI I FILOSOFI NARRATIVA DIDATTICA SCUOLA


 

DEMOCRITO di Abdera � ricordato come il pi� grande naturalista del suo tempo. la sua nascita � situata nel 460-59 a. C. Le molte opere che vanno sotto il suo nome, e di cui abbiamo numerosi frammenti, Il grande ordinamento, Il piccolo ordinamento, Sull'intelligenza, Sulle forme, Sulle l'anima, ecc., molto probabilmente non sono tutte dovute a lui; alcune  espongono la dottrina generale della scuola. La fama di Democrito come scienziato ha fatto s� che la sua figura fosse stilizzata in quella di un dotto completamente astratto dalla pratica della vita

Pare che Leucippo abbia gettato i fondamenti generali della dottrina e che Democrito abbia poi sviluppato questi fondamenti sia nella ricerca fisica sia nella ricerca morale. Oli atomisti concordano con il principio fondamentale dell'eleatismo che solo l'essere �; ma intendono riportare questo principio all'esperienza sensibile e servirsi di esso per spiegare i fenomeni. Cos� intendono l'essere come il pieno, il non essere come il vuoto e ritengono che il pieno e il vuoto sono i principi costitutivi di ogni cosa. Ma il pieno non � un tutto compatto: � formato da un numero infinito di elementi che sono invisibili per la piccolezza della loro massa.

Se questi elementi fossero divisibili all'infinito, si dissolverebbero nel vuoto; devono dunque essere indivisibili, e perci� sono detti atomi. Soltanto gli atomi sono nel loro interno continui; gli altri corpi non sono continui perch� risultano dal semplice contatto degli atomi e possono perci� essere divisi. La differenza tra gli atomi non � qualitativa come quella dei semi di Anassagora, ma quantitativa. Gli atomi non differiscono tra di loro per natura ma soltanto per forma e grandezza. Essi determinano la nascita e la morte delle cose con l'unione e la disgregazione; determinano la diversit� e il mutamento di esse con il loro ordine e la loro posizione. Essi sono, secondo il paragone di Aristotele , simili alle lettere dell'alfabeto; che differiscono tra loro per la forma e danno luogo a parole e a discorsi diversi disponendosi e combinandosi diversamente. Tutte le qualit� dei corpi dipendono dunque o dalla figura degli atomi o dall'ordine e dalla combinazione di essi.
Perci� non tutte le qualit� sensibili sono oggettive, cio� appartengono veramente alle cose che le provocano in noi. Sono oggettive le qualit� proprie degli atomi: la forma, la durezza, il numero, il movimento; invece il freddo, il caldo, i sapori, gli odori, i colori sono soltanto apparenze sensibili, provocare bens� da speciali figure o combinazioni di atomi, ma non appartenenti agli atomi stessi .
Gli atomi sono tutti animati da un movimento spontaneo, per il quale si urtano e rimbalzano dando origine al nascere, al perire ed al mutare delle cose. Ma il movimento � determinato da leggi immutabili. �Nessuna cosa, dice Leucippo (fr. 2), accade senza ragione, ma tutto accade per una ragione e di necessit�. Il movimento originario degli atomi, facendoli roteare ed urtarsi in tutte le direzioni, produce un vortice dal quale le parti pi� pesanti sono portate al centro e le altre sono invece respinte verso la periferia. Il loro peso, che li fa tendere verso il centro, � dunque un effetto del movimento vorticoso in cui sono trascinati. In questo modo si sono formati infiniti mondi che incessantemente si generano e si dissolvono.
Il movimento degli atomi spiega anche la conoscenza umana. La sensazione nasce dalle immagini (idola) che le cose producono nell'anima mediante flussi o correnti di atomi che emanano da esse.
Tutta la sensibilit� si riduce quindi al tatto; perch� tutte le sensazioni sono prodotte dal contatto, con il corpo dell'uomo, degli atomi che provengono dalle cose. Ma di questa conoscenza, alla quale l'uomo � necessariamente limitato, Democrito stesso non � pago. �In verit�, egli dice, nulla sappiamo di nulla, ma a ciascuno l'opinione vien dal di fuori�.

�Bisogna conoscere l'uomo con questo criterio: che la verit� � lontana da lui�, . E difatti le sensazioni dalle quali deriva l'intera conoscenza umana mutano da uomo a uomo, mutano anche nello stesso uomo a seconda delle circostanze, cosicch� non forniscono un criterio assoluto del vero e del falso . Queste limitazioni tuttavia non concernono la conoscenza intellettuale. Sebbene questa sia soggetta alle condizioni fisiche che si verificano nell'organismo , � tuttavia superiore alla sensibilit�, perch� fa cogliere, al di l� delle apparenze, l'essere del
mondo: il vuoto, gli atomi e il loro movimento. L� dove termina la conoscenza sen
sibile, che, quando la realt� si assottiglia e tende a risolversi nei suoi ultimi elementi, diventa inefficace, comincia la conoscenza razionale, che � un organo pi� sottile e raggiunge la realt� stessa . L'antitesi tra conoscenza sensibile e conoscenza intellettuale � cos� recisa come quella tra il carattere apparente e convenzionale delle qualit� sensibili e la realt� degli atomi e del vuoto. �Per convenzione si parla, dice Democrito , di Colore, di dolce, di amaro; in realt�, ci sono soltanto atomi e vuoto�. In tal modo, corrispondentemente al contrasto tra apparenza e realt�, permane nell'atomismo il contrasto tra conoscenza sensibile e conoscenza intellettuale, nonostante la loro comune riduzione a fatti meccanici; ed entrambi questi contrasti sono desunti dall'eleatismo.

