|
OCCHI DI ADA NEGRI
Colei che per limosina mi tese
la mano, ieri (un bimbo alla sua gonna
stringea con l'altra), non mi disse nulla.
Sol mi tese la mano con guardigna
rapidità, ché alcun non la vedesse.
Nel volto non avea che gli occhi: immensi
occhi di febbre, disperati: il resto
era già terra. Ed io non so per quale
tristizia il passo accelerai, né feci
l'atto di carità, né mi rivolsi.
Nera ondeggiò la folla: io fui nessuno
per la misera donna, ella nessuno
fu per me; ma giammai dalla memoria
mi sarà dato di cancellar quegli occhi.
Quando mi troverò dinanzi all'ombra
di morte (può, mia vita, esser domani),
fissi in quell'ombra rivedrò quegli occhi.
In pochi versi la poetessa Negri , ci rappresenta un dramma della strada(elemosina) , uno dei tanti che noi vediamo ogni giorno ma che non guardiamo con occhi attenti. La poetessa cerca di esaltare la miseria e la sofferenza degli umili.
La donna che ieri mi tese la mano( e aveva un bimbo aggrappato alla sua veste) non disse nulla; solo tese la mano con gesto rapido, quasi vergognandosi. Non aveva che due immensi occhi disperati nel volto. Io accelerai il passo senza fermarmi e subito sparii tra la folla.Fui per lei come una fugace apparizione e così essa per me.Le due creature rimasero estranee l’una all’altra, ma lo sguardo disperato di quegli occhi perseguiterà, sino all’ora della morte, colei che non seppe arrestarsi e donare.
Metro : endecasillabi sciolti.