HOME PAGE NARRATIVA PROMESSI SPOSI
Capitolo XIV. La folla ora non � pi� compatta: si dirada e si ricompone in piccoli capannelli a commentare e a prevedere. Si parla dell'accaduto, delle ragioni che vi stanno sotto, si manifestano propositi di ritorno per il giorno seguente. Renzo,come in una sorta di eccitazione, quasi di ubriachezza, al centro di un crocchio prende la parola e dal fatto milanese risale al fatto personale: parla ad alta voce di ingiustizia, di prepotenze di certi tiranni, del tutto dissimili da Ferrer, manifesta propositi di vendetta e di pulizia, avanza la proposta del tutto rivoluzionaria dell'alleanza di tutto il popolo per la restaurazione della giustizia. Tutti applaudono. Ma ormai � buio: la gente si dispone a tornare a casa. Renzo da uno che gli si � messo alle costole e che gli si dimostra premuroso (� un informatore della polizia) si fa accompagnare in una trattoria vicina: li pu� mangiare e dormire. A tavola lo sbirro cerca di farlo parlare e di fargli dire nome e cognome: non c'era riuscito l'oste. Ma lui lo fa cadere in un tranello, favorito anche dal fatto che Renzo da uno stato di esaltazione passa, per il molto vino che beve, ad uno stato di effettiva ubriachezza. Sproloquia e nelle sue parole in modi oscuri ed incerti torna l'immagine di don Rodrigo, il persecutore, l'ingiusto e prepotente tiranno che lo ha indotto alla fuga dal suo paese. Finalmente l'oste riesce a portarlo in camera e a buttarlo sul letto.
Capitolo
XV. Renzo,
essendo ubriaco, abbandona la sala dell'osteria, tra saluti e risa.
Con l�aiuto dell'oste
raggiunge poi la sua camera .L'oste tenta nuovamente di far declinare a
Renzo le proprie generalit�, ma alle nuove proteste rinuncia.
Il notaio criminale e due birri penetrano
nella camera di Renzo e gli dicono di seguirli. Intimorito dal rumore che viene
dalla strada e che sembra annunciare nuovi tumulti, il notaio abbandona subito
l'atteggiamento autoritario e, con le buone, cerca di indurre Renzo a seguirli.
Il funzionario si mostra eccessivamente gentile ed afferma che si tratta di una
pura formalit�, ma il giovane non gli presta fede e comincia ad elaborare un
piano per essere liberato dalla folla.
Capitolo XVI. Sfuggito agli sbirri, Renzo percorre le strade di Milano con animo preoccupato e diviso. Vorrebbe chiedere informazioni sulla via che conduce alla porta che immette sulla strada per Bergamo, ma teme di essere riconosciuto o di imbattersi in un nuovo birro. Alla fine ci riesce e ,ottenuta l'informazione giusta, attraversa la porta senza che da parte delle guardie ci sia opposizione. Presa la strada che conduce a Bergamo, cerca di evitare il percorso principale: non si sa mai. Di conseguenza la marcia di avvicinamento a Bergamo o meglio al confine si fa lunga, nervosa, massacrante. Ha bisogno di mangiare e si ferma a Gorgonzola, in un'osteria che gli pare rassicurante. A Milano nello stesso tempo arriva un mercante, uno di quei rappresentanti di commercio che sono pieni di notizie e che frequentano sempre gli stessi posti. L'oste e gli altri commensali che inutilmente avevano cercato di ottenere informazioni da Renzo, ottengono notizie particolarmente minute e colorate dal mercante. C'� un punto del racconto che desta l'attenzione di Renzo: il mercante dice che dietro il tumulto c'era una congiura, che la mattina era stato ancora una volta tentato l'assalto della casa del vicario, che era stato saccheggiato il forno del Cordusio, che parecchi malintenzionati erano stati arrestati, che era stato preso un capo dei rivoltosi, ma che dopo, aiutato dai suoi, era riuscito a scappare. Ricercato Renzo sa che ora, se trovato e preso, non c'� per lui altro che la forca. Sono bocconi amari per lui, cui s'aggiunge la rabbia non solo di non essere stato capito ma di essere descritto come un delinquente, di quelli pi� colpevoli. Esce e s'avvia verso il confine, segnato dall'Adda: � tanto sconvolto che non chiede informazioni a nessuno. Si affida alla Provvidenza e parte.
Capitolo XVII. Uscito dall'osteria di Gorgonzola, Renzo prosegue il suo cammino nell'oscurit�, lungo le strade verso l�Adda. Durante il tragitto, i suoi pensieri vanno al mercante e al suo resoconto calunnioso. Dopo alcuni paesi , Renzo si inoltra in una zona non coltivata e poi in un bosco. Qui viene colto da un oscuro timore, ma sente il rumore dell'Adda e si precipita verso il fiume. Non potendo attraversare il fiume, si rifugia in una capanna abbandonata. Tenta di addormentarsi, ma alla sua mente si affacciano ricordi dolorosi. Verso le sei del mattino riprende il cammino verso l'Adda. Traghettato da un pescatore , passa sulla sponda di Bergamo dirigendosi verso il paese del cugino.Giunto nel paese di Bortolo, Renzo individua immediatamente il filatoio e l� trova il cugino, il quale lo accoglie festosamente, dichiarandosi disposto ad aiutarlo. I due cugini si informano reciprocamente sulla rispettiva situazione e sulle vicende politiche dei propri paesi. Dopo essere stato avvertito dell'uso bergamasco di chiamare baggiani i milanesi, Renzo viene presentato al padrone del filatoio e assunto come lavorante.
Capitolo
XVIII.
Al paesello, gli sbirri ricercano inutilmente Renzo e rovistano la sua
casa. Don Rodrigo apprende
cos� le disavventure del suo rivale; e intenzionato sempre di pi� a rapire
Lucia, pensa di ricorrere a un uomo pi� potente di lui per giungere al
rifugio della ragazza. E ancora
intenzionato a far cacciare il frate Cristoforo da Pescarenico e decide
quindi di chiedere aiuto a un loro conte zio.