L'atomismo rappresenta la riduzione naturalistica dell'eleatismo. Dell' eleatismo ha fatto propria la proposizione fondamentale: l'essere � necessit�; ma ha inteso tale proposizione nel senso della determinazione causale. Parmenide esprimeva poeticamente il senso della necessit� ricorrendo alle nozioni di giustizia o di fato. L'atomismo identifica la necessit� con l'azione delle cause naturali.

Dall'eleatismo, l'atomismo desume anche l'antitesi tra realt� e apparenza; ma quest'antitesi stessa viene portata sul piano della natura e la realt� di cui si parla � quella degli elementi indivisibili della natura stessa. Il risultato di queste trasformazioni, che va al di l� delle intenzioni degli stessi atomisti, � l'avviamento della ricerca naturalistica a costituirsi come disciplina a s� e a distinguersi dalla ricerca filosofica come tale. La costituzione di una scienza della natura a disciplina particolare, quale appare in Aristotele, � preparata dall'opera degli atomisti, che hanno ridotto la natura a pura oggettivit� meccanica, con l'esclusione di qualsiasi elemento mitico o antropomorfico. La prova di questa iniziale separazione della scienza della natura dalla scienza dell'uomo si ha nel fatto che Democrito non stabilisce alcuna relazione intrinseca fra l'una e l'altra.

L'etica di Democrito non ha infatti alcun rapporto con la sua dottrina fisica. Il pi� alto bene per l'uomo � la felicit�; e questa non risiede nelle ricchezze, ma nell'anima sola . Non i corpi e la ricchezza rendono felici, ma la giustizia e la ragione, e l� dove la ragione difetta, non si sa n� godere della vita n� superare il timore della morte. Per gli uomini la gioia nasce dalla misura del godimento e dalla proporzione della vita: i difetti e gli eccessi tendono a sconvolgere l'anima e a generare in essa movimenti intensi. E le anime che si muovono da un estremo all'altro, non sono costanti n� contente . La gioia spirituale, l'eutymia, non ha dunque niente a che fare con il piacere (edon�): �il bene e il vero � dice Democrito � sono identici per tutti gli uomini; il piacere � diverso per ognuno di essi� . Perci� il piacere non � bene in se stesso: bisogna scegliere solo quello che deriva dal bello. L'etica di Democrito �, cos�, lontanissima da quell'edonismo che ci si potrebbe aspettare come corollario del suo naturalismo teoretico. Anzi al risoluto oggettivismo che � la direttiva di Democrito nel dominio della ricerca naturalistica fa riscontro, nell'etica, un altrettanto risoluto soggettivismo morale. La guida dell'azione morale �, secondo Democrito, il rispetto (aidos) verso se stesso. �Non devi aver rispetto per gli altri uomini pi� che per te stesso, n� agir male quando nessuno lo sappia pi� che quando lo sappiano; ma devi avere per te stesso il massimo rispetto e imporre alla tua anima questa legge: non fare ci� che non si deve fare� . Qui la legge morale � posta nella pura interiorit� della persona umana, la quale � anzi fatta legge a se stessa mediante il concetto del rispetto verso se stesso. Questo concetto, fondamentale per intendere il valore e la dignit� umana, si sostituisce al vecchio concetto greco del rispetto verso la legge della polis, e dimostra come la ricerca morale di Democrito si muova in direzione antitetica alla sua ricerca fisica e come quindi si sia ormai iniziata la differenziazione della scienza naturale dalla filosofia.
Un altro accenno � notevole nell'etica di Democrito: il cosmopolitismo. �Per l'uomo saggio � egli dice � tutta la terra � praticabile, perch� la patria dell'anima eccellente � tutto il mondo� . Egli riconosce tuttavia il valore dello stato e dice che niente � preferibile a un buon governo, giacch� il governo abbraccia tutto: se si mantiene, tutto si mantiene, se cade tutto perisce . E dichiara che bisogna scegliere di vivere povero e libero in una democrazia piuttosto che ricco e servo in un'oligarchia . La superiorit� che egli attribuisce alla vita esclusivamente dedicata alla ricerca scientifica � resa evidente dalle sue idee sul matrimonio. Questo � da lui condannato, in quanto fondato sulle relazioni sessuali che diminuiscono il dominio dell'uomo su se stesso, e in quanto l'educazione dei figli impedisce di dedicarsi ai lavori pi� necessari, mentre il successo della loro educazione rimane dubbio. Qui evidentemente la preoccupazione di Democrito � quella di salvaguardare quella disponibilit� dell'uomo a se stesso che rende possibile l'impegno nella ricerca scientifica.

 


Classifica di siti - Iscrivete il vostro!

Informativa Privacy Cookie Policy
- � POESIA E NARRATIVA -