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"Davanti al simulacro d'Ilaria del Carretto"
Quasimodo
Sotto la terra luna gi� i tuoi colli,
lungo il Serchio fanciulle in vesti rosse
e turchine si muovono leggere.
Cos� al tuo dolce tempo, cara; e Sirio
perde colore, e ogni ora s�allontana,
e il gabbiano s�infuria sulle spiagge
derelitte. Gli amanti vanno lieti
nell�aria di settembre, i loro gesti
accompagnano ombre di parole
che conosci. Non hanno piet�; e tu
tenuta dalla terra, che lamenti?
Sei qui rimasta sola. Il mio sussulto
forse � il tuo, uguale d�ira e di spavento.
Remoti i morti e pi� ancora i vivi,
i miei compagni vili e taciturni.
( da: "Ed � subito sera")
Ilaria � la prima moglie di Paolo Guinigi, signore di Lucca.Alla sua morte fece scolpire il sarcofago.
Il monumento
sepolcrale di Ilaria � nella cattedrale di Lucca, e fu scolpito da Jacopo della
Quercia.
Rappresenta la donna supina nel letto, con lineamenti del volto cos� dolci e
sereni che essa sembra quasi dormire.IL poeta sosta davanti al sarcofago e
l�immagina gli offre lo spunto per una seria riflessione :
Quasimodo l'immagina dolente per l'oblio e l'abbandono degli uomini, che
camminano nel sole dimentichi dei morti.
Ma � il destino di tutti: � la solitudine che Quasimodo sente gravare anche su
di s� come una condanna.
Lontani da lui sono i morti e forse pi� ancora i vivi, ognuno sta "solo sul
cuore del mondo": l�uomo � incapace di stabilire un colloquio sincero con gli
altri.
� veramente eccezionale la consonanza che il poeta siciliano riesce a stabilire tra il sonno solitario della sposa , passata come meteora luminosa e breve nell�autunno del medioevo lucchese, privata della vita e delle sue gioie e la propria condizione di uomo solo tra �compagni vili e taciturni�: vivi, ma pi� lontani dei morti, chiusi nella loro vilt� e nel loro silenzio.