Primamente intravidi il suo pi� stretto
scorrere su er gli aghi arsi dei pini
ove estuava l'aere con grande
tremito, quasi bianca vampa effusa.
Le cicale si tacquero. Pi� rochi
si fecero i ruscelli. Copiosa
la resina gemette gi� pe'fusti.
Riconobbi il col�bro dal sentore.
Nel bosco degli ulivi la raggiunsi.
Scorsi l'ombre cerulee dei rami
su la schiena falcata, e i capei fulvi
nell'argento pall�dio trasvolare
senza suono. Pi� lunghi nella stoppia,
l'allodola balz� dal solco raso,
la chiam�, la chiam� per nome in cielo.
Allora anch'io per nome la chiamai.
Tra i leandri la vidi che si volse.
Come in bronzea m�sse nel falasco
entr�, che richiudeasi strepitoso.
Pi� lungi, verso il lido, tra la paglia
marina il piede le si tolse in fallo.
Distesa cadde tra le sabbie e l'acque.
Il ponente schium� nei sui capegli.
Immensa apparve , immensa nudit�.
Fa
parte dell�Alcyone. In questa poesia il poeta celebra un�estate ardente e
selvaggia in tutte le sue fasi e la personifica. � un�estate ricca di
sensualit�, che fuggendo permea (riveste) la natura di una fusione panica.
Questa, al suo passaggio, prende vita, si antropomorfizza.
parafrasi
"Dapprima
vidi il suo piede sottile andare sugli aghi secchi dei pini, dove tagliava
l'aria con grande tremito, come una fiammata bianca. Le cicale fecero silenzio, i corsi
d'acqua mandarono un rumore pi� rauco, pi� abbondante scese la resina lungo i
tronchi ("gemette" potresti parafrasarlo "come gemendo nella fatica di uscire
dal fusto". riconobbi il serpente (questo dovrebbe essere il colubro)dal fruscio
leggero.
La raggiunsi nel bosco degli ulivi. Vidi le ombre azzurrine dei rami lungo la
sua schiena , e i capelli rossi svolazzare
senza rumore nell'argenteo palladio . L'allodola la chiam�
per nome in cielo e allora anch'io la chiamai per nome. Tra gli oleandri la vidi
voltarsi, entr� come una messe color bronzo nell'erba palustre (= falasco), che
si richiuse risuonando (=strepitoso). Pi� avanti, verso la spiaggia, tra la
vegetazione marina mise in fallo il piede che si sollev� e lei and� lunga tra la
sabbia e l'acqua. Il vento di ponente schium� nei suoi capelli, e lei mi apparve
immensa nella sua nudit�.
ANALISI METRICA E STILISTICA
Troviamo nella poesia tre strofe
di otto versi; i versi sono endecasillabi sciolti che presentano delle assonanze
distribuite irregolarmente. La sintassi � piuttosto semplice, i periodi sono
brevi e quasi sempre composti da un'unica frase; il lessico � piuttosto
ricercato ("estuave","col�bro",etc.); metafore sono disseminate quasi in ogni
verso per rappresentare il processo d'umanizazzione della natura.
ANALISI TEMATICA
Per l�estate il poeta usa una
personificazione nella prima strofa, in una fuggevole immagine femminile, appena
intravista da un uomo nella calura estiva. La sua presenza si intuisce dal
rumore prodotto dai sui piedi sugli aghi secchi dei pini e dal soprassalto della
natura circostante, vegetale e animale, che, attraverso suoni e odori, sembra
accelerare e intensificare il suo ritmo vitale. Verso la seconda parte l'uomo
riesce non solo a sentire, ma anche a vedere la mitica creatura dai capelli
rossi, mentre fugge nel bosco di ulivi, richiamata dal volo dell'allodola, che
ne conosce il nome. Nel finale l'inseguimento, provocato dal rumore secco della
vegetazione, finisce in riva al mare, dove la donna compare nella sua misteriosa
nudit�, che coincide con quella della sabbia, del mare, del vento. La
trasmutazione della donna negli elementi naturali che la compongono, suggerisce
un'immagine sensuale dell'estate rappresentata come l'eros.