GABRIELE D'ANNUNZIO: STABAT NUDA AESTAS


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STABAT NUDA AESTAS

 

Primamente intravidi il suo pi� stretto
scorrere su er gli aghi arsi dei pini
ove estuava l'aere con grande
tremito, quasi bianca vampa effusa.
Le cicale si tacquero. Pi� rochi
si fecero i ruscelli. Copiosa
la resina gemette gi� pe'fusti.
Riconobbi il col�bro dal sentore.

Nel bosco degli ulivi la raggiunsi.
Scorsi l'ombre cerulee dei rami
su la schiena falcata, e i capei fulvi
nell'argento pall�dio trasvolare
senza suono. Pi� lunghi nella stoppia,
l'allodola balz� dal solco raso,
la chiam�, la chiam� per nome in cielo.
Allora anch'io per nome la chiamai.

Tra i leandri la vidi che si volse.
Come in bronzea m�sse nel falasco
entr�, che richiudeasi strepitoso.
Pi� lungi, verso il lido, tra la paglia
marina il piede le si tolse in fallo.
Distesa cadde tra le sabbie e l'acque.
Il ponente schium� nei sui capegli.
Immensa apparve , immensa nudit�.

 


 

Fa parte dell�Alcyone. In questa poesia il poeta celebra un�estate ardente e selvaggia in tutte le sue fasi e la personifica. � un�estate ricca di sensualit�, che fuggendo permea (riveste) la natura di una fusione panica. Questa, al suo passaggio, prende vita, si antropomorfizza.

parafrasi

"Dapprima vidi il suo piede sottile andare sugli aghi secchi dei pini, dove tagliava l'aria con grande tremito, come una fiammata bianca. Le cicale fecero silenzio, i corsi d'acqua mandarono un rumore pi� rauco, pi� abbondante scese la resina lungo i tronchi ("gemette" potresti parafrasarlo "come gemendo nella fatica di uscire dal fusto". riconobbi il serpente (questo dovrebbe essere il colubro)dal fruscio leggero.
La raggiunsi nel bosco degli ulivi. Vidi le ombre azzurrine dei rami lungo la sua schiena , e i capelli rossi svolazzare senza rumore nell'argenteo palladio . L'allodola la chiam� per nome in cielo e allora anch'io la chiamai per nome. Tra gli oleandri la vidi voltarsi, entr� come una messe color bronzo nell'erba palustre (= falasco), che si richiuse risuonando (=strepitoso). Pi� avanti, verso la spiaggia, tra la vegetazione marina mise in fallo il piede che si sollev� e lei and� lunga tra la sabbia e l'acqua. Il vento di ponente schium� nei suoi capelli, e lei mi apparve immensa nella sua nudit�.

 

ANALISI METRICA E STILISTICA

Troviamo nella poesia tre strofe di otto versi; i versi sono endecasillabi sciolti che presentano delle assonanze distribuite irregolarmente. La sintassi � piuttosto semplice, i periodi sono brevi e quasi sempre composti da un'unica frase; il lessico � piuttosto ricercato ("estuave","col�bro",etc.); metafore sono disseminate quasi in ogni verso per rappresentare il processo d'umanizazzione della natura.

 

ANALISI TEMATICA

Per l�estate il poeta usa una personificazione nella prima strofa, in una fuggevole immagine femminile, appena intravista da un uomo nella calura estiva. La sua presenza si intuisce dal rumore prodotto dai sui piedi sugli aghi secchi dei pini e dal soprassalto della natura circostante, vegetale e animale, che, attraverso suoni e odori, sembra accelerare e intensificare il suo ritmo vitale. Verso la seconda parte l'uomo riesce non solo a sentire, ma anche a vedere la mitica creatura dai capelli rossi, mentre fugge nel bosco di ulivi, richiamata dal volo dell'allodola, che ne conosce il nome. Nel finale l'inseguimento, provocato dal rumore secco della vegetazione, finisce in riva al mare, dove la donna compare nella sua misteriosa nudit�, che coincide con quella della sabbia, del mare, del vento. La trasmutazione della donna negli elementi naturali che la compongono, suggerisce un'immagine sensuale dell'estate rappresentata come l'eros.

 


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